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Archivi tag: cinema

King Arthur – Il potere della spada: 5 motivi per cui andarlo a vedere

11 giovedì Mag 2017

Posted by Giorgia Penzo in Recensioni e dintorni

≈ 12 commenti

Tag

cinema, fantasy, film, Guy Ritchie, king arthur, recensione, warner bros

kingarthur

Il mio voto: ★★★★★

DA VEDERE PERCHÈ:

    • La regia è di Guy Ritchie: guardare un suo film è come andare sulle montagne russe. Avete presente The Snatch e Sherlock Holmes? Qui si rischia di non avere più voglia di scendere.
    • Charlie Hunnam: un dono del cielo con la faccia da teppista. Perfetto per il ruolo da protagonista.
    • Jude Law: un cattivo con i controfiocchi. Praticamente la versione oscura del suo Lanny Belardo in The Young Pope.
    • La colonna sonora: epica, veloce, dura, moderna. In una parola: pazzesca. Una delle migliori degli utimi anni, solo Tarantino riesce a fare meglio. La traccia The Devil and The Huntsman crea dipendenza.
    • Nuova rivisitazione del mito di Re Artù: un mix di azione, fantasy, atmosfere dark, urban e un approccio quasi shakespeariano che non delude.
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15 film pre anni ’60 con cui riempire la domenica (e che non potete perdervi)

13 domenica Mar 2016

Posted by Giorgia Penzo in Arte ~ Cultura

≈ 48 commenti

Tag

amore, bianco e nero, blog, cinema, domenica, film, passato, Pensieri

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Se c’è un modo in cui adoro passare le domeniche è fare zapping in televisione e spulciare le reti locali (raramente quelle nazionali) alla ricerca di qualche film pre anni ’60.
Che sia famosissimo o sconosciuto ai più, poco importa. I dialoghi sembrano usciti da un classico della letteratura: in ogni frase trasuda un linguaggio anacronistico, aulico, ammaliante; anche l’espressione più semplice suona come una battuta teatrale. E poi sguardi che parlano più di mille scene esplicite; baci statici che altro che farfalle nello stomaco.
Gli uomini? D’altri tempi.
Le donne? Di una grazia ormai perduta che si disperano e si struggono alternando dignità a melodramma.
Nessuna parolaccia, nessun gesto volgare: la maestria del passato sta nel mostrare un polpaccio e lasciare intendere cosa accade dopo.
Gesti lenti, pause, attese, cose non dette prigioniere dietro un ventaglio di cui bisogna immaginare il colore.

Questi film, soprattutto quelli in bianco e nero, sono un confort food per l’anima.
Bisogna riempirsi le orecchie delle musiche trionfali dei titoli di testa, dei violini, delle colonne sonore classiche, dei rumori di fondo dovuti alla pellicola consunta; bisogna riempirsi gli occhi dei puntini tra il nome dell’attore e il ruolo che interpreta, della classe con cui il protagonista manda a quel paese il suo antagonista senza perdere un grammo di charme.
Che classe, signori. Che poesia.

E a voi piacciono i vecchi film? Quali sono i vostri preferiti?
Tralasciando i peplum – che adoro dal primo all’ultimo – di seguito trovate l’elenco dei 15 film pre anni ’60 secondo me imperdibili, ordinati dal più datato al più recente; purtroppo trovarli in dvd/blu-ray non è sempre facile, ma per alcuni c’è più speranza di altri.
Per completezza ho aggiunto anche un link (quando rintracciabile) al libro o alla pièce teatrale da cui è stato tratto o ha ispirato il relativo film.
Buona scorpacciata! ;)

  • Nosferatu (F.W. Murnau), 1922 ➺ scheda | dove acquistarlo | libro
  • Piccole donne (G. Cukor), 1933 ➺ scheda | dove acquistarlo | libro
  • Jane Eyre – L’angelo dell’amore (C. Cabanne), 1934 ➺ scheda | libro
  • L’imperatrice Caterina (J. Von Sternberg), 1934 ➺ scheda | dove acquistarlo
  • La leggenda di Robin Hood (M. Curtiz), 1938 ➺ scheda | dove acquistarlo
  • Maria Antonietta (W.S. Van Dyke II), 1938 ➺ scheda | dove acquistarlo
  • Il mago di Oz (V. Fleming), 1939 ➺ scheda | dove acquistarlo | libro
  • Via col vento (V. Fleming), 1939 ➺ scheda | dove acquistarlo | libro
  • Casablanca (M. Curtiz), 1942 ➺ scheda | dove acquistarlo
  • Anna e il re del Siam (J. Cromwell), 1946 ➺ scheda | libro
  • I tre moschettieri (G. Sidney), 1948 ➺ scheda | dove acquistarlo | libro
  • Il favorito della grande regina (H. Koster), 1955 ➺ scheda | dove acquistarlo
  • Il settimo sigillo (I. Bergman), 1957 ➺ scheda | dove acquistarlo | libro
  • A qualcuno piace caldo (B. Wilder), 1959 ➺ scheda | dove acquistarlo
  • Viaggio al centro della Terra (H. Levin), 1959 ➺ scheda | dove acquistarlo | libro

Pubblicazione1

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Leonardo, uno di noi

29 lunedì Feb 2016

Posted by Giorgia Penzo in Recensioni e dintorni

≈ 50 commenti

Tag

blog, cinema, leonardo dicaprio, miglior attore, oscar, red carpet, Revenant, rivincita

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Oggi è un giorno strano, e non perchè il calendario segna il 29 febbraio. Lo è perchè tutti noi stamattina – chi più chi meno consapevolmente – ci siamo svegliati con un regalo sul comodino: una piccola rivincita – metaforica, sia chiaro – impacchettata in una carta dorata che somiglia a quella dei Ferrero Rocher.

Ma facciamo un passo indietro.

Leonardo uno di noi #IoStoConDiCaprio pic.twitter.com/ygNRGsRgIv

— Giorgia Penzo (@_redcarpet) February 27, 2016

– Equipaggiamento: plaid, thermos di tè al bergamotto, biscotti al cioccolato, sacchetti di patatine vari.
– Missione: canale 8 del digitale terrestre, diretta Notte degli Oscar a partire alle ore 23 del 28 febbraio per arrivare alle 6 del mattino del giorno dopo.
– Obbiettivo: vedere fino a dove può spingersi la sfortuna di un uomo.

Primo scoglio: il red carpet.
Fa caldo a Hollywood. Eddie Redmayne confessa alla giornalista che sta sudando come se non ci fosse un domani dal momento che ha toppato alla grande l’abito (di velluto) che ha scelto.
Jennifer Lawrence non si vede ancora, e a un certo punto temo il peggio, tipo che sia caduta da qualche parte rotolando dietro una balaustra.
Jacob Tremblay, 9 anni, mostra alla telecamera i gemelli della sua camicia ispirati al Millennium Falcon e le calze di Darth Vader, il resto è un tuxedo Armani.
Alicia Vikander fa la sua passerella vestita e acconciata con un cosplay di Belle de La Bella e la Bestia; nel frattempo scopro come si pronuncia Saoirse Ronan e ancora non capisco da che parte del cervello mi sia uscito SAORAIS per tutti questi anni.

Comunque. Alle 2.30 comincia la premiazione.
Alti e bassi, abbiocchi vari superati alla grande, Mad Max Fury Road che vince i suoi primi tre Oscar in tre minuti e lì temo il peggio, tipo che si porti a casa tutto e che la magnifica Charlize vinca come Migliore Attrice anche se non è candidata. Chissene frega, lei può farlo.
Il Maestro Ennio Morricone mette in tasca il premio per la Miglior Colonna Sonora e saluta tutti con un Buonasera, signori, buonasera da brivido che nemmeno il Robberto! di Sophia Loren nel ’99.

"Voglio qualcuno che mi guardi come Tarantino guarda Morricone".
– Sara Zizza#Oscars #oscar2016 #SkyCinemaOscar

— Giorgia Penzo (@_redcarpet) February 29, 2016

Alle 5, ormai, la scorta di viveri è terminata.
Rimane solo l’ansia e mi mangio pure quella. Fa il suo lavoro, laggiù nello stomaco, intanto che l’ultima ora fatale si appresta a esalare gli ultimi rintocchi. Non ho quasi più sonno.
Ecco che sul palco arriva l’attrice che leggerà il nome del Miglior Attore. È Julianne Moore, bellissima in un abito nero Chanel che fa un po’ vedova troiana al funerale di Ettore. Porterà male? Macché.
Ricordo di aver saltato sul letto, il batticuore, l’urlo sommesso per non svegliare i miei, la felicità, la soddisfazione. Un tifo che neanche ai Mondiali quando si gioca in casa.

Si dica che ho vissuto al tempo del Maestro #EnnioMorricone. Si dica che ho vissuto al tempo di #LeonardoDiCaprio.#celabbiamofatta #Oscars

— Giorgia Penzo (@_redcarpet) February 29, 2016

Prima di essere Hugh Glass in Revenant, Leondardo DiCaprio è stato Josh, un ragazzo senza nome, Toby Wolff, Arnie Grape, Kid, Jim Carroll, Arthur Rimbaud, Romeo Montecchi, Hank, Jack Dawson, Luigi XIV, Brandon Darrow, Richard, Derek, Amsterdam Vallon, Frank Abagnale Jr., Howard Hughes, Danny Archer, Billy Costigan, Roger Ferris, Frank Wheeler, Edward Daniels, Dominic Cobb, J. Edgar Hoover, Calvin J. Candie, Jay Gatsby e Jordan Belfort. Ma nessuno di questi è stato mai “abbastanza”.

Leonardo, un po’ perdente e un po’ iellato, nella vita vera ha impersonato un ruolo fin troppo simile alla nostra esistenza di tutti i giorni, riassumibile in un concentrato di MAI UNA GIOIA.
Nonostante il talento, è stato: costantemente deriso (come non citare i meme, degni discendenti dei mefitici bigliettini dietro la schiena); sempre a un passo dalla meta, lusingato, puntualmente nominato con un “le faremo sapere” e poi liquidato perchè il posto se lo prendeva un altro; obbligato ai sorrisi di circostanza per non apparire deluso; condannato a gioire dei successi altrui, accontentarsi delle briciole e sopportare l’ennesima pacca sulla spalla del “sarà per la prossima volta”.

La “prossima volta” è arrivata, finalmente.
Leonardo è un sopravvissuto, è uno di noi. Leonardo è la prova vivente che la ruota gira. Che non bisogna mai mollare. Che se credi fino in fondo in quello che fai, prima o poi ne coglierai i frutti. Che per quanto la strada sia lunga e in salita, tua madre e la tua migliore amica saranno sempre al tuo fianco.

Ci sono voluti 23 anni per questa foto e 19 per questo sguardo. Guardateli. Io direi che l’attesa è stata ripagata.

leonardo-uno-di-noi

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❝ In ogni falso si nasconde sempre qualcosa di autentico ❞

01 giovedì Ott 2015

Posted by Giorgia Penzo in Recensioni e dintorni

≈ 25 commenti

Tag

arte, cinema, falso, film, film da vedere, la migliore offerta, recensione, Tornatore

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La migliore offerta ha vinto il David di Donatello come Miglior Film nel 2013 e se lo è meritato tutto.

È la storia Virgil Oldman (Geoffrey Rush), un distinto e richiestissimo banditore d’asta: esperto d’arte e di falsi d’autore, raffinato, solitario, un po’ snob e ossessionato dall’igiene tanto da non separarsi mai dai suoi guanti.
Mosso da un innato timore reverenziale verso il gentil sesso che ammira quanto teme, colleziona ritratti femminili di ogni epoca: dai più rari e costosi a quelli di promettenti artisti emergenti, facendosi aiutare dal vecchio amico e complice Billy Whistler (Donald Sutherland) che rilancia per lui la migliore offerta durante le aste.

The-Best-Offer-La-migliore-offerta-The-Best-Offer__65Le sue doti di stimatore d’antiquariato vengono richieste da una misteriosa ragazza, Claire Ibbetson (Sylvia Hoeks), erede di un’altrettanto misteriosa famiglia ormai estinta che le ha lasciato in eredità maniero e mobilio da inventariare.
La giovane pare soffrire di agorafobia e per questo non abbandona mai la casa, né permette che anima viva la incontri. I due comunicano soltanto al telefono o attraverso una parete affrescata della villa che nasconde la camera dove lei si nasconde da quando è ragazzina. Lei vede lui, lui non vede lei. Claire è sfuggente, delicata, “pallida come un’incisione del Duhrer“, impaurita, bisognosa d’aiuto e orgogliosa. the-best-offerQuesto rapporto impari accende il signor Oldman d’interesse e curiosità verso la sua cliente. La condizione di Claire comincia a stargli a cuore tanto da volerla aiutare a superarla, e per questo arriva a trascurare la sua professione.
Facendosi consigliare sul da farsi da Robert (Jim Sturgess) – un giovane restauratore di antichi marchingegni col quale collabora – il signor Oldman impara piano piano a conoscerla. O almeno crede.
I personaggi secondari di questo racconto prendono vita negli ultimi venti minuti di film dove ogni tassello viene rivelato. Nessuno di loro è di contorno. E lì che Virgil, il compagno di viaggio di Claire in un inferno di cose non dette, si ritroverà a ripercorrere a ritroso tutti i dettagli con una nuova consapevolezza.

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La migliore offerta parla d’amore ma non è un film sull’amore.
Bellissimo, prezioso, triste, vero e spietato. Con una punta di speranza. I personaggi si scoprono in tutta la loro fragilità, anche quelli che all’apparenza si spacciavano inattaccabili. È impossibile andare oltre senza rivelare particolari della trama o del finale.
Questo capolavoro di Tornatore è consigliato ai sognatori ma non ai romantici. Il cuore ne esce inevitabilmente dolorante.

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Non abbiate paura della tristezza

17 giovedì Set 2015

Posted by Giorgia Penzo in Recensioni e dintorni

≈ 11 commenti

Tag

cinema, disney, emozioni, film, film da vedere, gioia, inside out, Pensieri, pixar, recensione, tristezza

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❝ Dedicato ai nostri bambini. Non crescete, mai.❞

Crescere è come essere un vulcano in eruzione.
Significa mescolare le emozioni e imparare a vedere le varie sfumature nelle esperienze della vita. Allora non è più tutto o bianco o nero, o mi piace o non mi piace, come quando eravamo piccoli. Certi momenti diventano dolci-amari, incatalogabili, un mix di lacrime e sorrisi.

Diventare grandi è un cambiamento inevitabile, e quando comincia non finisce più.
Alcuni pezzi di noi rimangono indietro, sbiadiscono, si perdono, si dimenticano. È una cosa normale, così come lo è non farci caso. Ma che magone quando qualcuno ce lo fa notare, magari tirando fuori una vecchia fotografia e il fatidico: “Ti ricordi?”.

Non facciamo altro che cercare di essere felici in tutti modi, illudendoci, talvolta mentendo a noi stessi, facendo finta che sia tutto ok. Fuggire dai problemi è quello che ci viene naturale. Eppure quello che ci serve davvero è fermaci un istante e riflettere.
Accettare la tristezza non è ammettere la sconfitta. Piangere non vuol dire mostrarsi deboli, anzi. Significa essere pronti a ricominciare. Perché se non esistesse la Tristezza non riusciremmo ad assaporare la Gioia, né a darle valore.

Tutto questo (e molto di più) è Inside Out. Tutto questo è la storia di Riley – 11 anni – delle emozioni che abitano la sua mente e della strada tortuosa verso il divenire adulti.
Insomma, tutto questo è la storia di ognuno di noi.

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Giorgia Penzo, emiliana, ha l'anima un po' incastrata nel passato. Ama il cinema, la mitologia e scappare a Parigi alla prima occasione. È autrice di "Ogni giorno come il primo giorno" (Editrice Nord) e "Il custode di Elias" (Il Battello a Vapore).

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