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Il circo non mi ha mai attratto.
Non ho mai trovato affascinanti i costumi, le evoluzioni degli equilibristi, il rigore e la disciplina delle performance.
I clown non mi hanno mai fatto ridere. Mi sono sempre sembrati tristi, segregati dietro il loro finto sorriso e l’espressione ambigua.

Psychiatric Circus non è niente di tutto questo.
Si ispira alle suggestioni del Cirque du Soleil, ma con tinte piú forti, squisitamente horror. Quello che ne esce è improvvisazione, trama, energia, puro intrattenimento.
Non omette nulla: cabaret, giocoleria, burlesque, acrobazie della scuola circense rivisitate, teatro, ballo. La colonna sonora che accompagna i numeri è coinvolgente e inquietante, come il main theme “Dominique” ripetuto fino allo sfinimento.
Se il circo tradizionale mostra ed esibisce, lo Psychiatric Circus racconta una storia: preparatevi a immergervi per due ore negli Anni Cinquanta, all’interno del manicomio cattolico di Bergen, gestito dal sedicente Padre Josef – dottore e direttore – e dalle sue fedeli suorine.

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I protagonisti sono i pazzi che lo abitano: c’è una donna che sembra una bambina, mai cresciuta dall’età di 6 anni. Ha solo un’amica: la sua inseparabile bambola, che non abbandona mai. Da piccola ha visto la madre morire, e il suo dolore si è trasformato in talento… un talento magico, e terrificante.

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C’è l’ex domatore di un circo che un giorno ha iniziato a vedere cose che gli altri non vedono: animali che lo aggrediscono, milioni di ragni che lo assalgono, leoni, scorpioni… C’è una bellissima ragazza dall’aria eterea con un trascorso di abusi, (l’innocuo) maniaco sessuale che rincorre le signorine del pubblico, il ragazzo timido ossessionato dalla sua pallina, e tanti altri…

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… tra cui anche un pagliaccio. Un pagliaccio che diverte perchè si diverte.
Aveva 18 anni quando è entrato in manicomio, e da allora ha sempre indossato una maschera da clown, senza toglierla davanti a nessuno. Dietro quella maschera si nasconde una terribile verità, che ha a che fare con un innocente gioco di bambino.

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Ma nulla è ciò che sembra. A nessuno verrebbe da pensare che dietro certe figure dall’aspetto fragile e impacciato si nascondano grandi artisti: attori e performer straordinari che sono anche giocolieri, acrobati e fachiri; si prendono in giro e ci prendono in giro interagendo col pubblico, trascinandolo dentro la loro contagiosa follia.

Quella di Psychiatric Circus è una mise en scène irriverente, ironica, ma anche elegante e profonda, capace di farci riflettere: su di noi e sugli altri, sul diverso, sulle nostre insicurezze, sulla paura di quello che è eccentrico.

Un numero su tutti (non vi svelo quale!) incarna più di ogni altro il messaggio che questo spettacolo ci vuole lasciare: nella vita molte cose ci appaiono confuse e senza senso; ma forse è solo perchè siamo abituati a guardarle da un unico punto di vista.

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Tutte le fotografie sono state prese dal SITO UFFICIALE dello spettacolo, sul quale potrete trovare anche le prossime tappe del tour. Per via del tema trattato e dell’atmosfera proposta si sconsiglia la partecipazione ai minori di 14 anni.