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«E se poi non lo amassi?» «Lo amerai» – I luoghi incantati de “Il Racconto Dei Racconti”

23 martedì Giu 2015

Posted by Giorgia Penzo in Recensioni e dintorni

≈ 36 commenti

Tag

favola, film, il racconto dei racconti, italia, magia, recensione, turismo, viaggi, viaggiare

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Dimenticatevi il cinema italiano che conoscete.
Scordate la satira politica, le volgarità, i doppi sensi che non fanno ridere, i temi triti e ritriti, i trentenni che non vogliono crescere. Scoprite un film italiano nuovo, che italiano non sembra ma che dell’Italia ha tutto, a partire dai luoghi in cui è stato girato.

Il Racconto dei Racconti di Matteo Garrone è un fantasy ispirato a tre fiabe del 1600 che fanno parte della raccolta Lu cunto de li cunti dello scrittore napoletano Gianbattista Basile: La regina, La pulce e Le due vecchie.
Le location e i paesaggi che si vedono nei film non sono set ricostruiti in teatri di posa. Esistono davvero e sono meraviglie del nostro Paese di cui spesso non ci accorgiamo.
Nel caso foste ancora indecisi su dove passare le vacanze quest’estate, sappiate che a un passo da voi si nascondono posti da favola… letteralmente. ;)

Il Castello di Donnafugata si trova in Sicilia, a pochi chilometri da Ragusa. Questa splendida dimora nobiliare del tardo Ottocento è stata scelta come palazzo della regina di Selvascura, interpretata da Salma Hayek nel capitolo La regina.

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Castello di Donnafugata. Al contrario di quello che possa sembrare, non si tratta di un castello medievale ma di una sontuosa villa in stile neogotico.

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Labirinto del castello di Donnafugata dove nel film la regina gioca col figlio Elias. La pianta a trapezio è simile a quella del labirinto di Hampton Court, situato vicino Londra.

Labirinto del castello di Donnafugata dove, nel film, la regina gioca col figlio Elias. La pianta a trapezio è simile a quella del labirinto di Hampton Court, situato vicino Londra.

Parte degli interni, invece, appartengono al Castello di Sammezzano. Di architettura moresca (1605 circa), è situato in Toscana in provincia di Firenze. La stanza che salta più all’occhio è sicuramente La sala degli Amori (nel film ritoccata con del gesso per sembrare ancora più candida) dove la regina divora il cuore di drago marino.

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Sala degli Amori

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La regina mangia il cuore di drago cotto da una vergine. La speranza è quella di riuscire finalmente a rimanere gravida.

La tana del drago marino non è altro che una valle delle Gole dell’Alcantara, sempre in Sicilia.

Le Gole dell'Alcantara, in Sicilia, sono delle gole alte fino a 25 metri e larghe nei punti più stretti 2 metri e nei punti più larghi 4-5 metri © Wikimedia

Gole dell’Alcantara. Le pareti non sono state scavate dall’erosione dell’acqua ma create da una colata di lava basaltica.

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Il re, innamorato della propria regina, farebbe di tutto pur di renderla felice. Anche cacciare per lei un micidiale mostro dei fondali…

Il Castello di Roccascalegna, costruito dai longobardi nel XII secolo a difesa degli attacchi bizantini, si trova in Abruzzo in provincia di Chieti. Nel film è la dimora del re di Roccaforte, interpretato da Vincent Cassel nel capitolo Le due vecchie.

Castello di Roccascalegna. Fu costruito dai longobardi a difesa degli attacchi bizantini. La leggenda vuole che il barone Corvo de Corvis impose lo ius primae noctis che obbligava le donne del paese a passare la prima notte di nozze con lui. Una di loro, però, non fu d'accordo: accoltellò il barone che, prima di morire, impresse col sangue l'impronta della mano su una roccia, venuta alla luce dopo i recenti restauri. Si dice che l'impronta di sangue, anche se lavata via, ricompaia ogni volta.

La leggenda vuole che il barone Corvo de Corvis impose lo ius primae noctis, obbligando le donne del paese a passare la prima notte di nozze con lui. Una di loro, però, non fu d’accordo: accoltellò il barone che, prima di morire, impresse col sangue l’impronta della mano su una roccia rinvenuta dopo i recenti restauri. Si dice che l’impronta di sangue, anche se lavata via, ricompaia ogni volta.

All’inizio del capitolo, il re di Roccaforte e due cortigiane attraversano in carrozza un ponte surreale. Si tratta del Ponte della Maddalena in provincia di Lucca (Toscana).

Il Ponte della Maddalena (altrimenti noto come il Ponte del Diavolo) è una bizzarra costruzione asimmetrica. Si trova in Garfagnana dove attraversa il fiume Serchio.

Il Ponte della Maddalena (altrimenti noto come il Ponte del Diavolo) è una bizzarra costruzione asimmetrica. Si trova in Garfagnana e attraversa il fiume Serchio.

É in Lazio, nel suggestivo Bosco del Sasseto (Acquapendente, Viterbo) che si compie la magia su Dora, una delle due vecchie protagoniste dell’episodio.

Bosco del Sasseto. Si trova ai piedi del castello di Torre Alfina.

Bosco del Sasseto: muschi, licheni e alberi secolari. Si trova ai piedi del castello di Torre Alfina.

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Per il palazzo del re di Altomonte del capitolo La pulce, interpretato da Toby Jones, è stato scelto Castel del Monte (Adria, Puglia). Dal 1996 è patrimonio dell’umanità dell’UNESCO.

Castel del Monte (1294 circa). L'inconfondibile pianta ottagonale.

Castel del Monte (1294 circa). D’inconfondibile pianta ottagonale, è un luogo assai misterioso: è carico di rimandi simbolici ed esoterici.

Padre e figlia sul terrazzo del castello.

Il re e sua figlia Viola sul terrazzo del castello. “Non posso ritirare la parola data”, dice lui alla principessa.

Ed è nel Villaggio Petruscio in provincia di Taranto (Puglia) che si trova la grotta dell’Orco dove viene portata la principessa Viola di Altomonte.

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Un rifugio naturale in pietra scavato nella roccia e circondato dalla macchia mediterranea.

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L’inseguimento della figlia del re di Altomonte ad opera del suo promesso sposo avviene nelle Vie Cave tra Sovana e Pitigliano, nel grossetano (Toscana).

Vie Cave etrusche scavate nel tufo. Si pensa fossero delle necropoli.

Vie Cave etrusche scavate nel tufo. L’unico dato certo a riguardo è che fungessero da necropoli.

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Non lasciatevi ingannare dalle immagini oniriche: questa non è una pellicola per bambini; non sono 125 minuti di spensieratezza e incantesimi a lieto fine. Qui c’è sempre un prezzo da pagare. Il Racconto dei Racconti fa pensare, e molto. C’è tanta bellezza, poesia e verità in questo film, che sembra quasi dipinto invece che filmato.
Le tre fiabe, narrate e intrecciate tra loro, sono come la vita – crude e magiche – e portano con sé lo stesso insegnamento: dividere il non divisibile e violare il corso delle cose corrisponde a un’altra violenza che dovrà essere espiata.

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Storie di mostri che non fanno paura

19 venerdì Giu 2015

Posted by Giorgia Penzo in Racconti

≈ 26 commenti

Tag

educazione, favola, fragole, infanzia, leggere, lettura, mostri, storie, vampiri

Cosa succede quando le menti di due amiche un po’ visionarie s’incontrano?
Una è educatrice di Nido d’Infanzia appassionata di scrittura; l’altra è laureanda in Scienze della Formazione Primaria, col disegno nel sangue e mille personaggi coloratissimi in testa.

Io e Monica ci conosciamo da quando eravamo bambine e con i bambini lavoriamo tutti i giorni. Le storie dedicate a loro ci appassionano e ci ispirano: alcune di esse sanno essere molto più profonde dei libri dei grandi, come ad esempio Urlo di mamma.

Prendendo spunto dal mondo horror prerogativa degli adulti, abbiamo creato una favola per piccoli lettori, a tinte nere ma non troppo. Una favola che non ha nessuna pretesa se non quella di strappare un sorriso. :)

 

Il vampiro Palmiro e il segreto delle fragole 
Temi: ricerca della propria identità, indipendenza
Età di riferimento: 4+
Testo: Giorgia Penzo
Disegni: Monica Donelli

 

C’era una volta, in un castello sperduto tra le montagne di Terrabuia, una famiglia di vampiri che usciva soltanto di notte ed era sempre affamata. C’era Cesira, la mamma vampira; Vladimiro, il papà vampiro; Deianira, la sorella vampira e infine il piccolo Palmiro.
I vampiri – come si sa – sono golosi di adulti e bambini, e la famiglia di Palmiro non faceva eccezione.

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Ma a Palmiro non piaceva mordere le persone: la pelle era dura e non sapeva di niente. Lui andava matto per le fragole. Quelle sì che erano buone, sempre morbide, fresche e dolcissime!

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Dietro il castello, in gran segreto, aveva costruito un piccolo orto che curava personalmente facendo attenzione a non essere visto. Innaffiava una sera sì e una sera no e controllava che nessun bruchetto mangiasse le foglie verdi fino a farsi venire il mal di pancia.
Così le piantine di fragole crescevano forti e davano grandi frutti rossi.


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A mezzanotte, Palmiro usciva con la scusa di andare a caccia.
«Dove vai?» gli chiedeva mamma Cesira.
«A cercare qualcuno da mordere» rispondeva lui.
Svelto svelto usciva dal portone, attraversava il ponte, e invece di proseguire verso il villaggio girava dietro al castello per  farsi una scorpacciata di fragole nel suo orticello.

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Quando rientrava, con tutta la bocca e le mani sporche di sugo rosso, mamma e papà erano orgogliosi del loro piccolo.
«Bravo Palmiro» dicevano, «è così che si comporta un vero vampiro».
Una sera però, incuriositi dall’andirivieni di Palmiro, i genitori decisero di seguirlo di nascosto. E… sorpresa!

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Mamma Cesira e papà Vladimiro videro Palmiro seduto davanti a una piantina di fragole, intento a mangiarsene una dopo l’altra.
«Ma cosa fai, Palmiro?» disse il papà, sgranando gli occhi.
«Mangio le fragole» ammise il piccolo vampiro, con ancora la bocca piena. «Sono rosse come il sangue, ma molto più buone!».
«Davvero?» domandò la mamma, un po’ scettica.
«Certo! Assaggiane una» propose Palmiro, allungandole una grossa fragola matura.
Mamma Cesira la annusò, ne staccò un pezzo con un morso e cominciò a masticare.
«Hai ragione Palmiro, è proprio buona!» affermò la mamma offrendo una fragola al papà.
Papà Vladimiro l’assaggiò. «Mmm, è vero! È deliziosa!» ammise incredulo. «Presto Cesira, chiama Deianira! Anche lei deve sentire che bontà!».

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Fu così che da quel momento – grazie a Palmiro – la famiglia di vampiri di Terrabuia non morse più nessuno, e mangiò solo le rosse e succose fragole dell’orto.

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Monica Donelli, classe 1987, è un’artista reggiana creatrice di tantissimi personaggi tra cui Momo, piccola, dolce e spettinata signorina dalla chioma di fuoco.

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Potete leggere e vivere le sue avventure sulla pagina Facebook Momo’s Mode On , sul blog Momo’s Wonderland e sul profilo Twitter ufficiale.
Per saperne di più sull’autrice non perdetevi l’intervista Una vita a fumetti rilasciata sul blog Spazio In Difesa.
Di lei dice: “Aspiro alla perfezione delle mie emozioni e dei miei sogni“.

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Giorgia Penzo, emiliana, ha l'anima un po' incastrata nel passato. Ama il cinema, la mitologia e scappare a Parigi alla prima occasione. È autrice di "Ogni giorno come il primo giorno" (Editrice Nord) e "Il custode di Elias" (Il Battello a Vapore).

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