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~ Avete presente quegli scomodi abiti vittoriani? Ecco. Io non vorrei indossare altro.

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BLOG TOUR Ogni giorno come il primo giorno – Vinci una copia cartacea del libro

28 lunedì Mag 2018

Posted by Giorgia Penzo in Romanzi

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Tag

amicizia, amore, blog tour, book, books, casa editrice nord, famiglia, giveaway, libri, libro, ogni giorno come il primo giorno, romanzo, scuola, sorelle, young adult

Un diario per ricominciare. E raccontare, giorno dopo giorno, la sua vita senza la sorella.

Il blog tour di Ogni giorno come il primo giorno giorno inizia oggi!
Cinque fantastici blog ci accompagneranno giorno per giorno in altrettante tappe alla scoperta del libro, dei suoi protagonisti e delle sue atmosfere.

Prima tappa – https://ilconfinedeilibri.blogspot.it/
Seconda tappa – http://sognandotralerighe.blogspot.it/
Terza tappa – http://bloglibriamo.blogspot.it/
Quarta tappa – http://diariodiunsognoblog.blogspot.it/
Quinta tappa – http://voglioesseresommersadailibri.blogspot.it/

In palio c’è una copia cartacea del romanzo edito da Casa Editrice Nord che sarà in tutte le librerie a partire dal 31 maggio. Per provare a vincerla seguite le semplici regole che trovate nella descrizione dell‘evento Facebook e in bocca al lupo! ♡

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Ogni giorno come il primo giorno #24

11 venerdì Mag 2018

Posted by Giorgia Penzo in Pensieri, Romanzi

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amore, diario, famiglia, festa della mamma, mamma, ogni giorno come il primo giorno, Pensieri, petra, romanzo

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Per tutte quelle volte che non ti do retta e tu hai la pazienza di aspettare che ti ascolti; per tutte le volte che litighiamo e poi facciamo pace con uno sguardo che vale più di ogni parola; per tutte le volte che non riusciamo a comprenderci, a convivere, a sopportare i difetti dell’altra; per il profumo dei tuoi vestiti che si sprigiona aprendo l’armadio; per le tue torte che nascono la notte quando non riesci a dormire; per il ricordo delle tue mani morbide che mi fanno le trecce ai capelli, da bambina; per il giorno in cui, dopo aver portato a casa quel fagotto rosa dall’ospedale, mi ha sussurrato: «Adesso sei la sorella maggiore»; per tutte le volte in cui me lo hai ripetuto per spronarmi a essere più responsabile; per tutti i tuoi «no» che, come dici tu, prima o poi comprenderò; per il tuo sorriso, difficile da conquistare; per ogni dettaglio di te che è in me; per tutto questo e per le altre mille cose che dimentico di elencare, che non riesco a confessarti o che per orgoglio non posso ammettere: ti scrivo grazie, qui. Un grazie che non ha confini. Non so se lo leggerai mai, se te ne accorgerai mai. Auguri, mamma. È la tua festa.  → continua sulla pagina Facebook Ogni giorno come il primo giorno

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Ogni giorno come il primo giorno #23

08 martedì Mag 2018

Posted by Giorgia Penzo in Pensieri, Romanzi

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amore, diario, famiglia, mamma, ogni giorno come il primo giorno, Pensieri, petra, romanzo

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Ricordo ancora quanto le estati erano magiche; quando ogni giugno, durante l’ultimo giorno di scuola, raccontavo alle maestre ciò che sarebbe successo da lì a pochi giorni. Ricordo il cuore gonfio della felicità più autentica. Dormire con mamma durante le vacanze estive in campeggio era la mia avventura; la tenda si trasformava in un covo segreto che potevamo spartire noi due soltanto. Aspettavo i bagni sulla secca, i castelli di sabbia, le festicciole con i vicini di piazzola. Ma più di ogni altra cosa attendevo il momento in cui io e mia madre saremmo rimaste da sole tra quattro mura di stoffa impermeabile. La smania era così incontenibile che la notte della partenza non dormivo mai. Ero una bambina drogata di amore promesso.
Sotto la volta stellata addolcita dalla melodia delle onde, non mancava mai una storia letta alla luce della torcia. Prima di addormentarci insieme al suono degli insetti notturni, mamma mi faceva notare quanto fossimo uguali. Ogni sera elencava quello che condividevamo: il colore degli occhi, i capelli fini, la voglia color caffelatte sul polpaccio destro… era la mia ninna nanna. Per anni ne sono stata orgogliosa; per altrettanti, poi, ho odiato ogni dettaglio anatomico che mi riconducesse a lei… 
→ continua sulla pagina Facebook Ogni giorno come il primo giorno

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Ogni giorno come il primo giorno #19

20 venerdì Apr 2018

Posted by Giorgia Penzo in Pensieri, Romanzi

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blog, desideri, famiglia, libro, ognigiornocomeilprimogiorno, Pensieri, petra, vita

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Vorrei appendere a un ramo tutti i miei desideri, farli dondolare al vento, seccare al sole, tritarli così finemente da trasformarli in polvere di fata e provare a volare. Volare via, lontano da qui. Ma ho mille zavorre ai piedi: la scuola, il futuro incerto, l’amore incerto, le amicizie che non iniziano nemmeno, una famiglia impeccabile stanca di aspettare che io diventi qualcuno. Ho occhi e dita puntati addosso, e lingue taglienti dietro le spalle. É così difficile non deludere mai le aspettative. Ma come fate voi? Come si fa a vivere dovendo accontentare tutti? Cloe ha ragione. Si fa fatica a tenere il ritmo. Sì, vorrei volare via, lontano da qui. Come le farfalle che si spostano cullate dal vento. Che ne sanno le farfalle degli uragani? E di quello che succede nello stomaco delle persone? A loro di certo non importa. Le farfalle cavalcano l’aria per pochi giorni appena, poi cadono. Ma in quella manciata d’ore sono padrone del loro destino… → continua sulla pagina Facebook Ogni giorno come il primo giorno

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Ogni giorno come il primo giorno #17

13 venerdì Apr 2018

Posted by Giorgia Penzo in Pensieri, Romanzi

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amore, blog, destino, famiglia, libro, ognigiornocomeilprimogiorno, Pensieri, petra, sogni, sorella

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Français | English | Español | Deutsch

«Stanotte ho fatto un sogno.» 
«Uno bello, Cloe?» 
«Non saprei. C’eravamo noi. Tu eri davanti a me, io ti tenevo la mano. A un certo punto l’hai lasciata, sei corsa via, mi hai fatto cenno di seguirti. Ti sei anche fermata ad aspettarmi, ma io non mi sono mossa. Ti ho salutato da lontano, ci siamo guardate negli occhi, ti ho sorriso. Tu senza di me non volevi proseguire, ma dovevi.»
«E alla fine?» 
«Alla fine ti sei seduta sull’erba.»
«E sono andata via?» 
«No, sei rimasta là finché non mi sono svegliata.» 
«Perché io non vado da nessuna parte senza di te.»
«Me lo prometti?» 
«Che non ti lascerò mai?» 
«Che mi proteggerai.»
«Da tutti quanti, da tutto il mondo. È il compito di ogni sorella maggiore.» 
«Lo sai che ho bisogno di te, Petra». 
«Di cosa hai paura?» 
→ continua sulla pagina Facebook Ogni giorno come il primo giorno

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Ogni giorno come il primo giorno #14

03 martedì Apr 2018

Posted by Giorgia Penzo in Pensieri, Romanzi

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amore, blog, famiglia, libro, love, ognigiornocomeilprimogiorno, Pensieri, petra

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«Petra, com’è quando ci si innamora?» mi ha domandato Cloe a bruciapelo.
«E a me lo chiedi?»
«E a chi, se no? Sei mia sorella.» 
«Abbiamo due anni di differenza. Cosa posso insegnarti?»
Mi ha sorriso. «Tutto quello che hai imparato in questi due anni.»
«Non ti sei mai innamorata, Cloe?»
«Mi piaceva un ragazzo, una volta. Ma non credo fosse vero amore.»
«Come lo sai?»
«Mancava qualcosa.»
«Mancava il riuscire a rimanere seduti uno accanto all’altra, in silenzio, per interi minuti senza imbarazzo? Mancava la felicità che ti divora quando ti accorgi che, in mezzo a tante, ha guardato proprio te? Quando appare il suo nome sul telefono? O quando lo vedi per caso un giorno che mai avresti pensato di incontrarlo?».
«Esatto! Dimmi tutto quello che…».
L’ho bloccata. «Posso dirti quello che tutti hanno detto a me: innamorarsi è una fregatura.»
E deve esserlo davvero. No, non ho nessuna dritta da dare a Cloe. Dopotutto, sono un pessimo esempio. Finisco sempre per prendermi una cotta per l’unica persona che non potrò mai avere. E benché ne sia consapevole, continuo a cascarci. Torturo il mio cuore nella cocciuta convinzione che si svegli, che si ribelli, che mi dica: “ehi, comincia a darti una regolata”. Ma che regolata. Sono quella che s’innamora dei personaggi dei libri, dei film e delle serie tv, e dei ragazzi incrociati sull’autobus. Datevela voi una regolata. Io sospiro per chi non mi considererà mai e per chi nemmeno esiste.
→ continua sulla pagina Facebook Ogni giorno come il primo giorno

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Ogni giorno come il primo giorno #13

30 venerdì Mar 2018

Posted by Giorgia Penzo in Pensieri, Romanzi

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blog, buona pasqua, famiglia, libro, ognigiornocomeilprimogiorno, pasqua, Pensieri, petra, ricordi

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Non si è mai troppo grandi per un bacio sulla fronte, per guardare un cartone animato insieme alla propria sorella e ripeterne le battute a memoria, per farsi viziare dai nonni che ci trovano sempre troppo magri.
Non si è mai troppo grandi per credere nel lieto fine, per sognare di diventare qualcuno che non avremo mai il coraggio di essere, per parlare col proprio animale domestico, per fare indigestione di caramelle gommose, per tirarsi le palle di neve anche se dal cielo ne è caduto uno spruzzo soltanto.
Non si è mai troppo grandi per ricevere l’uovo di Pasqua, per romperlo con un colpo di karate, per quell’istante di stupore, per assemblare la sorpresa seguendo le istruzioni, per ascoltare ancora una volta il suono della carta argentata che lo avvolge. Quel guscio di cacao è uno scrigno di ricordi meravigliosi… → continua sulla pagina Facebook Ogni giorno come il primo giorno

Buona Pasqua a tutti! :)

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Ogni giorno come il primo giorno #12

27 martedì Mar 2018

Posted by Giorgia Penzo in Pensieri, Romanzi

≈ 5 commenti

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amore, blog, famiglia, libro, madre, ognigiornocomeilprimogiorno, Pensieri, petra

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In un mondo parallelo, le madri al primo “sì, ho capito” desistono dal ripetere lo stesso concetto per un numero infinito di volte. 
La mia ha sempre pronto un complimento per mia sorella e un rimprovero per me. Siamo troppo simili, io e mia madre. Così tanto che non riusciamo a incastrarci, a combaciare. Vorrei litigare con lei di meno, deluderla di meno, ferirla di meno. Essere considerata un po’ di più. → continua sulla pagina Facebook Ogni giorno come il primo giorno

 

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“Papà, ma l’amore può finire?”

09 mercoledì Dic 2015

Posted by Giorgia Penzo in Arte ~ Cultura

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amore, bambini, famiglia, innocenza, love, papà, Pensieri, vita

Ieri Virginia mi ha chiesto: “Papà, ma se tu e la mamma vi lasciate chi è che tiene due figlie e chi una?”
Ero in cucina che stavo affettando le cipolle, la domanda mi ha colto di sorpresa.
“In che senso, Virginia?”, ho detto.
“Siamo tre sorelle”, ha detto, “la terza sorella non potete mica dividerla a metà!”
Mi è venuto da ridere. Stavo per risponderle: “Non ti preoccupare, amore, la mamma ed io non ci lasceremo mai”, ma non volevo mentirle, perché so che ogni relazione s’inventa ogni giorno, e il torto più grande che puoi fare a te stesso, e agli altri, è proprio quello di crederti invincibile.
“Virginia”, ho detto, “se per caso la mamma ed io un giorno ci separassimo vi vedremmo tutte e tre, un po’ io e un po’ la mamma, non ti preoccupare.”
“Ma in Mrs. Doubtfire il papà vedeva i bambini solo il sabato”, ha detto.
“Virginia, certe volte quando due genitori si lasciano possono succedere delle cose”, ho detto. “Magari non si sono lasciati bene, ma litigando. Ma la mamma ed io siamo stati sempre d’accordo che, se anche ci lasciassimo, voi verreste sempre prima di tutto. Hai capito? Sempre.”
Mi ha fissato in silenzio.
“Papà”, ha detto d’un tratto. “Ma l’amore può finire?”
Ci ho pensato un attimo prima di rispondere.
“L’amore non finisce”, ho detto, “sono le persone che cambiano.”
“Le persone?”, ha detto.
“Virginia”, ho detto, “anche gli adulti crescono, sai? Tu adesso sei una bambina grande, sette anni fa eri una bambina piccola. Funziona un pochino così anche per le mamme e i papà. Io quando ho conosciuto la mamma ero una persona diversa, lo era anche lei. L’importante, quando due persone si amano, è riuscire a cambiare insieme o rispettare i cambiamenti dell’altro. I genitori, con i propri figli, fanno proprio quella cosa lì, invece fra loro certe volte non ci riescono. E’ per quello che l’amore per i figli è l’unico che non finisce mai mai.”
“Ma tu”, ha detto, “quando hai incontrato la mamma, come hai fatto a sapere che era la mamma?”
“Non ho capito”, ho detto.
“Come hai fatto a capire che volevi amarla?”, ha detto.
“Ah, quello”, ho detto. “L’ho capito dopo circa dieci minuti.”
“E da cosa?”, ha detto.
“Quando ci siamo incontrati la prima volta, si è sollevata i capelli dietro la nuca, sopra la testa, e si è fatta uno chignon senza neanche un elastico, solo annodandoli”, ho detto.
“E allora?”, ha detto.
“E allora lì ho capito che lei aveva disperatamente bisogno di un elastico”, ho detto. “E io dei suoi capelli.”
“E tu ce l’avevi, l’elastico?”, ha detto.
“No”, ho detto, “ma quando la mamma lo ha scoperto ormai mi voleva già bene.”
“Papà!”, ha detto, “ma allora l’hai imbrogliata.”
“Forse un pochino”, ho detto, “ma il punto è che la mamma è stata la prima che mi abbia mai fatto venire voglia di cercare un elastico, capisci che intendo?”
Mi ha guardato per qualche secondo.
“Tieni papà”, mi ha detto, sfilandosi l’elastico che le teneva su i capelli. “Così tu e la mamma non vi lasciate.”
Lei ha riso, io per fortuna stavo affettando le cipolle.

– Matteo Bussola, disegnatore presso Sergio Bonelli Editore

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