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Appena posso, adoro tornare nella Belle Époque.
Che sia attraverso un libro, un film o un evento – se si presenta l’occasione – non mi tiro mai indietro. Questa volta Milano mi ha regalato un tripudio di mostre in tema, ed io non mi sono fatta pregare. :)

Dopo l’immancabile tour nella libreria Feltrinelli in Piazza Duomo (ho acquistato Paris di Edward Rutherfurd, e ancora non mi capacito di come mai abbia aspettato tanto per leggerlo), ho inaugurato il weekend con Alfons Mucha e le atmosfere Art Nouveau, il vero motivo della mia visita (in attesa di andare, un giorno, al museo a lui dedicato a Praga).

tumblr_o2mwpfVjan1uc96o1o1_1280Lo stile di Mucha è inconfondibile e sublime, la sua arte ha una potenza suggestiva senza pari: sceglie le donne per simboleggiare le stagioni, le ore, le stelle, le arti, le pietre preziose. Le incorona con fiori e aureole di mosaico, le incornicia in selve di foglie e boccioli, dal verde acqua a tutte le sfumature del rosso.
Le acconciature sono morbide, i vestiti impalpabili come petali; in un turbinio di riccioli e spirali, i capelli lunghissimi danzano in un vento lontano che si può solo immaginare. Alcune sembrano fate, altre dee di un tempo ormai perduto.
Le sue muse sono sensuali, pericolose ed eteree come la Natura stessa. E bellissime.

A. Mucha - Le Arti (1898). Da sinistra: Musica, Poesia, Pittura, Danza.

Alfons Mucha – Le Arti (1898). Da sinistra: Musica, Poesia, Pittura, Danza.

A. Mucha - Le Stagioni (1896) Da sinistra: Primavera, Estate, Autunno, Inverno.

Alfons Mucha – Le Stagioni (1896)
Da sinistra: Primavera, Estate, Autunno, Inverno.

Il nucleo principale della mostra al Palazzo Reale è costituito da oltre 100 opere tra affiches, pannelli decorativi, manifesti teatrali e pubblicitari provenienti dalla Richard Fuxa Foundation. A queste si aggiungono una serie di ceramiche, mobili, ferri battuti, vetri, sculture e disegni di artisti e manifatture europei affini alla sensibilità di Mucha, in bilico tra l’esotico e il misterioso.

La mostra – davvero imperdibile – resterà a Milano fino al 20 Marzo 2016, dopodiché si sposterà al Palazzo Ducale di Genova dal 30 aprile al 18 settembre 2016.

A. Mucha - La Luna e Le Stelle (1902). Da sinistra: La Stella della Sera, La Luna, La Stella del Mattino, La Stella Polare

Alfons Mucha – La Luna e Le Stelle (1902). Da sinistra: La Stella della Sera, La Luna, La Stella del Mattino, La Stella Polare.

A. Mucha - Le pietre preziose (1900). Da sinistra: Topazio, Rubino, Ametista, Smeraldo.

Alfons Mucha – Le pietre preziose (1900). Da sinistra: Topazio, Rubino, Ametista, Smeraldo.

Di ben altro respiro (anche perchè lo spazio espositivo è maggiore) è la mostra dedicata al Simbolismo che esplora l’arte in Europa dalla Belle Époque alla Grande Guerra.
Il percorso si sviluppa tra più di 130 opere tra dipinti, sculture, grafiche e installazioni accompagnate dai versi delle poesie di Baudelaire e immerse in un’atmosfera onirica, a tratti cupa e cullata dalla musica, dominata dai fiori di papavero: demoni, angeli, sirene, unicorni, sfingi, donne fatali…
Avere una copia in borsetta de I Fiori del Male, da sfogliare sui divanetti davanti ai quadri, ha reso il “viaggio” ancora più profondo.

La mostra resterà al Palazzo Reale di Milano fino al 5 giugno 2016. Nel caso foste interessati sia a questa che a quella di Mucha, conservate il biglietto della prima che intendete visitare: se lo presentate alla cassa avrete diritto a un ingresso ridotto per la seconda mostra.

Giulio Aristide Sartorio - La Sirena (1893)

Giulio Aristide Sartorio – La Sirena (1893) “Uomo libero, sempre tu amerai il mare! Il mare è il tuo specchio; tu miri, nello svolgersi infinito delle sue onde, la tua anima. Il tuo spirito non è abisso meno amaro”. (C. Baudelaire)

Franz von Stuck - Lucifero (!890)

Franz von Stuck – Lucifero (1890)

Attilio Mussino - Il sonno, i sogni (1905)

Attilio Mussino – Il sonno, i sogni (1905) “Ero morto deluso, e la paurosa aurora già m’avvolgeva. Tò, è dunque tutto qua? La tela era già alzata e io aspettavo ancora”. (C. Baudelaire)

Infine, una chicca: la Belle Époque – La Parigi di Boldini, De Nittis e Zandomeneghi raccontata al GAMManzoni fino al 21 febbraio 2016 è un piccolo scrigno che racchiude 35 opere dei tre principali protagonisti della pittura italiana nella Parigi di fine Ottocento/inizio Novecento. Tra tutti spiccano le meravigliose signore di Boldini.
E sono ancora i fiori – per una volta metaforici – ad accompagnare lo spettatore in questa passeggiata nell’arte davvero indimenticabile.

L’artista esalta il loro ego ritraendole spesso soltanto un attimo prima che, sopraggiungendo l’autunno della vita, la loro bellezza appassisca per sempre, che le loro foglie di rose profumate comincino a cadere. A volte, come uno stregone, raccoglie i fragili petali e con un gesto d’amore ricompone quei fiori appassiti restituendogli un attimo di eterna primavera. – Panconi, 2008

07 – Giovanni Boldini

Giovanni Boldini – Testa bruna (1890-1892)

Giovanni Boldini - La Contessa de Rasty in piedi (1878)

Giovanni Boldini – La Contessa de Rasty in piedi (1878)

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Giovanni Boldini – Mademoiselle Laure (1910)

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