Ogni giorno come il primo giorno

 TRAMA 

Ogni giorno Petra vorrebbe poter tornare indietro. Vorrebbe poter schiacciare il tasto rewind, vorrebbe poter riavvolgere il nastro, riportare tutto a com’era prima.
Prima di quella lezione di guida.
Adesso sua sorella Cloe non c’è più. E ogni giorno è così maledettamente difficile andare a scuola, sentir ridere gli altri, vedere la sua famiglia cadere a pezzi e sentire tutto il mondo urlarle in faccia che è colpa sua se Cloe è morta in un incidente d’auto.
Adesso Petra è sola. Sola con un diario che inizia a riempire con pezzi di se stessa, dei suoi giorni senza Cloe, dei suoi problemi a scuola, della musica che le suona in testa, della mancanza che sente e della sua voglia di vivere anche per la sorella.
Piano piano la rabbia si trasforma in voglia di cambiare, di far valere quella vita che le sembra fatta di nulla e renderla degna di essere vissuta anche per lei che non può più farlo, per Cloe.
Niente feste sfrenate, niente più alcol o brutti voti a scuola, Petra vuole ricominciare a vivere.
Sulla sua strada Petra incontra Lore che le fa riscoprire l’amicizia, quella vera inossidabile che vince su tutto, e Dario.
Dario le fa capire che cos’è l’amore, la voglia di stare insieme e non lasciarsi mai, anche se tutto ripiomba nell’oscurità quando il passato del ragazzo rischia di mettere in discussione tutto quello che Petra ha costruito per tornare a vivere.
La scuola, l’amore, i problemi con i genitori, le delusioni, i traguardi e le conquiste. Un diario per ricominciare, per permettere a Petra di ritrovare il suo posto nel mondo e per far sì che ogni giorno sia come il primo giorno della sua nuova vita.
Il romanzo di Giorgia Penzo arriva dritto al cuore di chi ha perso qualcosa e crede di essere sbagliato, di chi cerca il suo posto nel mondo e di chi si aggrappa alla speranza di riuscire a trovarlo. Per vivere la vita a pieno in tutta la sua straordinaria e bellissima complicatezza, ogni giorno come il primo giorno.


 ESTRATTO 

[…] L’amore è una cosa strana. Donne e uomini sono disposti a buttare via le certezze di una vita per un singolo, infinito istante d’incertezza tra le braccia di qualcun altro. E più questo qualcuno è quello sbagliato, più l’incertezza mette i brividi, e più il cuore prende il largo. Amare non equivale a essere innamorati. Innamorarsi significa pensare di non poter più fare a meno di una per sona. Amare è averne l’assoluta convinzione. Uno è la tempesta, l’altro la quiete. Mi sono persa nella bufera parecchie volte senza trovare riparo, per colpa di tipi improbabili che mai mi sarei immaginata mi potessero piacere. Quelli con cui battibecchi, che ti prendono in giro, con i quali non hai niente in comune – oppure tutto, troppo – e quelli che non sanno nemmeno che esisti. Petto in tumulto, bocca secca e sguardo sognante per un tizio che non ti ha in nota. Un classico. Non riesci a parlargli né a guardarlo, anche se in realtà è tutto ciò che desideri. Quando si avvicina abbassi lo sguardo; per non incrociarlo cambi strada; e se per colpa di un moto di coraggio riesci a balbettargli un “ciao” e lui ti risponde, non pensi ad altro per giorni; ti perdi in fantasticherie che nemmeno uno sceneggiatore di serie tv potrebbe in ventarsi, e tutto sembra perfetto. Usi un account Twitter nemmeno lontanamente riconducibile a te, e cominci a scrivere di getto: quello che è capitato, come ti senti quando lui è nel tuo spazio vitale, ogni singola emozione che nemmeno lo stomaco riesce più a contenere, cosa vorresti che succedesse nell’immediato futuro. Butti tutto fuori per paura che possa esploderti dentro e farti ancora più male. Perfetti sconosciuti iniziano a leggerti, a confessarti che sono nella tua stessa situazione, che ti capiscono, che prima o poi lui – crush – si accorgerà di te. Qualcuno prova a darti qualche suggerimento che non riuscirai a seguire perché sei troppo timida, troppo impacciata, troppo incasinata, troppo tu. Ciò nonostante, succede che a volte credi che andrà bene. Poi realizzi di essere invisibile. Per lui, per tutti. Il cuore continua a galoppare comunque; la bocca rimane arida; e quando il battito decelera e si ritorna a deglutire, si è pronti per essere sbattuti in un altro ciclone. Non ho idea di cosa sia la quiete.


 PILLS 

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