❝ […] «Infine lei, signorina Fitzroy. Archeologa, consulente del British Museum ed eminente studiosa di civiltà antiche. È la mia punta di diamante. Ritrovi la mia roba e me la riporti, a tutti i costi».
Malachia mi regalò uno dei più esaustivi sguardi di sempre. Si scriveva “archeologa”, ma si leggeva “tombarola”, come gli era sempre piaciuto farmi notare nel suo conturbante italiano.
Per lui non ero altro che una predona, colta e senza scrupoli, pronta a vendere l’anima per una pergamena. Eravamo in affari da molti decenni. Io guidavo gli scavi in giro per il mondo e riportavo alla luce immense fortune, lui rivendeva e piazzava i reperti ai migliori offerenti. Malachia aveva guadagnato ricchezza e bellezza – dettagli senza i quali non sarebbe riuscito a vivere – e io la curatela occulta del British Museum.
Era l’unico a conoscere il mio vero nome, Sophie Anne Bonacieux. Un dettaglio polveroso che ormai esisteva solo nei miei ricordi e in lettere che pensavo fossero andate perdute, prima che lui le ritrovasse in un antico baule risalente al tardo Rinascimento. ❞
La Stella di Seshat, SEM Edizioni. Disponibile in ebook su Amazon e Kobo.