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Intervista su Letture.org: “I processi a Luigi XVI e Maria Antonietta”

11 sabato Gen 2020

Posted by Giorgia Penzo in Quel che oggi ormai è storia

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book, books, i processi a luigi XVI e maria antonietta, intervista, lettura, libri, Maria Antonietta, monarchia, rivoluzione francese, saggistica, storia

Appassionati di storia, monarchia, complotti e Rivoluzione francese? Su Letture.org è stata pubblicata la mia intervista sul saggio “I processi a Luigi XVI e Maria Antonietta – Dal trono al patibolo” edito da Genesis Publishing. Di seguito trovate una breve anteprima. Buona lettura ✨ 


Dott.ssa Giorgia Penzo, Lei è autrice del libro I processi a Luigi XVI e Maria Antonietta. Dal trono al patibolo edito da Genesis Publishing: cosa hanno significato, dal punto di vista storico, i processi a Luigi XVI e Maria Antonietta?
Di Luigi XVI e del suo processo se ne parlò subito, a meno di un anno dalla sua esecuzione, come colui che era stato «vittima dello spirito di partito e del fanatismo», «immolato per mano dei suoi sudditi ribelli congiurati per lo sterminio della sua persona, non meno della sua famiglia». La Restaurazione considerò regicidi coloro che votarono la morte del re. Parecchi votanti si scusarono dichiarandosi colpevoli del più grande di tutti i delitti e responsabili del voto abominevole che li avrebbe tormentati fino alla morte. Altri confessarono di aver parteggiato per la morte di Luigi XVI perché sedotti, trascinati, minacciati e obbligati. Ma la Restaurazione restò sorda alle suppliche e la maggior parte di loro venne bandita dal regno. Alcuni vi rientrarono soltanto nel 1830 dopo il crollo della Restaurazione, ormai vecchi e indeboliti dalle vicissitudini di una grande era, decisi più che mai a farsi dimenticare. Il mandato politico della Rivoluzione avrebbe potuto concludersi con la morte di Luigi XVI, il sommo vertice del potere. Alla scomparsa del consorte, Maria Antonietta – regina decaduta, donna, straniera, madre di un delfino senza più un regno – era ormai politicamente insignificante: la sua unica utilità risiedeva nell’essere una merce di scambio, un mero ostaggio nelle mani della Convenzione, che ben presto abbandonò l’idea di servirsene come tale.
La sua morte non avrebbe portato, a differenza di quella del sovrano, a un cambiamento di ordine politico e sociale. Ma come il re, e forse più di lui, costituiva un simbolo: e se l’uno era stato cancellato con la morte, l’altro non avrebbe mai potuto aspirare alla grazia dell’esilio.
Dopo l’esecuzione di Maria Antonietta il dubbio e la paura del diffondersi di un nuovo sentimento monarchico non fecero che portare i partiti all’autodistruzione con l’inaugurazione del periodo del Terrore, che ebbe tra le sue vittime alcuni dei suoi stessi sostenitori tra cui Maximilien de Robespierre.
Durante la Restaurazione, anche per Maria Antonietta si aprì un periodo di mitizzazione della sua figura. Lo stesso Napoleone I decise di prendere in sposa la futura duchessa regnante di Parma, Piacenza e Guastalla Maria Luigia d’Austria – figlia dell’imperatore Francesco II e pronipote di Maria Antonietta – allo scopo di suggellare la pace tra Francia e Austria e omaggiare la monarchia che segnò la fine dell’ancien régime.

Quali falsità sulle figure di Luigi XVI e Maria Antonietta si sono tramandate?
Se Luigi XVI doveva essere riconosciuto colpevole soprattutto dalle alte sfere della nuova realtà repubblicana, Maria Antonietta doveva esserlo anche per il più umile cittadino. Se la morte del re doveva servire per convincere la nazione che la Rivoluzione era giusta e per permettere a essa di risorgere come libera, uguale e definitivamente affrancata dalla monarchia, la morte della regina doveva servire al popolo come riscatto per tutti i soprusi patiti.
Durante il processo, a Luigi XVI furono contestati fatti la cui responsabilità venne ingiustamente fatta risalire alla sua persona, tra cui le repressioni militari eseguite da Bouillé o quella civile del Campo di Marte, i primi insuccessi dell’esercito francese e la resa di Verdun. L’interrogatorio, condotto da Bertrand Barère, s’installò su accuse alcune delle quali risultarono illegali in quanto si riferivano a fatti – eventualmente – avvenuti prima dell’accettazione della Costituzione e della grande amnistia politica promulgata in quella occasione.
Le falsità tramandate su Maria Antonietta durante il suo processo furono, però, ancora più eclatanti. Tra le tante spiccano l’essersi macchiata di incesto con il figlio e la partecipazione all’orgia del 1° ottobre 1789 in occasione del banchetto delle guardie del corpo della famiglia reale, voci avvalorate dai libelli scandalistici e dalle deposizioni dei nemici della regina. Soprannominata l’“Austriaca”, per tutti coloro che non la sostenevano era la spia inviata dagli Asburgo allo scopo di nuocere alla Francia e la sobillatrice del re che la stessa Nazione aveva messo a morte. Le incriminazioni, soprattutto quella totalmente infondata d’incesto col figlio Luigi Carlo, avevano lo scopo di smuovere anche l’opinione pubblica più semplice e analfabeta che era stata toccata dal politico processo al re soltanto per via indiretta.

Che tipo di potere era quello incarnato dal re di Francia?
L’ufficio dei re si fondava su un diritto divino e le loro persone dovevano essere considerate sacre: un simile diritto e una tale sacralità, però, non apparteneva loro in quanto uomini ma solo in quanto re, e sarebbero venuti entrambi meno in caso di perdita del titolo. I sovrani, per provvedere agli scopi del governo, vennero pertanto elevati al di sopra degli altri uomini i quali avevano l’obbligo di riverirli. Al vertice della gerarchia temporale e al di sopra dei signori stava quindi il Re di Francia, incarnazione ereditaria dell’antica monarchia: un re assoluto, i cui diritti procedevano soltanto da Dio; “padre” di tutti i suoi sudditi; proprietario eminente del regno intero e proprietario diretto di vastissimi possedimenti fondiari; detentore infine di tutti i poteri che oggi siamo abituati a distinguere, ossia l’esecutivo, il legislativo e il giudiziario.

➺ CONTINUA SU LETTURE.ORG

I processi a Luigi XVI e Maria Antonietta_seconda edizione

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Nuova edizione del saggio storico I processi a Luigi XVI e Maria Antonietta – Dal trono al patibolo

09 lunedì Ott 2017

Posted by Giorgia Penzo in Saggi

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book, books, genesis publishing, libri, libro, Maria Antonietta, parigi, rivoluzione francese, saggistica, storia

Chi ha avuto occasione di visitare Place de la Concorde ricorda sicuramente la targa ai piedi dell’obelisco che commemora le esecuzioni di Maria Antonietta e Luigi XVI del 1793. Di loro conosciamo gli sfarzi, le frasi che non hanno mai pronunciato, i vizi e la drammatica fine. Ma che ne è stato realmente di loro dopo che il sole su Versailles è tramontato per sempre? Cosa sarebbe Parigi senza i protagonisti della Rivoluzione, nel bene e nel male?

Da oggi la nuova edizione ampliata del saggio storico I processi a Luigi XVI e Maria Antonietta – Dal trono al patibolo è disponibile anche in cartaceo. Immergetevi tra gli intrighi e i giochi politici che hanno spazzato via un’era. Vivete le battute finali del regno degli ultimi sovrani dell’Ancien Régime. Scoprite se erano davvero colpevoli.

Un saggio completo e realistico su uno degli eventi più importanti che ha rivoluzionato la Storia. Una seconda edizione arricchita di materiale nuovo, espresso con stile scorrevole e mai gravoso, ci accompagna verso la riscoperta di due figure storiche immortali, le quali vengono magistralmente analizzate grazie alla penna dell’autrice. –  L’EDITORE Genesis Publishing

 

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Guida alla Parigi di Maria Antonietta

03 martedì Mag 2016

Posted by Giorgia Penzo in Recensioni e dintorni

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alice mortali, blog, book, guida alla parigi di maria antonietta, libri, libro, Maria Antonietta, mursia, parigi, recensione, Versailles

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guida_parigi_maria_antoniettaTitolo: Guida alla Parigi di Maria Antonietta
Autore: Alice Mortali
Pagine: 266
Genere: guida/saggistica
Editore: Mursia
Dove trovarlo: Amazon | IBS
Il mio giudizio: una guida, una biografia storica, ma anche un romanzo: lo stile scorrevole con cui vengono raccontati avvenimenti e aneddoti non annoia mai, anzi: appassiona fino all’ultimo capitolo. Da mettere assolutamente in valigia per il prossimo viaggio a Parigi.

Maria Antonietta è una delle figure storiche più straordinarie e controverse di tutti i tempi. La sua incoronazione nel 1774 ha dato una svolta alla storia di Francia e la sua tragica morte sotto la lama della ghigliottina ha segnato la fine di un’intera epoca. Questo volume propone un viaggio ideale nella Parigi della regina Maria Antonietta attraverso i luoghi che hanno caratterizzato la sua affascinante e originale esistenza. Un viaggio diverso, unico, con un’accompagnatrice davvero d’eccezione che non mancherà di svelare ancora qualche particolare curioso della sua personalità e della sua stravagante vita a corte.

Della vecchia edizione di questo libro ve ne avevo parlato tanto, tantissimo tempo fa: allora s’intitolava La Parigi di Maria Antonietta – Tutto a te mi guida ed era stato pubblicato da un editore indipendente di Venezia. La seconda parte del titolo derivava da “una frase in italiano” – spiega l’autrice nella Prefazione della nuova edizione – “che venne fatta incidere da Maria Antonietta su un anello che donò all’uomo che fu molto probabilmente il suo più grande amore, il conte svedese Axel von Fersen. Era il febbraio 1793: Maria Antonietta, vedova da appena venti giorni e ignara del suo tragico futuro, trascorreva i suoi ultimi mesi di vita rinchiusa nella Tour du Temple insieme ai figli e alla cognata Élisabeth.
Grazie al fedele generale de Jarjayes, l’ex sovrana stava tentando di far recapitare ai suoi parenti lontani ciò che le restava di più caro: l’anello nuziale e qualche ciocca di capelli appartenuti al suo defunto marito Luigi XVI. I preziosissimi oggetti erano accompagnati 
anche da due lettere: una indirizzata al Conte di Provenza, il futuro Luigi XVIII, l’altra al Conte d’Artois, il cognato più giovane, più divertente, quello col quale durante gli anni felici aveva condiviso tante serate all’Opéra e che un giorno sarebbe passato alla storia come Carlo X.
Al generale de Jarjayes la regina chiese però anche un ultimo e delicato servigio: «Desidero che consegniate [questo anello] alla persona che voi ben sapete essere venuta da Bruxelles l’inverno scorso e che gli diciate che quel motto – tutto a te mi guida – non è mai stato più vero».
Questa frase con la quale ella cercava di far giungere all’ultimo amico fidato tutto il suo affetto, era il suo personale e definitivo addio al conte di Fersen; con esso però Maria Antonietta stava prendendo congedo non solo dall’uomo che amava ma anche da quella che era stata la sua vita passata e che ora appariva sempre più come un sogno lontano: la sua vita da regina di Francia.
Una vita tragica, unica e straordinaria che ancora oggi affascina milioni di persone che ogni anno vengono a Parigi per visitare, tra gli altri, molti dei luoghi legati all’esistenza della sovrana
“.

Aver modo di recensire la nuova veste edita da Mursia – prestigiosa, aggiornata, ampliata e finalmente disponibile in tutte le migliori librerie – è un piacere che si rinnova.
Amo molto sia Parigi sia tutto ciò che riguarda Maria Antonietta (non so se si nota!) e questo libro è uno dei miei preferiti sull’argomento. Alice, poi, è una persona straordinaria.
Guida alla Parigi di Maria Antonietta
 è lo scrigno di un tesoro per chi apprezza la sua figura storica e umana. Per chi – invece – non la conosce, è un’opportunità unica per scoprirla e vivere “in sua compagnia” una Parigi inedita.
Alice ce la presenta attraverso 32 capitoli: con le parole ci accompagna sui luoghi che a sua volta la raccontano, a partire dal momento in cui da giovanissima lasciò Vienna per prendere posto a Versailles come delfina fino ad arrivare ai suoi ultimi istanti sul patibolo.
Il libro non si limita a soffermasi sul suo passaggio nella storia francese: nel capitolo di approfondimento MARIA ANTONIETTA NEL MONDO, l’autrice ci mostra l’impronta che la reine ha lasciato anche in Italia, Stati Uniti, Regno Unito, Svezia, Austria, Germania e Russia; le sue avventure, disavventure e il suo stile hanno percorso tutto il mondo e ancora oggi lo ispirano.
Le appendici, poi, contengono preziosissimi bonus: un’esaustiva filmografia che abbraccia i fatti raccontati nel libro, oltre che tutte le informazioni pratiche per visitare i tantissimi posti citati (non dimenticate, è anche una guida turistica!).

L’anima di Maria Antonietta non ha toccato solo Versailles: è anche all’Opéra, a le Château de Fontainebleau, al palazzo della Bagatelle e – purtroppo – in altri luoghi ben più tristi come la Conciergerie.
Guida alla Parigi di Maria Antonietta, però, non tratta esclusivamente di musei e castelli: racconta anche di vie, giardini e caffè, ma soprattutto di avvenimenti che non troverete in nessun manuale di storia; insomma, chicche che soltanto una ricerca certosina tra documenti in lingua e scritti di ogni epoca ha potuto portare alla luce.
Quello che rende prezioso questo libro sono appunto i dettagli: l’autrice non trascura nulla; la sua passione genuina nel delineare gli eventi non può lasciare il lettore indifferente.
Come se ogni tassello della Ville Lumière racchiudesse un pezzetto dell’ultima regina di Francia, una volta girata la pagina che chiude questo libro vi accorgerete che ogni cosa è al suo posto. E non vedrete l’ora di partire per vederlo con i vostri occhi.

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Alice Mortali è nata a Castelfidardo (Ancona) nel 1980. Bolognese d’adozione, da anni si dedica alla ricerca storica con una particolare attenzione ai grandi personaggi femminili vissuti tra il XVI e XIX secolo. Blogger e studiosa, ha collaborato con la rivista «BBC History» e con alcuni siti web. Dal 2013 è presidente dell’AIMANT – Associazione Italiana Maria Antonietta. Da tre anni organizza magnifici tour a Parigi alla scoperta dei luoghi toccati da Maria Antonietta (Maria Antoinetta Tour). Nell’agosto di quest’anno, per la prima volta, il viaggio si sposterà a Vienna e coinvolgerà un’altra iconica sovrana: Sissi. Il Maria Antonietta e Sissi Tour 2016 è aperto a tutti. I posti a disposizione, però, sono soltanto 25 e terminano sempre molto in fretta. Per prenotare, avere info su costi e dettagli, dovrete solo inviare un mail all’indirizzo ufficiale: ma2013tour@gmail.com

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Elisabeth Vigée Le Brun, la ritrattista della regina

14 giovedì Gen 2016

Posted by Giorgia Penzo in Arte ~ Cultura, Parigi è sempre una buona idea

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arte, Elisabeth Vigée Lebrun, francia, Maria Antonietta, museo, parigi, paris, pittura

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Non dico di aver organizzato il soggiorno natalizio a Parigi soprattutto per non perdermi la mostra di questa straordinaria pittrice, ma la verità si avvicina. :)
L’occasione era più unica che rara. L’11 gennaio, dopo quasi quattro mesi, l’esposizione al Grand Palais ha chiuso i battenti e chissà se verrà più riproposta.
Come vi avevo anticipato la settimana scorsa, è la prima volta che a Elisabeth Vigée Le Brun viene dedicato uno spazio di grande rilievo come una mostra monografica. L’unico rammarico è non aver potuto vedere tutte, ma proprio tutte le sue opere: alcuni dipinti da lei realizzati, infatti, non erano presenti nell’allestimento.

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Tabellone "social" all'entrata del museo. Anche io ho contribuito con il mio tweet :D

Tabellone “social” all’entrata del museo. Anche io ho contribuito con il mio tweet :D (Cliccare sulla foto per vedere il post originale)

Foto ArtTribune

Foto ArtTribune

In un mondo dominato all’arte al maschile fin dagli albori, Elisabeth Vigée Le Brun è una delle pochissime artiste a essere ancora oggi ricordata dal grande pubblico. Era una donna dotata di grande talento e altrettanta bellezza, elogiata dai suoi colleghi uomini e protetta dalla regina Maria Antonietta.

Autoportrait au chapeau de paille, 1782, National Gallery (dettaglio) - Opera non presente alla mostra

Autoportrait au chapeau de paille, 1782, National Gallery (dettaglio) – Opera non presente alla mostra

I suoi lavori sono sparsi nei più prestigiosi musei del mondo, tra cui il Louvre di Parigi: lì è conservato il suo quadro più tenero in cui si ritrae con la figlia Jeanne Julie Louise. Si tratta di uno dei molti autoritratti della pittrice.

Portrait de l'artiste avec sa fille, dit "La Tendresse Maternelle", 1786

Portrait de l’artiste avec sa fille, dit “La Tendresse Maternelle”, 1786, Musée du Louvre

L'artiste exécutant un portrait de la reine Marie Antoinette, 1790

In primo piano: L’artiste exécutant un portrait de la reine Marie Antoinette, 1790, Galleria degli Uffizi. In secondo piano: Portrait dit “aux rubans cerise”, 1782, Kimbell Art Museum

La sera del 5 ottobre 1789, il giorno in cui le donne di Parigi erano scese in piazza e avevano trascinato la folla alla conquista di Versailles, Élisabeth Vigée Le Brun si travestì da popolana e lasciò di nascosto la capitale. Non soltanto l’artista più pagata di Francia non condivideva le speranze della Rivoluzione, ma se ne sentiva minacciata in prima persona.
Il popolo di Parigi non perdonava a una figlia del Terzo Stato di avere eluso – forte del suo prestigio d’artista – ogni divisione di casta, fino ad assurgere all’intimità dei salotti dell’aristocrazia più elevata; non le perdonava di aver celebrato nei suoi ritratti le lusinghe di un vecchio mondo ancora capace di apparire infinitamente giovane e seducente; ma più di ogni altra cosa non le perdonava di essere la pittrice prediletta di Maria Antonietta.

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Non si può parlare dell’ultima regina di Francia senza prendere in considerazione l’artista che più di ogni altro l’ha immortalata, una delle pochissime persone ad essere state ammesse nell’intimità del Cabinet doré nei Petit Appartement de la Reine e che grazie alla protezione di Sua Maestà riuscì a essere accolta all’Académie Royale de Peinture ed de Sculpture .
Élisabeth Vigée Le Brun descrive così la regina durante la realizzazione del suo primo ritratto:

Maria Antonietta era alta, straordinariamente ben fatta, abbastanza formosa, ma non pingue. Aveva splendide braccia, mani piccole perfettamente conformate, piedi graziosi. Era la donna di Francia dal più bell’incedere […] ma l’incarnato splendente era la connotazione più straordinaria del suo viso […]. La sua pelle era infatti così trasparente da non prender l’ombra. Non potevo quindi rendere i contrasti come avrei voluto: mi difettavano i colori per dipingere quella freschezza, quei toni così fini […] che non ho mai ritrovato in nessun’altra donna.

Nelle opere di Élisabeth Vigée Le Brun (la quale accompagnò Maria Antonietta fino all’alba della Rivoluzione) si può notare l’evoluzione della sua figura. All’inizio del regno di Luigi XVI i vestiti con cui posa la regina sono gonfi, sontuosi, opulenti e le acconciature al limite dell’estremo.
La regina adotta la rosa come suo simbolo, un accessorio immancabile dal quale non si separa quasi mai nei suoi ritratti. Compare in quello che fa inviare nel 1778 al fratello Giuseppe II…

Marie Antoinette en grand habit de cour, 1778.

Marie Antoinette en grand habit de cour, 1778, Kunsthistorishes Museum.

… e addirittura dà il nome a quello che esalta l’eleganza dei suoi ventotto anni.

Marie-Antoinette dit "à la Rose", 1783, Musée national des châteaux de Versailles et de Trianon (Opera non presente alla mostra)

Marie-Antoinette dit “à la Rose”, 1783, Musée national des châteaux de Versailles et de Trianon – Opera non presente alla mostra

Dopo la nascita della sua prima figlia, però, lo stile cambia. Maria Antonietta si rifugia al Petit Trianon, latita la corte, inizia a privilegiare la vita “di campagna” nel suo Hameau e si avvicina a un modo di vestire e acconciarsi più sobrio. Sono ancora i quadri di Madame Vigée Le Brun che ce ne danno testimonianza.

Quando ritrasse la regina con un cappello di paglia, un vestito di mussola bianca con le maniche plissettate ma alquanto aderenti e di nuovo una rosa tra le dita, le malelingue non mancarono di dire che Maria Antonietta si era fatta dipingere con la camicia da notte: erano gli anni in cui la calunnia cominciava a colpirla e i libelli scandalistici la indicavano come una donna sessualmente ambigua che amava intrattenersi con le sue dame favorite nella segretezza del Trianon.

Marie Antoinette en chemise ou en gaulle, 1783, Hessische Hausstiftung (dipinto e dettaglio)

Marie Antoinette en chemise ou en gaulle, 1783, Hessische Hausstiftung (dipinto e dettaglio)

Da lì a poco il famoso Affare della Collana avrebbe minato la sua reputazione per sempre. Il governo – nella persona del ministro delle Belle Arti, il conte d’Angevilliers – nel tentativo di ridare credibilità all’immagine della sovrana commissionò alla sua ritrattista un dipinto ricco di simboli, teso a celebrare Maria Antonietta come regina e come madre.
Per l’occasione l’abbigliamento della regina fu particolarmente studiato: Maria Antonietta indossa un tipo di abito sobrio in sostituzione alle vesti di mussolina e ai cappelli di paglia che le erano valsi feroci critiche. Il regale abito in velluto rosso è contornato da un bordo di pelliccia nera, mentre il seno matronale è messo in risalto da un pizzo bianco; gli stessi tre colori, simboli tradizionali della regalità, sono ripresi anche nel copricapo. Intenzionalmente la regina non indossa una collana.

Pur volendo mettere in evidenza la figura materna di Maria Antonietta, il ritratto non poteva esimersi dal mostrare anche la sua augusta posizione sociale: sul mobile in alto a destra del dipinto si intravede la sua corona, mentre sul lato sinistro della composizione spicca la Galleria degli Specchi, cuore della monarchia francese. La primogenita, Maria Teresa Carlotta, si protende affettuosamente verso la madre che tra le braccia tiene Luigi Carlo; il delfino di Francia, Luigi Giuseppe, indica la culla della sorellina Sofia, inizialmente presente nella composizione. Morì a nemmeno un anno di vita durante la realizzazione del dipinto e Madame Vigée Le Brun, già in ritardo con la consegna, dovette posticipare la presentazione del ritratto per togliere la bambina.

L’impostazione del quadro e la disposizione delle figure raggruppate in formato piramidale si ispirano a una “Sacra Famiglia” del Rinascimento italiano. Sembra che sia stato lo stesso Jacques-Louis David ad aver incoraggiato la pittrice in questa direzione; lui stesso avrebbe poi sacralizzato il periodo del Terrore ispirandosi per la sua Morte di Marat al Cristo deposto di Caravaggio. Ma il messaggio apologetico di Madame Vigée Le Brun arrivò comunque troppo tardi: agli occhi dell’opinione pubblica Maria Antonietta aveva cessato di essere la regina dei francesi e ora non era altro che l’“Austriaca”.

Marie Antoinette et ses enfants, 1787,

Marie Antoinette et ses enfants, 1787, Musée national des châteaux de Versailles et de Trianon

Foto ArtTribune

Foto ArtTribune

Maria Antonietta con un libro del 1788 fu l’ultimo ritratto ufficiale eseguito da Élisabeth Vigée Le Brun prima della sua fuga. Al suo posto come pittore di corte subentrò il polacco Alexandre Kucharsky.

Marie Antoinette au livre, 1788,

Marie Antoinette au livre, 1788, Musée national des châteaux de Versailles et de Trianon – Opera non presente alla mostra

Mentre a Parigi infuriava la rivoluzione, la pittrice fu invitata – e continuò così a dipingere – in tutte le corti d’Europa tra cui Roma, Vienna, Londra e San Pietroburgo, rifiutandosi di leggere i giornali per non sapere quali dei suoi amici erano stati ghigliottinati.

Julie Le Brun en baigneuse, 1792, Youssoupoff collection

Julie Le Brun en baigneuse, 1792, Youssoupoff collection

Ritornò a Parigi solo nel 1802. Verso il 1835, a 80 anni, pubblicò i propri Souvenirs, cronache di viaggi e incontri, che ebbero un grande successo e restano ancora oggi un documento molto interessante sugli sconvolgimenti dell’epoca.

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Nell’arte dell’illustrazione, uno degli ultimi omaggi a Maria Antonietta è dell’artista francese Benjamin Lacombe. Nel suo albo Marie-Antoinette: Carnet secret d’une reine – giunto alla seconda edizione – Lacombe stravolge i capolavori di Élisabeth Vigée Le Brun portandoli al limite del grottesco.
La sua Maria Antonietta è una regina che strizza l’occhio al dark, fiabesca, ammiccante, a tratti fragile ed estremamente attuale.

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Benjamin Lacombe, Marie Antoinette à la Rose, 2015.


Fonti e libri consigliati per approfondire le figure di Elisabeth Vigée Lebrun e Maria Antonietta:
– C. BERLY, Le Versailles de Marie-Antoinette, Art Lys, 2013.
– A. FRASER, Maria Antonietta. La solitudine di una regina, Mondadori, 2004.
– E. VIGÉE LE BRUN, Memorie di una ritrattista, Abscondita 2006.
– E. VIGÉE LE BRUN, Viaggio in Italia di una donna artista. I «Souvenirs» di Elisabeth Vigeé Le Brun 1789-1792, Mondadori 2004.
– A. MORTALI, Guida alla Parigi di Maria Antonietta, Mursia, 2015.
– G. PENZO, I processi a Luigi XVI e Maria Antonietta – Dal trono al patibolo, Genesis Publishing, 2014.

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Una città che profuma di pane, regge incantate, zucchero filato e altre magie

07 giovedì Gen 2016

Posted by Giorgia Penzo in Parigi è sempre una buona idea

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arte, blog, francia, Maria Antonietta, natale, parigi, paris, ricordi, Versailles, viaggi, viaggiare

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Parigi è così.
In mezzo all’odore di pioggia e caldarroste che pervade l’aria s’intrufola quello di pane caldo. Comincia all’alba, esplode alla mattina, perdura fino alla sera, poi ricomincia. Cercare riparo sottoterra è inutile dal momento che le boulangeries abbondano pure nelle metro. È una delle cose più confortanti al mondo.

Le Feste ormai sono finite in soffitta, negli scatoloni, insieme agli ultimi balocchi sopravvissuti fino alla Befana. Da oggi la maggior parte di noi è tornata definitivamente alla sua vita “normale”, almeno fino alla prossima carica di numeretti rossi sul calendario. Io, guardandomi indietro, mi sento di tirare qualche somma: Natale 2015 è stato strano rispetto a quello dell’anno scorso.
Parigi sembrava intrappolata in un limbo: niente albero di Natale a Notre-Dame, nessun fuoco d’artificio, decorazioni ridotte al minimo, atmosfera lieve e il sentore che vigilare fosse meglio che festeggiare. Ma è stata solo un’impressione: la città è viva, amata e piena di speranza, ora più che mai.
Niente mi ha impedito di apprezzarla al meglio, visitare angoli nuovi oltre che vivere esperienze inedite.
Per quante volte una persona possa tornarci, Parigi non finisce mai.

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Per prima cosa mi sono recata in uno dei miei luoghi preferiti: Versailles.
La prima ragione è stata la mostra Le Roi est mort in occasione del 300° anniversario della morte di Luigi XIV.
Divisa in 10 sale (la perdita del Re; Luigi è morto; autopsia e imbalsamazione; esibizione ed effigi; la corte in lutto; il corteo funebre; preparazione del funerale; a Saint-Denis; tombe e mausolei; dai funerali monarchici a quelli nazionali) ripercorre i momenti successivi alla dipartita di Luigi il Grande.
Un’esposizione pomposa, lugubre, macabra e solenne. Da non perdere (fino al 21 febbraio 2016).

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La seconda ragione è stata ancora più entusiasmante: mentre quest’estate ero riuscita a vedere gli Appartamenti Privati della Regina, questa volta ho conquistato un posto per la visita guidata alla scoperta dei Lieux Cachés, i luoghi nascosti della Reggia che non sono aperti alla visita ordinaria.

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Il conferencier ci ha guidati attraverso una miriade di sale di rappresentanza, passaggi segreti, stanze private e nidi intimi utilizzati da sovrani e regine dall’epoca del Re Sole…

Appartamenti Privati del Re

Appartamenti Privati del Re

Passaggio che unisce gli Appartamenti Privati del Re agli Appartamenti privati della Regina

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Biblioteca privata di Luigi XVI

Biblioteca privata di Luigi XVI

Libreria del cabinet des Dépêches (Appartamenti Privati del Re) dove Luigi XV e Luigi XVI aprivano la loro corrispondenza segreta.

Libreria del cabinet des Dépêches (Appartamenti Privati del Re) dove Luigi XV e Luigi XVI aprivano la loro corrispondenza segreta.

… fino agli Appartamenti di Madame de Pompadour, favorita di Luigi XV prima di Madame du Barry.

Madame de Pompadour rappresentata come Diana cacciatrice. Dipinto di Jean-Marc Nattier (1746)

Jeanne Antoinette Poisson, marchesa di Pompadour rappresentata come Diana cacciatrice. Dipinto di Jean-Marc Nattier (1746)

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Dopo troppe volte che rimandavo ho finalmente preso un treno alla Gare de Lyon alla volta di un’altra reggia meno conosciuta e frequentata di Versailles.
Il Castello di Fontainebleau, dimora in stile rinascimentale dei sovrani francesi da Francesco I fino a Napoleone III, si trova a una sessantina di chilometri a sud-est di Parigi ed è una meta che spero di approfondire meglio in futuro. Purtroppo per mancanza di tempo ho potuto visitare soltanto le stanze principali e ho dovuto rimandare una passeggiata nei favolosi giardini.
Un motivo in più per tornare. :)

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Anche Maria Antonietta e Luigi XVI vi soggiornarono durante gli spostamenti autunnali della corte: feste, balli, stagioni teatrali, battute di caccia nell’immenso parco, giochi d’azzardo: fu proprio in questo castello che l’ultima regina di Francia rimase accanto al tavolo da gioco per trenta ore di fila.

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Questo viaggio mi ha regalato attimi unici.
C’è stato il momento della contemplazione davanti alle Ninfee di Monet al Musée de l’Orangerie, che non avevo mai visto.

Così come di fronte alle vetrate perfette della Sainte-Chapelle, tanto leggere alla vista da sembrare di pizzo.

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E quello dinnanzi agli sfavillanti decori delle Galeries Lafayette per il periodo delle Feste.

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C’è stato anche il tempo per iniziare l’anno con (abbondante) dolcezza sugli Champs-Élysées.

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Ma il momento più bello, il più atteso, l’ho lasciato per ultimo. Per la prima volta nella storia, al Grand Palais, è stata organizzata una mostra personale di Elisabeth Vigée Lebrun, straordinaria artista e ritrattista di Maria Antonietta.

Vi racconterò di lei e dell’esposizione in un post interamente dedicato. Vi do quindi appuntamento alla prossima settimana per condividere con voi una delle giornate più indimenticabili che abbia mai vissuto. :)

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La Versailles nascosta – Gli Appartamenti Privati della Regina

24 venerdì Lug 2015

Posted by Giorgia Penzo in Parigi è sempre una buona idea

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arte, Maria Antonietta, marie antoinette, parigi, paris, storia, Versailles, viaggi, viaggiare

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Trascendendo dal suo tragico destino, Maria Antonia Giuseppa Giovanna d’Asburgo-Lorena – quindicesima figlia dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria divenuta poi Maria Antonietta di Francia – è diventata gradualmente un’eroina moderna.
Dopo aver lasciato Vienna, il Castello di Versailles fu la sua dimora dal 16 maggio 1770 al 6 ottobre 1789; lì si sposò, divenne regina, partorì i suoi figli e fu la protagonista degli innumerevoli dipinti di corte (moltissimi ad opera di Élisabeth Vigée-Le Brun, la sua ritrattista) che ancora oggi, come un diario, la raccontano.

Maria Antonietta posa con i figli davanti a Élisabeth Vigée-Le Brun in una clip del film

Maria Antonietta posa con i figli davanti a Élisabeth Vigée-Le Brun in una clip del film “Marie Antoinette” (2006)

Successivamente – in piena Rivoluzione – venne trasferita insieme alla famiglia reale al Palazzo delle Tuileries, poi imprigionata alla Tour du Temple e infine – da sola e lontano dai figli – alla Conciergerie, la sua ultima dimora terrena.
Non rimise mai più piede a Versailles. Dopo un processo sommario ad opera dei suoi detrattori, Robespierre in primis, venne condannata alla pena capitale e ghigliottinata il 16 ottobre 1793 nell’attuale Place de la Concorde. Ma Marie Antoniette non morì quel giorno. Non morì mai.

Il suo stile, il suo ricordo e la sua impronta rivivono nelle stanze in cui ha vissuto e che il suo gusto ha plasmato. Gli Appartamenti Privati della Regina ne sono l’esempio più lampante: furono restaurati dopo il ritorno della monarchia alle condizioni in cui vennero lasciate da Maria Antonietta dopo il suo abbandono del palazzo, e insieme al Petit Trianon rappresentano il suo rifugio più intimo.

Il percorso ufficiale alla Reggia di Versailles offre la possibilità di esplorare la parte più famosa del castello, gli splendidi giardini e Le domaine de Marie-Antoinette che comprende il Petit Trianon e l’Hameau. Ma per una vera appassionata della reine tutto questo non basta. :)
Dopo una visita al Musée Carnavalet, che raccoglie molti cimeli dell’ultima monarchia dell’Ancien Régime e della Rivoluzione, i Piccoli Appartamenti della Regina sono una tappa irrinunciabile.

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Medaglione in cristallo e argento contenete dei capelli di Maria Antonietta. Museo Carnavalet, sale della Rivoluzione.

Come vi avevo anticipato, riuscire a conquistare l’accesso alle stanze private di Maria Antonietta non è stato semplice: numero limitato di partecipanti, visite guidate razionate, difficoltà a far combaciare il proprio soggiorno con una delle date disponibili, biglietti che evaporano nel giro di pochissime ore dalla pubblicazione sul sito dello Château.

Una serie di coincidenze e una buona dose (per una volta!) di fortuna hanno fatto sì che riuscissi ad avere accesso a una delle visite in lingua francese il giorno prima del mio rientro a casa. Così il mio sogno si è realizzato il 15 luglio quando ormai, dopo due anni di tentativi, avevo quasi perso le speranze. :)

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Gli Appartamenti Privati della Regina si snodano dietro il Grand Appartement de la Reine. Nel 1779 Maria Antonietta ordinò al suo architetto favorito, Richard Mique, di coprire tutti i muri con un satin bianco decorato con arabesche floreali in oro, di modo da dare coesione decorativa a tutte le stanze dei suoi appartamenti privati.

Pianta del petit appartement de la reine nel 1789: 1 escalier; 2 service de la reine; 3 escalier à l’appartement de la reine au rez-de-chaussée; 4 passage; 5 cabinet de la chaise; 6 cabinet de la Méridienne; 7 bibliothèque; 8 supplément de la bibliothèque; 9 grand cabinet intérieur; 10 arrière cabinet; 11 pièce des bains; 12 chambre des bains; 13 antichambres; 14 escalier de la reine.

Al piano terra si trova la Stanza dei Ritratti. Qui sono conservati quadri meravigliosi della famiglia reale, della regina e delle sue migliori amiche.

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Marie-Antoinette, reine de France (1788) – Elisabeth Vigée Lebrun. Si tratta dell’ultimo ritratto ufficiale di corte.

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La regina abbigliata in stile rococò, con una pettinatura piramidale. (1775)

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La famiglia Imperiale d’Austria – Martin van Meythens

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Marie-Thérèse Charlotte de France, dite Madame Royale et son frère, le dauphin Louis-Joseph Xavier François de France (1784) – Elisabeth Vigée Lebrun

Yolande de Polastron, duchessa de Polignac - Elisabeth Vigée-Lebrun

Yolande de Polastron, duchessa de Polignac – Elisabeth Vigée-Lebrun

Maria Teresa di Savoia-Carignano, Principessa di Lamballe - Antoine Francois Callet

Maria Teresa di Savoia-Carignano, Principessa di Lamballe – Antoine Francois Callet

Al piano nobile si trovano alcune delle sale più famose, come il sontuoso Cabinet Doré. Qui la regina si intratteneva con i suoi cortigiani più fidati per ascoltare musica e suonare; era in questa stanza che spendeva ore e ore con la sua stilista Rose Bertin e la sua ritrattista Élisabeth Vigée-Le Brun, con la quale negli anni sviluppò un rapporto di stima e amicizia.

Attualmente la stanza ci viene presentata nella sua versione “notturna” con tende tirate e luce soffusa per evocare al meglio l’atmosfera delle serate a corte.

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Nella Grande Biblioteca sono conservati alcuni dei libri che Maria Antonietta lesse (o meglio, si fece leggere) durante il suo soggiorno a Versailles. I suoi preferiti erano tascabili, rilegati con una copertina semplice che riportava il suo stemma. Religione e storia erano tra gli argomenti di lettura più consigliati per una regina.

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Accesso alla Piccola Biblioteca affacciata sul Cabinet Doré.

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Grande Biblioteca

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Grande Biblioteca

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Grande Biblioteca

Abbiamo avuto la fortuna di dare una sbirciata al prezioso Cabinet de la Meridienne, restaurato ma non ancora arredato. Questo salottino ottagonale era utilizzato da Maria Antonietta come luogo di ristoro e nicchia in cui passare del tempo con i figli e le amiche più fidate.

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Tutte le mattine la regina sceglieva qui la mise da indossare attraverso una catalogo chiamato Gazette des atours de la Reine, con cui appuntava con degli spilli campioni di stoffa appartenenti agli abiti al suo guardaroba.
Uno degli spilli venne rinvenuto durante i lavori di restauro degli anni ’80. Per secoli era rimasto incastrato tra i legni del parquet.

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Pagina de Gazette des atours de la Reine

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Bauli originali appartenuti a Maria Antonietta

Proseguendo la visita siamo giunti alla Sala da Bagno al primo piano. Questa stanza non era particolarmente amata da Maria Antonietta dal momento che, per i suoi gusti, non tutelava in modo adeguato la sua privacy.

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La regina chiese espressamente di spostare la vasca nella Sala da Bagno al piano terra, più riparata e discreta: boiseries celesti realizzate dai fratelli scultori Rousseau, letto alla Polonaise, dettagli floreali alle pareti… un angolo di pace di cielo e nuvole nella frenesia di palazzo.

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In questa stanza l’artista Isabelle Borchgrave ha composto una mise en scène davvero d’impatto: tre figure evocano la regina Maria Antoinetta nel momento della toletta insieme alla sua Prima Cameriera Madame Campan e un’altra dama al suo servizio.
Per questa installazione non sono state usate stoffe o oggetti d’arredo: i manichini e i vestiti che essi indossano, gli accessori, i decori del tavolo da toletta e delle finestre sono tutti realizzati in carta tinta a pennello, fil di ferro e cartone.

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La Sala da Biliardo si trova nel mezzanino situato al secondo piano, proprio sopra il Cabinet de la Meridienne. Maria Antonietta adorava il bigliardo e ancora di più amava giocarci con i suoi amici più stretti. Questa stanza è tenuta costantemente in penombra per evitare che la luce del sole possa rovinare le tappezzerie bianche e oro ricamate a mano.

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In fondo, sulla sinistra: baule dei gioielli di Maria Antonietta decorato con porcellane di Sevres.

Nella miriade di cunicoli, stanze secondarie, rampe di scale e corridoi che abbiamo attraversato, uno più di tutti mi ha fatto trattenere il respiro: si tratta del corridoietto utilizzato da Maria Antonietta nella notte del 5 – 6 ottobre 1789 durante l’assalto a Versailles per fuggire dalla sua camera da letto.

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Il pertugio si affaccia proprio sulla porta seminascosta che si apre sulla Chambre della Reine.

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Una volta terminato il giro e imboccata la strada verso l’uscita che ci ha riportato nel cortile della reggia, il primo desiderio è stato quello di ritornare il prima possibile per ripetere l’esperienza. Magari per assaporare i dettagli che l’eccitazione del momento non mi ha permesso di cogliere. :)
Una visita unica e piena di emozioni, tante. Così intense che ci ho messo qualche giorno per realizzare di essere stata realmente nei luoghi che per tanto tempo avevo potuto vedere soltanto in foto.

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Per avere un assaggio di questi luoghi e degli altri toccati da Maria Antonietta, vi consiglio la guida illustrata di Cécile Berly Le Versailles de Marie Antoinette e il libro di Alice Mortali Guida alla Parigi di Maria Antonietta.

Nessuna fotografia o descrizione, per quanto bella o accurata, potrà mai rendere l’idea della suggestione e della storia che si respira in quelle stanze. Di sicuro però potranno ispirarvi, farvi sognare. E forse convincervi a passare un pomeriggio dove la reine e le sue dame, anche se invisibili, sono più presenti che mai.

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Maria Antonietta e Enrico VIII: due sovrani, una biografa

03 martedì Mar 2015

Posted by Giorgia Penzo in Recensioni e dintorni

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Antonia fraser, biografia, enrico XVIII, Maria Antonietta, marie antoinette, mondadori, recensione, saggistica, storia

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TITOLO: Maria Antonietta – La solitudine di una regina
AUTORE: Antonia Fraser
GENERE: saggistica storica
PAGINE: 554
EDITORE: Mondadori
COLLANA: Oscar Storia
DATA DI USCITA: 2004
DOVE TROVARLO: nelle migliori librerie o su Amazon

Un libro che conquista da subito. La puntigliosa ricerca della Fraser per ogni dettaglio si fa sentire già dai primi capitoli, in cui introduce la vita della famiglia d’origine di Madame Antoine.
Ben presto ci rendiamo conto che all’epoca essere donne nobili e di altro rango era tutt’altro che una favola, anzi. I lieto fine erano una pallida speranza delle principesse che – spesso ancora bambine – dovevano accontentarsi di essere solo preziose pedine di un gioco più grande di loro.

Antonia Fraser mescola verità storiche a uno stile romanzato e scorrevole, facendo rivivere in modo nitido nella mente del lettore le atmosfere delle case reali d’Austria e Francia. La vita dell’arciduchessa prima e della delfina/regina poi viene sviscerata sin nel suo più intimo particolare, come anche i costumi e i rituali della corte di Versailles.

La sfortunata Maria Antonietta che l’autrice racconta è l’emblema di una virtù che manterrà costante per tutta la sua vita, fino all’ultimo istante: la dignità, contro la barbarie e la crudeltà toccata a lei e al figlio Luigi Carlo.
L’interrogativo girata l’ultima pagina è lo stesso che attanaglia ogni grande personaggio della storia: vittima e martire oppure causa del suo stesso male? Da qualsiasi parte si schieri il lettore, l’unica cosa certa è che non può rimanervi indifferente.

Un libro ottimo, discusso, a tratti commovente. Su questa biografia si basa Marie Antoinette, film del 2006 diretto da Sofia Coppola con protagonista una superba Kirsten Dunst nel ruolo dell’ultima regina dell’Ancien Régime.

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TITOLO: Le sei mogli di Enrico VIII
AUTORE: Antonia Fraser
GENERE: saggistica storica
PAGINE: 522
EDITORE: Mondadori
COLLANA: Oscar Storia
DATA DI USCITA: 1996
DOVE TROVARLO: nelle migliori librerie o su Amazon

Antonia Fraser non sbaglia mai un colpo, è una scrittrice nata per appassionare il lettore con il suo stile romanzato e scorrevole. Personalmente trovo che questa sia la sua biografia più avvincente, dopo quella di Maria Antonietta.
Quella che racconta è la storia di sei donne (una sola regina per diritto di nascita, le altre elevate al rango più ambito solo grazie al proprio carattere, alla propria avvenenza o alla propria sventura) e un uomo accecato dal bisogno a tutti i costi di un figlio maschio legittimo, un re assoluto che per trovare giustificazione ai suoi bisogni – diciamocelo – “se la raccontava”.

A un passo da diventare lo zimbello delle teste coronate d’Europa (si dice che la giovane duchessa Cristina di Milano, saputo che Sua Maestà era alla ricerca della quarta moglie, disse che se avesse avuto due teste volentieri una l’avrebbe regalata al re), Enrico VIII è ricordato comunque come un grande sovrano.

Non importa che abbia ripudiato o fatto giustiziare quattro mogli su sei e che uno dei più grandi monarchi che la storia inglese abbia mai avuto sia stata la figlia secondogenita, in barba alle sue speranze di un erede maschio.
In questo libro si parla anche di lui, ma le vere protagoniste sono le donne che hanno contribuito a renderlo una leggenda.

Antonia Fraser ne analizza una alla volta, minuziosamente, intrecciando le loro vite. Per sfortuna, destino o volere di Dio la (loro) storia si è compiuta: non possiamo cambiarla ma solo onorarci di conoscerla, lasciandoci ogni pregiudizio alle spalle. E come recitava il motto di Anna Bolena: “Ainsi sera, groigne qui groigne“. Così sarà, mormori chi vuole.

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Marie-Antoinette: Carnet secret d’une reine

26 lunedì Gen 2015

Posted by Giorgia Penzo in Parigi è sempre una buona idea, Recensioni e dintorni

≈ 19 commenti

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Benjamin Lacombe, book, disegno, illustrazioni, lacombe, libri, libro, Maria Antonietta, marie antoinette, parigi, paris, recensione, review, storia

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TITOLO: Marie-Antoinette: Carnet secret d’une reine (Maria Antonietta: Diario segreto di una regina)
AUTORE: Benjamin Lacombe (Illustratore), Cécile Berly (Prefazione)
GENERE: albo illustrato/storico
PAGINE: 96
EDITORE: Soleil
COLLANA: Métamorphose
DATA DI USCITA: dicembre 2014
LINGUA: francese
DOVE TROVARLO: nelle migliori librerie o su Amazon

Cosa succede quando un illustratore visionario come Benjamin Lacombe incontra una storica specializzata sul XVIII secolo ed esperta sulla vita di Maria Antonietta come Cécile Berly?
Nasce un libro da collezione, prezioso, ricco e imperdibile, che strizza l’occhio all’opulenza di Marie Antoinette di Sofia Coppola.
Ho trovato questo volume in una fumetteria di Parigi e non sono riuscita a lasciarlo sullo scaffale. :)

Il tratto di Lacombe è inconfondibile. I suoi disegni grotteschi ed eleganti raccontano le lettere contenute in questo diario: alcune sono tratte dalla vera corrispondenza della regina con sua madre, l’imperatrice Maria Teresa d’Austria; altre sono fittizie, come quelle firmate dal Conte Fersen con cui Maria Antonietta ha realmente avuto un rapporto speciale.
La lettura visiva è comunque eccezionale.

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Dipinti, acquerelli e schizzi accompagnano il nostro viaggio nella vita di Maria Antonietta fino al suo testamento.
Il libro si divide in quattro capitoli (La fine dell’infanzia, Le pene d’amore, Il teatro della vita, Una rivoluzione) e termina con una tavola cronologica che include i principali avvenimenti politici dell’epoca.

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Se amate la figura di Maria Antonietta, la storia con un pizzico di frivolezza e l’arte indiscussa di Lacombe, quest’albo non può mancare nella vostra collezione. Il mio giudizio è assolutamente positivo.

Assaggiate Marie-Antoinette: Carnet secret d’une reine come fosse un macaron attraverso il booktrailer ufficiale :)

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L’hiver à Paris

06 martedì Gen 2015

Posted by Giorgia Penzo in Parigi è sempre una buona idea

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arte, Capodanno, città, foto, fotografia, Laduree, Maria Antonietta, marie antoinette, musical, natale, Notre Dame, parigi, paris, storia, Tour Eiffel, vampiri, Versailles, viaggi, viaggiare

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Ho appena finito di svuotare la valigia e ho già voglia di riempirla di nuovo, ci credete? :)
Prima d’iniziare a contare sul calendario i giorni che mi separano dal prossimo viaggio, vi racconto della mia esperienza invernale nella capitale francese. Tantissimi blog trattano di Parigi in maniera molto approfondita, ma io desidero parlarvene nel modo che preferisco, ovvero in pillole attraverso i miei scatti :)

La cattedrale di Notre-Dame la Vigilia di Natale. C’era freddo, ma sarei rimasta a osservarla per ore. Serve aggiungere altro davanti a tanta bellezza?

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Il cimitero di Père Lachaise sotto la luce del tramonto nel giorno di Natale. Quieto, poetico, fuori dal tempo.

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L’Avenue des Champs-Élysées addobbata a festa. Ai lati, decine di casette di legno ospitavano un mercatino natalizio zeppo di artigiani e prodotti tipici. Cibo da strada sublime.

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Da appassionata di Maria Antonietta, questa è ormai una tappa fissa. :D Il 26 dicembre gita fuori porta a Versailles: il Petit Trianon e le domaine de Marie Antoinette.

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Il palazzo della Conciergerie. L’ultima dimora terrena di Marie Antoinette e della maggior parte dei 2780 condannati a morte durante la Rivoluzione.
[Se vi interessa approfondire la vicenda dei processi a Luigi XVI e Maria Antonietta potete cliccare QUI].

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Brocca dalla quale Maria Antonietta bevve prima di essere condotta al patibolo il 16 ottobre 1793

Brocca dalla quale Maria Antonietta bevve prima di essere condotta al patibolo il 16 ottobre 1793

Dettaglio della finestra della cappella espiatoria col monogramma di Marie Antoinette. Affaccia direttamente sul Cortile delle Donne.

Dettaglio della finestra della Cappella Espiatoria col monogramma di Marie Antoinette. Affaccia direttamente sul Cortile delle Donne, dove le detenute potevano prendere aria. A lei non fu mai concesso andarci.

Montmarte, la culla dell’arte.

Le mur des Je T’Aime, è un’originale opera artistica di 10 metri per 4 progettata dall’artista Frédéric Baron con la collaborazione di Claire Kito. Sulle piastrelle blu sono scritti più di 300

Le mur des Je T’Aime, è un’originale opera artistica di 10 metri per 4 progettata dall’artista Frédéric Baron con la collaborazione di Claire Kito. Sulle piastrelle blu sono scritti più di 300 “Ti Amo” in tutte le lingue del mondo.

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Place du Tertre

Cioccolata in tazza e macarons da Ladurée. Buonissimi. I miei gusti preferiti: caramello al burro salato e vaniglia.

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Vicino a Place Vendôme ho scovato NINA’S, raffinato negozietto di tè e piccola pasticceria.
La maison è nata nel 1672, quando Pierre Diaz ha creato “La Distillerie Frères”. E’ stata la prima azienda a distillare oli essenziali di lavanda in Francia e divenne famosa per la l’arte di creare profumi. Il proprietario era conosciuto anche come “il Mago di aromi” ed è diventato il fornitore di profumi della Corte di Versailles, dove la loro lavanda e le essenze alla rosa erano particolarmente apprezzati.
Una delle famose miscele di NINA’S è il tè Marie Antoinette, delicatamente aromatizzato con mele – provenienti dal Potager du Roi di Versailles – e rose.

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Ultimo giorno dell’anno: un giro sulla ruota panoramica in Place De La Concorde e lo spettacolare panorama fino all’Arco di Trionfo. A mezzanotte, fuochi d’artificio e la Tour Eiffel che sberluccica. :D

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Un tè all’Hotel Le Bristol per ammirare dal vivo il quadro di F. H. Drouais, Marie Antoinette au livre (1781).

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Il pomeriggio del primo giorno del 2015 l’ho trascorso al Théatre Mogador per il musical Le Bal des Vampires. Scenografie mozzafiato, ballerini e attori bravissimi, canzoni coinvolgenti. Da non perdere se vi capita l’occasione! :)

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Il mio bottino: il tè Marie Antoinette di NINA’S nella romantica confezione in latta rosa confetto e Marie-Antoinette: Carnet secret d’une reine: un albo illustrato da Benjamin Lacombe che contiene buona parte della corrispondenza dell’ultima regina dell’Ancien Régime raccolta dalla storica Cecile Berly.
A questo libro dedicherò prossimamente un post con la mia recensione. :)

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Durante i dieci giorni in cui sono stata via non è caduto un solo fiocco di neve! Ma pazienza, sarà per la prossima volta. :)
Cosa mi rimane di questo bellissimo viaggio? Tantissime cose ancora da visitare; la gioia della mia amica quando ha ricevuto la cartolina che le ho spedito; gli occhi pieni della mia città preferita (che un giorno vorrei chiamare casa), e il desiderio di tornarci al più presto.

Foto di Elena Serboli

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“Sono calma come si è calmi quando la coscienza non rimprovera nulla”. [Testamento di Maria Antonietta di Francia, 16 ottobre 1793]

16 giovedì Ott 2014

Posted by Giorgia Penzo in Quel che oggi ormai è storia

≈ 23 commenti

Tag

addio mia regina, francia, Maria Antonietta, marie antoinette, passato, rivoluzione francese, storia

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Era una bella giornata, con un leggero velo di foschia, e il freddo intenso delle ore notturne si era mitigato. L’immensa folla che fiancheggiava il percorso verso la ghigliottina, in place du Carrousel, si compattava intorno alle parole d’ordine urlate dalla scorta: «Fate largo all’Austriaca!» e «Viva la Repubblica!».

Maria Antonietta era reduce da un processo frettoloso voluto tra gli altri da Maximilien de Robespierre – basato su prove tendenziose e insussistenti – e un’estenuante detenzione nella prigione della Conciergerie*.
Quando il carro raggiunse place du Carrousel, era abbastanza padrona di sé. Discese tranquilla e con passo leggero – «con arroganza» – salì rapidamente i gradini del patibolo nonostante le mani legate, fermandosi solo per chiedere scusa a Sanson (il boia) per avergli pestato un piede: «Non l’ho fatto apposta».

Così si avviò di buon grado, quasi impaziente, incontro alla morte. La sua Versailles era ormai lontana. La testa di Antoinette, desiderata da Hébert, fu tagliata con un colpo netto alle dodici e quindici di mercoledì 16 ottobre 1793, e mostrata a un pubblico in delirio.

Per il suo ultimo viaggio, ad «Antoinette Capet» non fu consentito di indossare il consueto abito nero, in quanto la folla avrebbe potuto insultarla per aver osato vestirsi a lutto. Le fu quindi permesso di indossare il semplice abito bianco di tutti i giorni; nessuno ricordava che, in passato, il bianco era il colore del lutto per le regine di Francia.

Maria Antonietta diventò il capro espiatorio di ogni male che aveva colpito il Paese. Fra l’altro, sarebbe stata incolpata di tutta la Rivoluzione francese da coloro che, ottimisticamente, volevano trovare un unico «colpevole» per poter spiegare i complessi errori del passato.
La sfortuna la perseguitò dal suo arrivo in Francia, ambasciatrice non voluta e inadeguata di una grande potenza, moglie bambina respinta, fino alla fine, quando divenne la vittima sacrificale del fallimento della monarchia.

Digital art by Ricardo Salamanca

Digital art by Ricardo Salamanca

[…] «Che mio figlio non dimentichi mai le parole di suo padre… non tenti mai di vendicare la nostra morte. […] Adieu, mia buona e tenera sorella; che questa lettera possa giungere fino a voi! Conservate sempre il mio ricordo; vi abbraccio con tutto il cuore, insieme a quei poveri, amati figli. Mio Dio, solo lacerata al pensiero di abbandonarli per sempre».

Clip del film

Clip del film “Les Adieux à la Reine”, diretto da Benoît Jacquot e basato sul romanzo “Addio mia regina” di Chantal Thomas, ambientato nei primissimi giorni della Rivoluzione francese.

Chantal Thomas - Addio mia Regina, pag. 24

Chantal Thomas – Addio mia Regina, pag. 24

FONTE:

  • A. Fraser, Maria Antonietta – La solitudine di una regina (Oscar Storia Mondadori)

* La figura di Maria Antonietta ha ispirato il mio saggio I processi a Luigi XVI e Maria Antonietta – Dal trono al patibolo – giunto nel 2017 alla seconda edizione e disponibile anche in ebook – il quale analizza dal punto di vista giuridico i dibattimenti che gli ultimi sovrani dell’Ancien Régime dovettero affrontare in pieno clima rivoluzionario. QUI il blog di Francesca Rossi “Divine Ribelli” ha dedicato al libro una bellissima recensione, proprio in questo giorno così carico di significato *

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Rien.

14 lunedì Lug 2014

Posted by Giorgia Penzo in Quel che oggi ormai è storia

≈ 4 commenti

Tag

14 luglio, Antonia fraser, citazioni, Luigi XVI, Maria Antonietta, rien, rivoluzione francese, storia

La regina trascorse la giornata del 14 luglio, come il resto della corte, nella più completa ignoranza di quanto stava accadendo a Parigi. E non sembrava nemmeno che qualcuno avesse fretta di informarne il re. Questi si trovava a letto quando il duca di Liancourt, un aristocratico di tendenze liberali, gli portò la notizia.
«È una rivolta?» chiese Luigi XVI.
«No, sire» fu la risposta di Liancourt. «È una rivoluzione».

– Maria Antonietta. La solitudine di una regina (A. Fraser)

Diario personale di Luigi XVI alla data 14 luglio 1789:

Diario personale di Luigi XVI alla data 14 luglio 1789: “Rien”. In realtà il “Niente” si riferisce all’esito della battuta di caccia a cui il sovrano aveva preso parte. Rimane comunque un dettaglio suggestivo se pensiamo agli eventi che poi seguirono.

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“Lo zelo di libertà e di altri pomposi nomi è spesso il pretesto per molti delitti”. (Tacito)

23 lunedì Giu 2014

Posted by Giorgia Penzo in Saggi

≈ 1 Commento

Tag

ebook, giveaway, Luigi XVI, Maria Antonietta, rivoluzione francese, saggio, saggistica, storia

Buongiorno a tutti! Da oggi è disponibile su AMAZON e KOBO il saggio “I processi a Luigi XVI e Maria Antonietta – Dal trono al patibolo“, edito da Genesis Publishing.

Come preannunciato, ha preso ufficialmente il via il GIVEAWAY ospitato da La Parigi di Maria Antonietta.
Avete tempo fino al 7 luglio per provare a vincere una copia digitale del saggio, e per partecipare dovrete seguire qualche semplice regola che troverete spiegata QUI.

In bocca al lupo! :)

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USCITA + GIVEAWAY “I processi a Luigi XVI e Maria Antonietta – Dal trono al patibolo”

16 lunedì Giu 2014

Posted by Giorgia Penzo in Saggi

≈ 5 commenti

Tag

amazon, ebook, genesis publishing, giveaway, kobo, Luigi XVI, Maria Antonietta, marie antoinette, parigi, pubblicazione, rivoluzione francese, saggio, saggistica, storia

In occasione dell’uscita del saggio storico “I processi a Luigi XVI e Maria Antonietta – Dal trono al patibolo“, io e la carissima Alice Mortali, blogger de La Parigi di Maria Antonietta, abbiamo pensato di organizzare un Giveaway per premiare un fortunato lettore o lettrice :)

La casa editrice Genesis Publishing ha gentilmente messo in palio una copia ebook del libro che sarà destinata, previo sorteggio, tra chi prenderà parte all’evento che inizierà il 23 giugno.
Partecipare è semplice, e le regole nel dettaglio ve le renderò note lunedì prossimo con un nuovo post dedicato al Giveaway :)

Nell’attesa, vi lascio un assaggio di quello che sarà il saggio. Non una biografia degli ultimi sovrani dell’Ancien Régime, ma un viaggio che mostrerà gli intrighi, i giochi politici dietro le sentenze, e la sommarietà con cui è stata spazzata via un’era. A partire dal 23 giugno il libro sarà disponibile per l’acquisto su Amazon e Kobo.
– SCHEDA LIBRO E SINOSSI
– GOODREADS
– BOOKTRAILER
– PAGINA FACEBOOK

Il Giveaway si concluderà il 7 luglio! Segnatevi la data e, se volete, partecipate all’evento su Facebook. Io e Alice vi aspettiamo :)

banner processi

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