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L’amore è una cosa strana. Donne e uomini sono disposti a buttare via le certezze di una vita per un singolo, infinito istante d’incertezza tra le braccia di qualcun altro. E più questo qualcuno è quello sbagliato, più l’incertezza mette i brividi, e più il cuore prende il largo. Amare non equivale a essere innamorati. Innamorarsi significa pensare di non poter più fare a meno di una persona. Amare è averne l’assoluta convinzione. Uno è la tempesta, l’altro la quiete. Mi sono persa nella bufera parecchie volte senza trovare riparo, per colpa di tipi improbabili che mai mi sarei immaginata mi potessero piacere. Quelli con cui battibecchi, che ti prendono in giro, con i quali non hai niente in comune – oppure tutto, troppo – e quelli che non sanno nemmeno che esisti. Petto in tumulto, bocca secca e sguardo sognante per un tizio che non ti nota. Un classico. Non riesci a parlargli né a guardarlo, anche se in realtà è tutto ciò che desideri. Quando si avvicina abbassi lo sguardo; per non incrociarlo cambi strada; e se per colpa di un moto di coraggio riesci a balbettargli un “ciao” e lui ti risponde, non pensi ad altro per giorni; ti perdi in fantasticherie che neanche uno sceneggiatore di serie tv potrebbe inventarsi, e tutto sembra perfetto. Usi un account Twitter nemmeno lontanamente riconducibile a te, e cominci a scrivere di getto: quello che ti è capitato, come ti senti quando lui è nel tuo spazio vitale, ogni singola emozione che nemmeno lo stomaco riesce più a contenere, cosa vorresti che succedesse nell’immediato futuro. Butti tutto fuori per paura che possa esploderti dentro e farti ancora più male. Qualcuno prova a darti qualche suggerimento che non riuscirai a seguire perché sei troppo timida, troppo impacciata, troppo incasinata, troppo tu. Ciò nonostante, succede che a volte credi che andrà bene. Poi realizzi di essere invisibile. Per lui, per tutti. → continua sulla pagina Facebook Ogni giorno come il primo giorno

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