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Gio.✎

~ Avete presente quegli scomodi abiti vittoriani? Ecco. Io non vorrei indossare altro.

Gio.✎

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Ogni giorno come il primo giorno #14

03 martedì Apr 2018

Posted by Giorgia Penzo in Pensieri, Romanzi

≈ 1 Commento

Tag

amore, blog, famiglia, libro, love, ognigiornocomeilprimogiorno, Pensieri, petra

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«Petra, com’è quando ci si innamora?» mi ha domandato Cloe a bruciapelo.
«E a me lo chiedi?»
«E a chi, se no? Sei mia sorella.» 
«Abbiamo due anni di differenza. Cosa posso insegnarti?»
Mi ha sorriso. «Tutto quello che hai imparato in questi due anni.»
«Non ti sei mai innamorata, Cloe?»
«Mi piaceva un ragazzo, una volta. Ma non credo fosse vero amore.»
«Come lo sai?»
«Mancava qualcosa.»
«Mancava il riuscire a rimanere seduti uno accanto all’altra, in silenzio, per interi minuti senza imbarazzo? Mancava la felicità che ti divora quando ti accorgi che, in mezzo a tante, ha guardato proprio te? Quando appare il suo nome sul telefono? O quando lo vedi per caso un giorno che mai avresti pensato di incontrarlo?».
«Esatto! Dimmi tutto quello che…».
L’ho bloccata. «Posso dirti quello che tutti hanno detto a me: innamorarsi è una fregatura.»
E deve esserlo davvero. No, non ho nessuna dritta da dare a Cloe. Dopotutto, sono un pessimo esempio. Finisco sempre per prendermi una cotta per l’unica persona che non potrò mai avere. E benché ne sia consapevole, continuo a cascarci. Torturo il mio cuore nella cocciuta convinzione che si svegli, che si ribelli, che mi dica: “ehi, comincia a darti una regolata”. Ma che regolata. Sono quella che s’innamora dei personaggi dei libri, dei film e delle serie tv, e dei ragazzi incrociati sull’autobus. Datevela voi una regolata. Io sospiro per chi non mi considererà mai e per chi nemmeno esiste.
→ continua sulla pagina Facebook Ogni giorno come il primo giorno

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Atchoo!

20 sabato Gen 2018

Posted by Giorgia Penzo in Arte ~ Cultura

≈ 23 commenti

Tag

amore, art, atchoo, disegno, fumetto, love, ninig, sketch

[Art by Ninig]

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#Giveaway di compleanno sul blog La Libreria di Beb: in palio un ebook di Ritratto di dama

01 martedì Ago 2017

Posted by Giorgia Penzo in Romanzi

≈ 3 commenti

Tag

agosto, amore, blog, book, books, compleanno, ebook, estate, giveaway, la libreria di beb, leggere, lettura, libri, libro, love, parigi, ritratto di dama, romance

Estate: tempo di libri e di giveaway!
Oggi vi propongo quello che si sta svolgendo su La Libreria di Beb, blog letterario che festeggia il primo anno di post. :)
Il regalo, però, è per voi! Seguendo le regole potete prendere parte all’estrazione e vincere una copia ebook del romance parigino Ritratto di dama ♡

Agosto è proprio il mese simbolo di questo libro: davanti alla cattedrale di Notre Dame, il 10 agosto – la notte di San Lorenzo e delle stelle cadenti – il protagonista del romanzo incontrerà una misteriosa ragazza in grado – forse – di cambiargli la vita per sempre…

[…] Una stella cadente graffiò il cielo sopra di lei.
«Non ho bisogno di te» asserì rivolta alla scia luminosa. «So che arriverà. Lo so. Me l’ha promesso.»
Quando si chinò per massaggiarsi la caviglia sottile, una figura maschile immobile nel piazzale gremito rapì la sua attenzione. La scrutava da lontano, in prossimità della scala che portava alle Cripte Archeologiche.
Lei distolse lo sguardo per racimolare un po’ di coraggio, poi lo sollevò di nuovo e indugiò fino a metterla a fuoco. Percepì il petto contrarsi in un piacevole spasmo, che vorticò, prese a pugni ciò che rimaneva del suo scetticismo, quindi scese verso lo stomaco. Lo contorse, come a volerla mettere in guardia: «Attenta a quello che desideri.» Infine arrivò alle gambe, le rese di pastafrolla, e risalì velocemente fino ad alleggerirle i pensieri.
Il ragazzo sorpreso in flagrante si avvicinò con titubanza, fermandosi di tanto in tanto lungo il tragitto come a voler riflettere sulla familiarità di quei lineamenti. Dimostrava sì e no venticinque anni e i suoi occhi sembravano tinti col verde dell’assenzio. Indossava un paio di jeans, una giacca scura e una camicia azzurra spiegazzata che profumava di bucato appena fatto. Con un gesto nervoso si scombussolò i capelli della stessa tonalità di quelli della fanciulla, la quale ricambiò la sua prudenza con un virginale imbarazzo.
Era lui.
«Sei la Belle Ferronnière.»
«Come dici?»
Il ragazzo si tolse il borsalino e se lo portò al torace, confuso.
«Lascia perdere, sono uno sciocco» si scusò. «Ti ho scambiato…» Le sue labbra presero una forma contrita nel tentativo di combattere l’assurdità di ciò che stava per pronunciare. «…per la dama di un quadro.»

Per partecipare avete tempo FINO AL 16 AGOSTO: in bocca al lupo e buon resto d’estate a tutti!  ☀

– VAI AL GIVEAWAY –

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“Papà, ma l’amore può finire?”

09 mercoledì Dic 2015

Posted by Giorgia Penzo in Arte ~ Cultura

≈ 48 commenti

Tag

amore, bambini, famiglia, innocenza, love, papà, Pensieri, vita

Ieri Virginia mi ha chiesto: “Papà, ma se tu e la mamma vi lasciate chi è che tiene due figlie e chi una?”
Ero in cucina che stavo affettando le cipolle, la domanda mi ha colto di sorpresa.
“In che senso, Virginia?”, ho detto.
“Siamo tre sorelle”, ha detto, “la terza sorella non potete mica dividerla a metà!”
Mi è venuto da ridere. Stavo per risponderle: “Non ti preoccupare, amore, la mamma ed io non ci lasceremo mai”, ma non volevo mentirle, perché so che ogni relazione s’inventa ogni giorno, e il torto più grande che puoi fare a te stesso, e agli altri, è proprio quello di crederti invincibile.
“Virginia”, ho detto, “se per caso la mamma ed io un giorno ci separassimo vi vedremmo tutte e tre, un po’ io e un po’ la mamma, non ti preoccupare.”
“Ma in Mrs. Doubtfire il papà vedeva i bambini solo il sabato”, ha detto.
“Virginia, certe volte quando due genitori si lasciano possono succedere delle cose”, ho detto. “Magari non si sono lasciati bene, ma litigando. Ma la mamma ed io siamo stati sempre d’accordo che, se anche ci lasciassimo, voi verreste sempre prima di tutto. Hai capito? Sempre.”
Mi ha fissato in silenzio.
“Papà”, ha detto d’un tratto. “Ma l’amore può finire?”
Ci ho pensato un attimo prima di rispondere.
“L’amore non finisce”, ho detto, “sono le persone che cambiano.”
“Le persone?”, ha detto.
“Virginia”, ho detto, “anche gli adulti crescono, sai? Tu adesso sei una bambina grande, sette anni fa eri una bambina piccola. Funziona un pochino così anche per le mamme e i papà. Io quando ho conosciuto la mamma ero una persona diversa, lo era anche lei. L’importante, quando due persone si amano, è riuscire a cambiare insieme o rispettare i cambiamenti dell’altro. I genitori, con i propri figli, fanno proprio quella cosa lì, invece fra loro certe volte non ci riescono. E’ per quello che l’amore per i figli è l’unico che non finisce mai mai.”
“Ma tu”, ha detto, “quando hai incontrato la mamma, come hai fatto a sapere che era la mamma?”
“Non ho capito”, ho detto.
“Come hai fatto a capire che volevi amarla?”, ha detto.
“Ah, quello”, ho detto. “L’ho capito dopo circa dieci minuti.”
“E da cosa?”, ha detto.
“Quando ci siamo incontrati la prima volta, si è sollevata i capelli dietro la nuca, sopra la testa, e si è fatta uno chignon senza neanche un elastico, solo annodandoli”, ho detto.
“E allora?”, ha detto.
“E allora lì ho capito che lei aveva disperatamente bisogno di un elastico”, ho detto. “E io dei suoi capelli.”
“E tu ce l’avevi, l’elastico?”, ha detto.
“No”, ho detto, “ma quando la mamma lo ha scoperto ormai mi voleva già bene.”
“Papà!”, ha detto, “ma allora l’hai imbrogliata.”
“Forse un pochino”, ho detto, “ma il punto è che la mamma è stata la prima che mi abbia mai fatto venire voglia di cercare un elastico, capisci che intendo?”
Mi ha guardato per qualche secondo.
“Tieni papà”, mi ha detto, sfilandosi l’elastico che le teneva su i capelli. “Così tu e la mamma non vi lasciate.”
Lei ha riso, io per fortuna stavo affettando le cipolle.

– Matteo Bussola, disegnatore presso Sergio Bonelli Editore

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Giorgia Penzo, emiliana, ha l'anima un po' incastrata nel passato. Avete presente quegli scomodi abiti vittoriani? Ecco. Lei non vorrebbe indossare altro.
Ama il cinema, la mitologia, l’Art Nouveau, divorare biografie di personaggi storici femminili e scappare a Parigi alla prima occasione.

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