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Se l’accidia fosse davvero un peccato, Dio non avrebbe creato le giornate di pioggia. O la famiglia Angela.
Metà della popolazione umana si farebbe venire le piaghe da decubito col sorriso a forza di guardare i programmi di Piero e Alberto, in loop, a qualsiasi ora del giorno e della notte, in qualunque occasione.
Non mi vergogno di essere una persona pigra.
Ho sempre rimandato la dieta a lunedì e la palestra a gennaio, non lo nascondo. Respiro e procrastino da quando ho memoria. L’importante è far pace con la propria pigrizia interiore, decidere quanto spazio concederle e non farle prendere il sopravvento. Ci sono impegni improrogabili, doveri inderogabili, appuntamenti irrinunciabili. Il resto dipende da quanto è vitale per voi la posizione orizzontale.
Se siete persone solari, espansive, dinamiche, iperattive ed energiche – beh – non avete idea di chi sia la vostra controparte.
Le giornate di un pigro sono lente, a volte troppo. Tende a distrarsi facendo qualcosa che – di solito – lo annoia subito. Sovente un pigro si stanca pensando a quello che potrebbe fare per ingannare il tempo.
Frustante, vero? Essere pigri è uno stile di vita difficile.
I pigri scambiano la notte per il giorno come i neonati, ma adorano dormire. Dormire, per il pigro, non è solo una necessità da comuni mortali: si tratta di una vera e propria attività da espletare il più frequentemente possibile. I più fortunati prediligono il pomeriggio, fascia oraria 14.00 – a oltranza.
Tuttavia il nemico più grande del pigro è l’insonnia generata dall’ansia del continuo rimandare. I medicinali prescritti in questi casi sono promesse effimere in pillole, del tipo Domani appena sveglio mi ci metterò d’impegno.
Ah, creano dipendenza.
Se il vestito della domenica è il pigiama, il venerdì sera del pigro si svolge sul divano con il tutone tattico straliso “da casa”. Il tempo passato sul sofà o la poltrona non è tempo perso, bensì sacro. La mia coperta di pile mi ha visto al mio meglio e al mio peggio. Mi conosce più di chiunque altro. Sa distinguere quando mi alzo per prendere qualcosa da mangiare o solo per fare pipì; riconosce il gesto. Mi aspetta.
Il venerdì sera comincia con la palpebra calante già alle ore 20.00. Ma il pigro non si da per vinto: si concede un bel film, la sua serie tv preferita, qualche pagina di un buon libro, o magari un gioco di società (no, non Twister).
In agguato, però, c’è il mefistofelico invito fuori dell’ultimo minuto. Ricordatevi che un pigro ha bisogno di un largo preavviso se è gradita la sua partecipazione a un evento; il più delle volte lo utilizza per bidonarlo come si deve.
Se invece il tempo a disposizione per decidere è poco, la risposta giusta a un Esci?, scritto da quel tuo amico su WhatsApp o lanciato a tradimento alla fine di una lunga giornata lavorativa, è il cavallo di battaglia che il buon Syrio Forel schiaffava in faccia alla morte (che per il pigro è più o meno la stessa cosa di fare vita sociale): Not today. Non oggi.
Ogni tanto, però, il pigro si arrischia. Ed esce.
Il mondo esterno non lo risparmia e si manifesta a lui in tutto il suo lessico: aperitivo, apericena, seratina donne, cena con i colleghi, rimpatriata con i compagni di classe, festa di laurea, pre disco, disco, post disco, caffettino?
Per non parlare del susseguirsi degli addii al nubilato/celibato a cavallo dei trent’anni a cui non si può assolutamente mancare, tanto che se alla fine del giro si presentasse a un provino per un ruolo da invitato in una commedia americana del genere gli darebbero direttamente l’Oscar.
È proprio grazie a questi sgarri che il pigro si rende conto che – spesso – il divano è l’opzione migliore.
Sappiate che gli scrittori sono i re dei pigri.
Scrivono della vita altrui seduti davanti a una tastiera o a un quaderno, e nei ritagli di tempo vivono la propria. La vivono nella speranza di ricevere l’ispirazione giusta per continuare a scrivere quella dei loro personaggi. Un circolo vizioso.
Ma trovarsi in una situazione di accidia perenne non vuol dire trattarsi male. Perdere tempo in due, ad esempio, è come vincere alla lotteria: gelato, patatine, marshmallow pescati a caso da un barattolo, baci sulla fronte, una mano che si allunga lenta sul ginocchio, televisione tutto il giorno, il sole lasciato fuori. Tanto per smaltire, poi, si fa l’amore.
Ah! Baricco! ❤
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You speak to my soul.
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💟
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