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Archivi tag: città

La strada addosso

15 giovedì Set 2016

Posted by Giorgia Penzo in Arte ~ Cultura

≈ 76 commenti

Tag

amsterdam, art, arte, atene, berlino, città, europa, lisbona, moda, parigi, Raubdruckerin, strada, street art, viaggi

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* Articolo segnalato su La Stampa nella rassegna #adotta1blogger *

Per chi ama viaggiare, avere con sé un ricordo dei luoghi visitati è quasi vitale. Portarselo addosso, poi, è come non essere mai tornati. E non sto parlando dei classici articoli per turisti.
Forse nasce con questo presupposto il progetto creativo Street Serigraphy del collettivo tedesco Raubdruckerin: i tombini, le griglie e i segnali di cemento delle più iconiche capitali europee diventano timbri per borse, felpe e magliette “upcycling”. Un’idea davvero essenziale e accattivante, apparentemente banale, che non può non affascinare le anime più cosmopolite.
La stampa è espressa: una volta scandagliato l’ambiente e scelto il motivo da imprimere, ci si passa sopra un rullo imbevuto di vernice a base d’acqua senza solventi, plastificanti o metalli pesanti. Niente di più. Il collettivo è anche attento all’ecosostenibilità del suo progetto.

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Al momento le capitali “catturate” sono cinque: Berlino (città natale del progetto con i disegni base delle aree Kreuzberg, Mitte, Neukölln e Friedrichshain), Parigi, Amsterdam, Atene e Lisbona.
Raubdruckerin reinventa la street art: la città si vive partendo dagli spazi urbani più improbabili e trascurati, ognuno dei quali racconta un pezzo di storia del luogo a cui appartiene. Si da loro un’importanza diversa, si condivide con loro un senso di appartenenza. Ciò che di solito viene calpestato diventa design.
La strada ritorna ad essere punto di partenza.

 

 

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Una città, mille cicatrici.

11 martedì Ago 2015

Posted by Giorgia Penzo in I miei viaggi

≈ 50 commenti

Tag

berlin, berlino, città, germania, vacanze, viaggi, viaggiare

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Su Berlino avevo molte aspettative.
Sarà che chi c’era già stato me ne aveva parlato in modo entusiasta, sarà che il suo passato travagliato mi attraeva. Si sa, più le aspettative sono alte e più le delusioni bruciano. Ed è un peccato.

Purtroppo questa città non mi ha entusiasmato, non è scattata la scintilla. L’ho vissuta ma non mi è entrata sottopelle. Non mi ha fatto spalancare gli occhi dalla meraviglia. Non mi ha fatto dire nemmeno una volta: “Stupendo!” come invece mi è successo a Parigi, Madrid, Saragozza, Praga, Roma. Ho provato rispetto ma non emozione. Elettrocardiogramma piatto.

Lo skyline di Berlino è un panorama di gru e cantieri a cielo aperto. La storia se la sono portata via le bombe della Seconda Guerra Mondiale così come l’arte antica. Tutto è nuovo, ricostruito, austero, techno. Forse troppo.
I locali notturni esclusivi e selettivi non valgono – da soli – la pena del viaggio. E quando finalmente si riesce a superare i buttafuori, ci si accorge che non è stata una grande idea: una volta dentro, tutti fumano sigarette e quant’altro in assoluta libertà, ovunque. Fastidioso.
Non è raro che strade, piazze e aiuole siano preda di rifiuti abbandonati al loro destino e i ratti – più spesso di quanto non ammetta il caso fortuito – girano indisturbati tra le distese all’aperto dei ristoranti.
La vita di un turista non è impossibile ma è un po’ faticosa: orari sbagliati di chiusura dei musei sui siti ufficiali, personale di vigilanza maleducato che sbuffa se gli si chiede gentilmente una spiegazione, zero flessibilità.
Berlino è stata fredda con me, ed io con lei. Succede.

Lati positivi? I mezzi di trasporto sono di una puntualità e di un’efficienza disarmante. In alcuni musei si celano veri e propri tesori, ma vanno cercati. E poi c’è la Spezi, una rivelazione assoluta che non conoscevo, ovvero una bibita nata dal mix tra Coca Cola e Fanta. A una prima idea sembra un brodo disgustoso, eppure è tutto l’opposto, giuro. Ma c’è di più.
Berlino nasconde degli angoli di bellezza che ho tentato d’immortalare nei miei scatti, dettagli che ti fanno sospirare: “dai, forse ne è valsa la pena”. Sì, alla fine è valsa. Ma no, non ci tornerò. Non è una città che fa per me.

Ovviamente questo è il mio pensiero e si basa sulla mia esperienza personale di quasi 10 giorni nella capitale tedesca. Per quanto riguarda certe situazioni, mi auguro di essere stata solo molto sfortunata. Per altre, beh, de gustibus. :)
Questo viaggio non è stato totalmente negativo, soltanto un po’ amarognolo. Il mio consiglio? Se Berlino vi ispira, visitatela. Le sue cicatrici la ammantano di un fascino particolare che non parla a tutti. Magari voi sarete tra i fortunati. :)

Il duomo di Belino è stato gravemente danneggiato durante la Seconda Guerra Mondiale. Venne restaurato e la cupola ricostruita fra il 1975 e il 1981. Riaprì al pubblico solo nel 1993.

Il duomo di Belino è stato gravemente danneggiato durante la Seconda Guerra Mondiale. Venne restaurato e la cupola ricostruita fra il 1975 e il 1981. Riaprì al pubblico solo nel 1993.

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Particolare della cupola.

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Interno.

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Sarcofago di Federico I e della moglie Sophie Charlotte al Duomo, opera di Andreas Schlüter. Dettaglio.

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Cripta della famiglia reale prussiana Hohenzollern al Duomo.

Cripta della famiglia reale prussiana Hohenzollern al Duomo.

Cripta della famiglia reale prussiana Hohenzollern al Duomo.

Museo di Storia Naturale. Al centro della mostra "Evolution in Aktion" si trova lo scheletro di dinosauro più grande del mondo, che è appartenuto alla specie Brachiosaurus brancai, con un altezza di 13,27 metri.

Museo di Storia Naturale. Al centro della mostra “Evolution in Aktion” si trova lo scheletro di dinosauro più grande del mondo appartenuto alla specie Brachiosaurus brancai, con un’altezza di 13,27 metri.

Memoriale per gli ebrei assassinati d'Europa.  Si trova nel quartiere Mitte ed è stato progettato dall'architetto Peter Eisenman, assieme all'ingegnere Buro Happold per commemorare le vittime della Shoah. Il Memoriale è composto da un campo di 2.711 stele in calcestruzzo colorate di grigio scuro, organizzate secondo una griglia ortogonale, totalmente percorribile al suo interno dai visitatori. Le stele sono tutte larghe 2,375 m e lunghe 95 cm, mentre l'altezza varia da 0,2 a 4 m. Dalla vista esterna appaiono tutte di altezze simili ma, poggiando su di un fondo variamente inclinato, le più basse lungo il perimetro esterno, "fagocitano" gradualmente il visitatore che si addentra fra esse. In base al testo di progetto di Eisenman, infatti, le stele sono realizzate per disorientare e l'intero complesso intende rappresentare un sistema teoricamente ordinato, che fa perdere il contatto con la ragione umana in un'angosciante solitudine.

Memoriale per gli ebrei assassinati d’Europa. Si trova nel quartiere Mitte ed è stato progettato dall’architetto Peter Eisenman, assieme all’ingegnere Buro Happold per commemorare le vittime della Shoah. Il Memoriale è composto da un campo di 2.711 stele in calcestruzzo colorate di grigio scuro, organizzate secondo una griglia ortogonale, totalmente percorribile al suo interno dai visitatori. Le stele sono tutte larghe 2,375 m e lunghe 95 cm, mentre l’altezza varia da 0,2 a 4 m. Dalla vista esterna appaiono tutte di altezze simili ma, poggiando su di un fondo variamente inclinato, le più basse lungo il perimetro esterno, “fagocitano” gradualmente il visitatore che si addentra fra esse. In base al testo di progetto di Eisenman, infatti, le stele sono realizzate per disorientare e l’intero complesso intende rappresentare un sistema teoricamente ordinato, che fa perdere il contatto con la ragione umana in un’angosciante solitudine.

Quartiere Mitte

Quartiere Mitte

Stazione della metropolitana riaddattata a lounge bar

Stazione della metropolitana riadattata a lounge bar

Porta di Brandeburgo

Porta di Brandeburgo

Memoriale e centro di documentazione Muro di Berlino. Alcuni resti del Muro.

Memoriale e centro di documentazione Muro di Berlino. Alcuni resti del Muro.

Chiesa di Gedächtniskirche. Gravemente danneggiata dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, non è stata più ricostruita e le sue rovine offrono una viva testimonianza degli orrori della guerra.

Chiesa di Gedächtniskirche. Gravemente danneggiata dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, non è stata più ricostruita e le sue rovine offrono una viva testimonianza degli orrori della guerra.

Lo Schloss Charlottenburg è il più grande palazzo storico rimasto a Berlino dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Lo Schloss Charlottenburg è il più grande palazzo storico rimasto a Berlino dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Castello di Charlottenburg. Dettaglio.

Castello di Charlottenburg. Dettaglio.

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Castello di Charlottenburg. Dettaglio.

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Castello di Charlottenburg. Dettaglio.

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Castello di Charlottenburg. Dettaglio.

Castello di Charlottenburg. Dettaglio.

Castello di Charlottenburg. Dettaglio.

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L’hiver à Paris

06 martedì Gen 2015

Posted by Giorgia Penzo in Parigi è sempre una buona idea

≈ 63 commenti

Tag

arte, Capodanno, città, foto, fotografia, Laduree, Maria Antonietta, marie antoinette, musical, natale, Notre Dame, parigi, paris, storia, Tour Eiffel, vampiri, Versailles, viaggi, viaggiare

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Ho appena finito di svuotare la valigia e ho già voglia di riempirla di nuovo, ci credete? :)
Prima d’iniziare a contare sul calendario i giorni che mi separano dal prossimo viaggio, vi racconto della mia esperienza invernale nella capitale francese. Tantissimi blog trattano di Parigi in maniera molto approfondita, ma io desidero parlarvene nel modo che preferisco, ovvero in pillole attraverso i miei scatti :)

La cattedrale di Notre-Dame la Vigilia di Natale. C’era freddo, ma sarei rimasta a osservarla per ore. Serve aggiungere altro davanti a tanta bellezza?

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Il cimitero di Père Lachaise sotto la luce del tramonto nel giorno di Natale. Quieto, poetico, fuori dal tempo.

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L’Avenue des Champs-Élysées addobbata a festa. Ai lati, decine di casette di legno ospitavano un mercatino natalizio zeppo di artigiani e prodotti tipici. Cibo da strada sublime.

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Da appassionata di Maria Antonietta, questa è ormai una tappa fissa. :D Il 26 dicembre gita fuori porta a Versailles: il Petit Trianon e le domaine de Marie Antoinette.

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Il palazzo della Conciergerie. L’ultima dimora terrena di Marie Antoinette e della maggior parte dei 2780 condannati a morte durante la Rivoluzione.
[Se vi interessa approfondire la vicenda dei processi a Luigi XVI e Maria Antonietta potete cliccare QUI].

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Brocca dalla quale Maria Antonietta bevve prima di essere condotta al patibolo il 16 ottobre 1793

Brocca dalla quale Maria Antonietta bevve prima di essere condotta al patibolo il 16 ottobre 1793

Dettaglio della finestra della cappella espiatoria col monogramma di Marie Antoinette. Affaccia direttamente sul Cortile delle Donne.

Dettaglio della finestra della Cappella Espiatoria col monogramma di Marie Antoinette. Affaccia direttamente sul Cortile delle Donne, dove le detenute potevano prendere aria. A lei non fu mai concesso andarci.

Montmarte, la culla dell’arte.

Le mur des Je T’Aime, è un’originale opera artistica di 10 metri per 4 progettata dall’artista Frédéric Baron con la collaborazione di Claire Kito. Sulle piastrelle blu sono scritti più di 300

Le mur des Je T’Aime, è un’originale opera artistica di 10 metri per 4 progettata dall’artista Frédéric Baron con la collaborazione di Claire Kito. Sulle piastrelle blu sono scritti più di 300 “Ti Amo” in tutte le lingue del mondo.

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Place du Tertre

Cioccolata in tazza e macarons da Ladurée. Buonissimi. I miei gusti preferiti: caramello al burro salato e vaniglia.

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Vicino a Place Vendôme ho scovato NINA’S, raffinato negozietto di tè e piccola pasticceria.
La maison è nata nel 1672, quando Pierre Diaz ha creato “La Distillerie Frères”. E’ stata la prima azienda a distillare oli essenziali di lavanda in Francia e divenne famosa per la l’arte di creare profumi. Il proprietario era conosciuto anche come “il Mago di aromi” ed è diventato il fornitore di profumi della Corte di Versailles, dove la loro lavanda e le essenze alla rosa erano particolarmente apprezzati.
Una delle famose miscele di NINA’S è il tè Marie Antoinette, delicatamente aromatizzato con mele – provenienti dal Potager du Roi di Versailles – e rose.

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Ultimo giorno dell’anno: un giro sulla ruota panoramica in Place De La Concorde e lo spettacolare panorama fino all’Arco di Trionfo. A mezzanotte, fuochi d’artificio e la Tour Eiffel che sberluccica. :D

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Un tè all’Hotel Le Bristol per ammirare dal vivo il quadro di F. H. Drouais, Marie Antoinette au livre (1781).

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Il pomeriggio del primo giorno del 2015 l’ho trascorso al Théatre Mogador per il musical Le Bal des Vampires. Scenografie mozzafiato, ballerini e attori bravissimi, canzoni coinvolgenti. Da non perdere se vi capita l’occasione! :)

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Il mio bottino: il tè Marie Antoinette di NINA’S nella romantica confezione in latta rosa confetto e Marie-Antoinette: Carnet secret d’une reine: un albo illustrato da Benjamin Lacombe che contiene buona parte della corrispondenza dell’ultima regina dell’Ancien Régime raccolta dalla storica Cecile Berly.
A questo libro dedicherò prossimamente un post con la mia recensione. :)

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Durante i dieci giorni in cui sono stata via non è caduto un solo fiocco di neve! Ma pazienza, sarà per la prossima volta. :)
Cosa mi rimane di questo bellissimo viaggio? Tantissime cose ancora da visitare; la gioia della mia amica quando ha ricevuto la cartolina che le ho spedito; gli occhi pieni della mia città preferita (che un giorno vorrei chiamare casa), e il desiderio di tornarci al più presto.

Foto di Elena Serboli

Foto di Elena Serboli

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Cronaca di un’estate tra capitali e città d’Europa

18 lunedì Ago 2014

Posted by Giorgia Penzo in I miei viaggi

≈ 29 commenti

Tag

città, europa, lubiana, madrid, postumia, saragozza, tour, trieste, vacanze, viaggi, zagabria

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Dopo 15 giorni passati a zonzo tra 3 capitali europee (e a quello che ci sta in mezzo!), eccomi qui a tracciare il resoconto delle cose  in cui sono incappata e che mi hanno colpita di più: pillole e immagini scattate dalla sottoscritta, che spero riescano a darvi un’idea di quello che ho avuto la fortuna di visitare :)

PRIMA TAPPA: MADRID 

Ero già stata in Spagna, ma mai nella sua capitale.
La prima cosa che ho notato è che Madrid non dorme mai. Anche alle 4 o alle 5 del mattino, vicino a Puerta del Sol, Piazza di Spagna o nelle stradine che portano alla Gran Via, c’è un continuo via vai di gente, come se fosse l’ora dell’aperitivo.
Nonostante nel cuore della notte gli operatori ecologici irrorino le strade d’acqua per pulirle, nessuno sembra intenzionato a rinunciare al proprio vagabondare. E pace se i sandali si bagnano o se il passaggio per un locale è ostruito da uno dei camion della nettezza urbana. Si trova sempre una via alternativa.
Lo sciame di PR e “buttadentro” cercano di convincerti a seguirli sventolando omaggi e riduzioni, mentre le prostitute, in zelante attesa sotto gli alberi o in qualunque angolo baciato dall’ombra, risultano molto più discrete (la maggior parte delle volte).

Foto di Giorgia Penzo.

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Per me Madrid è la discoteca Joy Eslava, aperta tutte le notti e ricavata da un ex teatro. Scenografie personalizzate per ogni serata, musica che varia in base all’occasione e buttafuori che sembrano usciti da un film d’azione americano.
Madrid è la sangria consumata a ogni ora (la migliore l’ho bevuta a La Cueva de 1900), il pranzo alle quattro del pomeriggio, e la colazione con i churros e la cioccolata calda (rigorosamente al San Ginés).

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Madrid è la cucina fusion che non ti aspetti, soprattutto se il posto in questione ha un’insegna color carta da zucchero e si chiama La Camarilla.
Se avete giocato almeno una volta al gioco di ruolo Vampire: The Masquerade non potrete rimanere indifferenti al nome del locale. In caso contrario incapperete comunque in un ottimo ristorante. :)

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Madrid è l’arte del Prado, del Palazzo Reale e delle cattedrali, ma più di tutti è un quadro. È il Ritratto di Millicent, Duchessa del Sutherland.
Un pezzo del mio cuore è ancora davanti all’enorme cornice 254 x 146 cm esposta al museo Thyssen, e credo che rimarrà lì per sempre.

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John Singer Sargent – Portrait of Millicent, Duchess of Sutherland (Dettaglio), 1904. Museo Thyssen-Bornemisza

Madrid è anche la stazione Antocha. È un treno per Saragozza e un biglietto di andata e ritorno per una giornata in Aragona. Arrivati alla grigia stazione di Delicias si esce, si prende un taxi e tutto d’un tratto ci si accorge di avere poggiato il piede in un mondo arabeggiante.

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Veduta di Saragozza dal Puente de Piedra

Palazzo dell'Aljaferia

Palazzo dell’Aljaferia

Infine Madrid è il verso di una poesia scritto sull’asfalto bruciato dal sole, calpestato e poi letto di sfuggita il giorno prima di tornare a casa.

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SECONDA TAPPA: TRIESTE 

Il tempo di riorganizzare le valigie dopo 8 giorni in España, caricare la macchina e via, da Ovest a Est.
Trieste è stata una toccata e fuga. Mi ha accolto con l’immancabile brezza di mare e un’afa che nemmeno a Madrid avevo patito. Ma possiede la piazza più bella che abbia mai visto, affacciata sul molo. Di notte si fa fatica ad abbandonarla.

Piazza Unità d'Italia

Piazza Unità d’Italia

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Veduta dal molo

TERZA TAPPA: POSTUMIA 

Le famosissime grotte, con i protei, le stalagmiti e le stalattiti. Ma più di ogni cosa il Castello di Predjama, incastonato al riparo di una grotta carsica su una parete di roccia alta 123 metri. Unico.

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Castel Lueghi. Inizio della costruzione: XIII secolo.

QUARTA TAPPA: ZAGABRIA 

Della Croazia conoscevo la costa, ma non l’entroterra. La capitale, a un passo dal confine con la Slovenia, mi ha lasciato un po’ l’amaro in bocca.
Bella ma timida, quasi restia ad abituarsi ai visitatori stranieri. Non tutti parlano l’inglese di base, ed escludendo i locali per turisti è stata una faticaccia trovare un menu scritto in un idioma comprensibile. Gran parte degli esercizi commerciali poi non accetta Bancomat o carte di credito come pagamento. Idem per i musei cittadini: nessuno è dotato di POS e gli Euro vengono presi raramente (e solo sottobanco).
Ciò nonostante, questa città nasconde scorci e dettagli introvabili altrove.

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Ex voto. Cattedrale dell’Assunzione.

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QUINTA TAPPA: LUBIANA

Ultima fermata prima di ripiegare verso casa, con la promessa di tornarci con più calma, perché un pomeriggio non è sufficiente per visitare questa città affascinante. La capitale della Slovenia è un gioiello di barocco e Art Nouveau protetto dai draghi. Profuma di cibo delizioso e le sue viuzze somigliano a quelle di una piccola Vienna.
La mia Lubiana è stato un sussurro romantico: il sole appannato dalle nuvole, la musica di un artista di strada che canta Imagine di John Lennon, il naso all’insù per scorgere il castello nascosto dietro le fronde degli alberi, e una passeggiata lungo il fiume Ljubljanica durata troppo, troppo poco.

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Ponte dei Draghi. Dettaglio.

Ponte dei Draghi

Ponte dei Draghi e il Ljubljanica.

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La torre del Castello di Lubiana.

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Chi sono

Giorgia Penzo, emiliana, ha l'anima un po' incastrata nel passato. Ama il cinema, la mitologia e scappare a Parigi alla prima occasione. È autrice di "Ogni giorno come il primo giorno" (Editrice Nord) e "Il custode di Elias" (Il Battello a Vapore).

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