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La migliore offerta ha vinto il David di Donatello come Miglior Film nel 2013 e se lo è meritato tutto.
È la storia Virgil Oldman (Geoffrey Rush), un distinto e richiestissimo banditore d’asta: esperto d’arte e di falsi d’autore, raffinato, solitario, un po’ snob e ossessionato dall’igiene tanto da non separarsi mai dai suoi guanti.
Mosso da un innato timore reverenziale verso il gentil sesso che ammira quanto teme, colleziona ritratti femminili di ogni epoca: dai più rari e costosi a quelli di promettenti artisti emergenti, facendosi aiutare dal vecchio amico e complice Billy Whistler (Donald Sutherland) che rilancia per lui la migliore offerta durante le aste.
Le sue doti di stimatore d’antiquariato vengono richieste da una misteriosa ragazza, Claire Ibbetson (Sylvia Hoeks), erede di un’altrettanto misteriosa famiglia ormai estinta che le ha lasciato in eredità maniero e mobilio da inventariare.
La giovane pare soffrire di agorafobia e per questo non abbandona mai la casa, né permette che anima viva la incontri. I due comunicano soltanto al telefono o attraverso una parete affrescata della villa che nasconde la camera dove lei si nasconde da quando è ragazzina. Lei vede lui, lui non vede lei. Claire è sfuggente, delicata, “pallida come un’incisione del Duhrer“, impaurita, bisognosa d’aiuto e orgogliosa. Questo rapporto impari accende il signor Oldman d’interesse e curiosità verso la sua cliente. La condizione di Claire comincia a stargli a cuore tanto da volerla aiutare a superarla, e per questo arriva a trascurare la sua professione.
Facendosi consigliare sul da farsi da Robert (Jim Sturgess) – un giovane restauratore di antichi marchingegni col quale collabora – il signor Oldman impara piano piano a conoscerla. O almeno crede.
I personaggi secondari di questo racconto prendono vita negli ultimi venti minuti di film dove ogni tassello viene rivelato. Nessuno di loro è di contorno. E lì che Virgil, il compagno di viaggio di Claire in un inferno di cose non dette, si ritroverà a ripercorrere a ritroso tutti i dettagli con una nuova consapevolezza.
La migliore offerta parla d’amore ma non è un film sull’amore.
Bellissimo, prezioso, triste, vero e spietato. Con una punta di speranza. I personaggi si scoprono in tutta la loro fragilità, anche quelli che all’apparenza si spacciavano inattaccabili. È impossibile andare oltre senza rivelare particolari della trama o del finale.
Questo capolavoro di Tornatore è consigliato ai sognatori ma non ai romantici. Il cuore ne esce inevitabilmente dolorante.
È uno dei miei fil m preferiti…. La scena della stanza dei quadri è un colpo alla schiena ad altezza polmoni….lo avrò visto quattro volte…e lei arriverà :)
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