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Gio.✎

~ Avete presente quegli scomodi abiti vittoriani? Ecco. Io non vorrei indossare altro.

Gio.✎

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“Ero Petra. Sono Petra. Sarò sempre Petra. Indipendentemente dal fatto che importi a qualcuno”.

06 venerdì Mar 2020

Posted by Giorgia Penzo in Romanzi

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book, books, editrice nord, libri, ogni giorno come il primo giorno, recensione, resilienza

“Questo libro è un pugno nello stomaco, è forte e fa male. Va a toccare temi impegnativi perché oltre che del lutto parla di rapporti familiari, di amicizia e anche di amore. Ma anche e soprattutto di presa di coscienza di sé, di crescita, di passaggio alla maturità. Colloco questa lettura in quelle che definisco terapeutiche, che mi aiutano a dare un nome a ciò che provo“.

➺ Potete leggere la recensione completa sul blog di Chiara, La lettrice sulle nuvole. 

Quali sono i libri che vi stanno facendo compagnia in questo periodo così delicato e particolare? Avete fatto scorta?
Se volete approfittarne, vi ricordo che il cartaceo di Ogni giorno come il primo giorno (acquistabile anche con 18App e Carta del Docente) è ancora disponibile in offerta su ibs.it a € 12,68 ✨ 

Amati e combatti qualsiasi cosa accada d’ora in poi. Qualsiasi cosa. La vita è una ed è fragile. Questo la rende ancora più preziosa. Non sciuparla, non gettarla via. Rialzati sempre.

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Il canto di Penelope

03 venerdì Gen 2020

Posted by Giorgia Penzo in Recensioni e dintorni

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books, il canto di penelope, leggere, lettura, libri, margaret atwood, ponte alle grazie, recensione

Questo è il canto di dodici serve. Le più belle, le più giovani, le più fidate, le più scaltre, il bianco stormo di oche della regina, le sue favorite, le sue affezionate, le sue devote.
Dopo tremila anni le dodici ancelle di Penelope gridano giustizia. E non smetteranno mai di farlo.

“L’acqua non oppone resistenza. L’acqua scorre. Quando immergi una mano nell’acqua senti solo una carezza. L’acqua non è un muro, non può fermarti. Va dove vuole andare e niente le si può opporre. L’acqua è paziente. L’acqua che gocciola consuma una pietra. Ricordatelo. Ricordati che per una metà tu sei acqua. Se non puoi superare un ostacolo, giragli intorno. Come fa l’acqua“. 🌊

il canto di penelope

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Ogni giorno come il primo giorno di Giorgia Penzo _ Recensione

30 martedì Lug 2019

Posted by Giorgia Penzo in Recensioni e dintorni

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adolescenza, book, books, editrice nord, leggere, lettura, libri, libro, narrativa, new adult, recensione, resilienza, romanzo

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I 10 migliori libri del 2018 secondo “Atelier dei Libri” e “Once Upon A Time a Book”

01 martedì Gen 2019

Posted by Giorgia Penzo in Romanzi

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atelier dei libri, book, books, classifica, libri, ogni giorno come il primo giorno, once upon a time a book, recensione, romanzo

Ogni giorno come il primo giorno è tra i 10 migliori libri del 2018 secondo i blog Atelier dei libri di Glinda Izabel e Once Upon A Time a Book… un bellissimo regalo nel primo giorno del 2019 ♡
Scoprite gli altri titoli in lista e lasciatevi ispirare! Buon Anno a tutti voi, pieno di soddisfazioni, felicità e moltissimi libri! :)

A volte si ha bisogno di leggere qualcosa che faccia un po’ male, per sentirsi bene. Credo infatti che imbattersi in protagonisti un po’ malandati e seguire la loro guarigione, passo dopo passo, crei un legame che alla fine del libro fa guarire un po’ anche noi. E questo è proprio l’effetto che mi ha fatto Ogni giorno come il primo giorno [Casa Editrice Nord] di Giorgia Penzo, un libro dolcissimo che si addentra nei meandri dell’elaborazione del lutto di una persona cara in adolescenza, senza mai appesantirsi, ma sfiorando il cuore con una storia carica di passione, musica, struggimento e speranza.
Petra è solo una ragazzina, ma ha conosciuto il sapore amaro del lutto e dopo aver perso la sua adorata sorella crolla in pezzi sotto il peso del senso di colpa. Saranno la musica e l’amore, inaspettato e dirompente, a dimostrarle che non tutte le ombre sono fatte per restare. Un consiglio? Leggetelo presto – Glinda Izabel.

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Salvarsi è possibile

11 giovedì Ott 2018

Posted by Giorgia Penzo in Recensioni e dintorni

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blog, book, books, editrice nord, libri, libro, ogni giorno come il primo giorno, recensione, salvarsi, tempo

Su Tempo di Carpi un articolo di Chiara Sorrentino ricorda uno dei temi portanti di Ogni giorno come il primo giorno (Editrice Nord): salvarsi è possibile ♡

Con uno stile poetico che scalda il cuore e ben esprime la vastità dei sentimenti della protagonista, l’autrice emiliana Giorgia Penzo, a partire da una vicenda umana estrema, riesce a riflettere le realtà condivise da tutti gli adolescenti e a esorcizzare i demoni di un’età spesso travagliata e difficile.

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Giveaway – Vinci una copia cartacea di Ogni giorno come il primo giorno

08 venerdì Giu 2018

Posted by Giorgia Penzo in Romanzi

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giveaway, libri, libro, ogni giorno come il primo giorno, promo, recensione, romanzo, vinci

Sorpresa! Il blog Diario di un sogno ha organizzato un nuovo giveaway dedicato a Ogni giorno come il primo giorno.
Avete tempo fino al 15 giugno alle ore 12.00 per partecipare e provare a vincere una copia cartacea del romanzo edito da Casa Editrice Nord. Il premio sarà spedito con corriere e la persona estratta riceverà il libro direttamente a casa 🎁 Seguite le semplici istruzioni riportate alla fine della recensione e in bocca al lupo 😍🐺

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[Recensione] Ritratto di dama – Giorgia Penzo

20 sabato Mag 2017

Posted by Giorgia Penzo in Recensioni e dintorni

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amore, book, books, leggere, lettura, libri, libro, narrativa, parigi, recensione, ritratto di dama, romance, salone del libro, torino

In partenza per Torino con nel cuore la bellissima recensione di Simona. Inizia così questa giornata piena di emozioni *_____* Ci vediamo oggi pomeriggio al Salone del Libro! :)

Simona Jane

Buon pomeriggio, cari lettori!
Chiudiamo la settimana con la recensione di un libro che mi ha colpita molto e che ho divorato nell’arco di un paio di ore, in compagnia di una tazza di tè e di una fetta di torta al cioccolato. Il libro in questione è Ritratto di dama di Giorgia Penzo, pubblicato da Carta Canta Editore.

Ritratto di damaRitratto di dama – Giorgia Penzo
Carta Canta Editore, 150 pagine
Genere: Paranormal Romance
Copertina flessibile, € 13.00
In vendita da: Febbraio 2017

Il viaggio di due anime che si amano da sempre e che combattono per incontrarsi, una favola metropolitana dalle atmosfere parigine. Notte di San Lorenzo. Seduta su una panchina di fronte a Notre Dame una ragazza sembra aspettare qualcuno. Guillaume, studente di Storia dell’arte, la nota da lontano. Incrocia il suo sguardo e ha un sussulto: è identica alla famosa Belle Ferronnière ritratta da Leonardo da…

View original post 550 altre parole

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King Arthur – Il potere della spada: 5 motivi per cui andarlo a vedere

11 giovedì Mag 2017

Posted by Giorgia Penzo in Recensioni e dintorni

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cinema, fantasy, film, Guy Ritchie, king arthur, recensione, warner bros

kingarthur

Il mio voto: ★★★★★

DA VEDERE PERCHÈ:

    • La regia è di Guy Ritchie: guardare un suo film è come andare sulle montagne russe. Avete presente The Snatch e Sherlock Holmes? Qui si rischia di non avere più voglia di scendere.
    • Charlie Hunnam: un dono del cielo con la faccia da teppista. Perfetto per il ruolo da protagonista.
    • Jude Law: un cattivo con i controfiocchi. Praticamente la versione oscura del suo Lanny Belardo in The Young Pope.
    • La colonna sonora: epica, veloce, dura, moderna. In una parola: pazzesca. Una delle migliori degli utimi anni, solo Tarantino riesce a fare meglio. La traccia The Devil and The Huntsman crea dipendenza.
    • Nuova rivisitazione del mito di Re Artù: un mix di azione, fantasy, atmosfere dark, urban e un approccio quasi shakespeariano che non delude.

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Guida alla Parigi di Maria Antonietta

03 martedì Mag 2016

Posted by Giorgia Penzo in Recensioni e dintorni

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alice mortali, blog, book, guida alla parigi di maria antonietta, libri, libro, Maria Antonietta, mursia, parigi, recensione, Versailles

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guida_parigi_maria_antoniettaTitolo: Guida alla Parigi di Maria Antonietta
Autore: Alice Mortali
Pagine: 266
Genere: guida/saggistica
Editore: Mursia
Dove trovarlo: Amazon | IBS
Il mio giudizio: una guida, una biografia storica, ma anche un romanzo: lo stile scorrevole con cui vengono raccontati avvenimenti e aneddoti non annoia mai, anzi: appassiona fino all’ultimo capitolo. Da mettere assolutamente in valigia per il prossimo viaggio a Parigi.

Maria Antonietta è una delle figure storiche più straordinarie e controverse di tutti i tempi. La sua incoronazione nel 1774 ha dato una svolta alla storia di Francia e la sua tragica morte sotto la lama della ghigliottina ha segnato la fine di un’intera epoca. Questo volume propone un viaggio ideale nella Parigi della regina Maria Antonietta attraverso i luoghi che hanno caratterizzato la sua affascinante e originale esistenza. Un viaggio diverso, unico, con un’accompagnatrice davvero d’eccezione che non mancherà di svelare ancora qualche particolare curioso della sua personalità e della sua stravagante vita a corte.

Della vecchia edizione di questo libro ve ne avevo parlato tanto, tantissimo tempo fa: allora s’intitolava La Parigi di Maria Antonietta – Tutto a te mi guida ed era stato pubblicato da un editore indipendente di Venezia. La seconda parte del titolo derivava da “una frase in italiano” – spiega l’autrice nella Prefazione della nuova edizione – “che venne fatta incidere da Maria Antonietta su un anello che donò all’uomo che fu molto probabilmente il suo più grande amore, il conte svedese Axel von Fersen. Era il febbraio 1793: Maria Antonietta, vedova da appena venti giorni e ignara del suo tragico futuro, trascorreva i suoi ultimi mesi di vita rinchiusa nella Tour du Temple insieme ai figli e alla cognata Élisabeth.
Grazie al fedele generale de Jarjayes, l’ex sovrana stava tentando di far recapitare ai suoi parenti lontani ciò che le restava di più caro: l’anello nuziale e qualche ciocca di capelli appartenuti al suo defunto marito Luigi XVI. I preziosissimi oggetti erano accompagnati 
anche da due lettere: una indirizzata al Conte di Provenza, il futuro Luigi XVIII, l’altra al Conte d’Artois, il cognato più giovane, più divertente, quello col quale durante gli anni felici aveva condiviso tante serate all’Opéra e che un giorno sarebbe passato alla storia come Carlo X.
Al generale de Jarjayes la regina chiese però anche un ultimo e delicato servigio: «Desidero che consegniate [questo anello] alla persona che voi ben sapete essere venuta da Bruxelles l’inverno scorso e che gli diciate che quel motto – tutto a te mi guida – non è mai stato più vero».
Questa frase con la quale ella cercava di far giungere all’ultimo amico fidato tutto il suo affetto, era il suo personale e definitivo addio al conte di Fersen; con esso però Maria Antonietta stava prendendo congedo non solo dall’uomo che amava ma anche da quella che era stata la sua vita passata e che ora appariva sempre più come un sogno lontano: la sua vita da regina di Francia.
Una vita tragica, unica e straordinaria che ancora oggi affascina milioni di persone che ogni anno vengono a Parigi per visitare, tra gli altri, molti dei luoghi legati all’esistenza della sovrana
“.

Aver modo di recensire la nuova veste edita da Mursia – prestigiosa, aggiornata, ampliata e finalmente disponibile in tutte le migliori librerie – è un piacere che si rinnova.
Amo molto sia Parigi sia tutto ciò che riguarda Maria Antonietta (non so se si nota!) e questo libro è uno dei miei preferiti sull’argomento. Alice, poi, è una persona straordinaria.
Guida alla Parigi di Maria Antonietta
 è lo scrigno di un tesoro per chi apprezza la sua figura storica e umana. Per chi – invece – non la conosce, è un’opportunità unica per scoprirla e vivere “in sua compagnia” una Parigi inedita.
Alice ce la presenta attraverso 32 capitoli: con le parole ci accompagna sui luoghi che a sua volta la raccontano, a partire dal momento in cui da giovanissima lasciò Vienna per prendere posto a Versailles come delfina fino ad arrivare ai suoi ultimi istanti sul patibolo.
Il libro non si limita a soffermasi sul suo passaggio nella storia francese: nel capitolo di approfondimento MARIA ANTONIETTA NEL MONDO, l’autrice ci mostra l’impronta che la reine ha lasciato anche in Italia, Stati Uniti, Regno Unito, Svezia, Austria, Germania e Russia; le sue avventure, disavventure e il suo stile hanno percorso tutto il mondo e ancora oggi lo ispirano.
Le appendici, poi, contengono preziosissimi bonus: un’esaustiva filmografia che abbraccia i fatti raccontati nel libro, oltre che tutte le informazioni pratiche per visitare i tantissimi posti citati (non dimenticate, è anche una guida turistica!).

L’anima di Maria Antonietta non ha toccato solo Versailles: è anche all’Opéra, a le Château de Fontainebleau, al palazzo della Bagatelle e – purtroppo – in altri luoghi ben più tristi come la Conciergerie.
Guida alla Parigi di Maria Antonietta, però, non tratta esclusivamente di musei e castelli: racconta anche di vie, giardini e caffè, ma soprattutto di avvenimenti che non troverete in nessun manuale di storia; insomma, chicche che soltanto una ricerca certosina tra documenti in lingua e scritti di ogni epoca ha potuto portare alla luce.
Quello che rende prezioso questo libro sono appunto i dettagli: l’autrice non trascura nulla; la sua passione genuina nel delineare gli eventi non può lasciare il lettore indifferente.
Come se ogni tassello della Ville Lumière racchiudesse un pezzetto dell’ultima regina di Francia, una volta girata la pagina che chiude questo libro vi accorgerete che ogni cosa è al suo posto. E non vedrete l’ora di partire per vederlo con i vostri occhi.

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Alice Mortali è nata a Castelfidardo (Ancona) nel 1980. Bolognese d’adozione, da anni si dedica alla ricerca storica con una particolare attenzione ai grandi personaggi femminili vissuti tra il XVI e XIX secolo. Blogger e studiosa, ha collaborato con la rivista «BBC History» e con alcuni siti web. Dal 2013 è presidente dell’AIMANT – Associazione Italiana Maria Antonietta. Da tre anni organizza magnifici tour a Parigi alla scoperta dei luoghi toccati da Maria Antonietta (Maria Antoinetta Tour). Nell’agosto di quest’anno, per la prima volta, il viaggio si sposterà a Vienna e coinvolgerà un’altra iconica sovrana: Sissi. Il Maria Antonietta e Sissi Tour 2016 è aperto a tutti. I posti a disposizione, però, sono soltanto 25 e terminano sempre molto in fretta. Per prenotare, avere info su costi e dettagli, dovrete solo inviare un mail all’indirizzo ufficiale: ma2013tour@gmail.com

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L’amore che profuma di carta

11 giovedì Feb 2016

Posted by Giorgia Penzo in Recensioni e dintorni

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amore, blog, book, books, corbaccio, il libro dei ricordi perduti, libri, recensione, san valentino, sette giorni per l'eternità

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La festa degli innamorati nasce nel 496, quando Papa Gelasio I la istituì sostituendo alla precedente ricorrenza pagana delle lupercalia la festività religiosa che prende il nome dal santo e martire cristiano Valentino da Terni.

Sebbene la figura di San Valentino sia nota soprattutto per il messaggio di amore che reca, l’associazione specifica con l’amore romantico e gli innamorati è quasi certamente posteriore: probabilmente risale all’Alto Medioevo e potrebbe essere nata dall’opera “Il parlamento degli uccelli” del poeta e scrittore Geoffrey Chaucer in cui prese forma la tradizione dell’amor cortese.
La festa degli innamorati, quindi – volendo essere romantici – è nata da un libro.

Le librerie sono piene di romanzi d’amore, con più varianti dei gusti del cioccolato. Ma una cosa vale per tutti: se l’amore è vero, allora porta con sé qualcosa di magico che va oltre la chimica e l’infatuazione momentanea. Qualcosa che ci fa superare le barriere e le differenze; ci infonde pazienza, speranza, pace; ci dona qualcosa di prezioso da coltivare giorno per giorno.

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Ho scelto due libri, oggi, per raccontarvi l’amore, entrambi editi da Corbaccio.

Il primo parla del sentimento nascosto tra le righe, letteralmente.
Ne “Il libro dei ricordi perduti” Roberta – libraria innamorata dei volumi nuovi e antichi e del suo lavoro nel dedalo di sale della libreria Old and New – accudisce tomi di ogni genere e colleziona i cimeli ritrovati tra le pagine di vecchi libri usati come fiori secchi, etichette, scontrini, foto, ciocche di capelli, cartoline, biglietti di ogni tipo: sono pezzi di storia di qualcuno che si aggiungono alla storia stampata sui fogli di carta, e la completano. Lei è la loro custode.

Mentre si appresta a riporre sullo scaffale un libro appartenuto a sua nonna Dorothea, dalle pagine ingiallite scivola fuori una lettera firmata dal marito – nonno Jan – un tempo pilota di Hurricane polacco. È datata 1941 ma lui, secondo quello che le è stato sempre raccontato, è morto durante il bombardamento di Coventry del 1940.
Riga dopo riga, le certezze di Roberta sulla sua famiglia vacillano: con una calligrafia piccola e ordinata Jan Pietrykowski confessa a Dorothea di amarla ma anche il loro matrimonio è impossibile…

Una moltitudine di domande affolla la mente della giovane libraia: tra speranza e nostalgia, in un turbine rivelazioni e passioni taciute, la protagonista rivive la travagliata storia d’amore della nonna ai tempi della Seconda Guerra Mondiale, in un incedere crudo e realistico che spesso commuove. 
Da un lato c’è la voce di Roberta che – come se avesse di fronte uno specchio – si vedrà costretta a guardare dentro sé stessa, ad accettare verità inaccettabili, a scoprire un passato fumoso che fino a un istante prima di leggere quella lettera credeva cristallino. Dall’altro affiora quella di Dorothea, una donna la cui vita è stata piena di scelte difficili e desideri rincorsi fino alle estreme conseguenze.
Ma entrambe sono la faccia della stessa medaglia: l’una sussurra all’altra in tempi e luoghi differenti e l’amore sarà la loro comune destinazione. Con la consapevolezza nel cuore che, a volte, “i segreti sono necessari“.

“E non riesco a disfarmi di frammenti di vita che un tempo hanno significato tanto per qualcuno, e magari significherebbero tanto ancora oggi”.

“E non riesco a disfarmi di frammenti di vita che un tempo hanno significato tanto per qualcuno, e magari significherebbero tanto ancora oggi”.

Il secondo parla di un amore inaspettato, improbabile, impossibile.
“Sette giorni per l’eternità” racconta della sfida – l’ultima – tra Dio e il Diavolo, stanchi della loro continua lotta. Per determinare chi deve trionfare una volta per tutte sul mondo e l’umanità decidono di far scendere in campo i loro campioni per sette giorni di duello (e come avrebbe potuto essere diversamente?) a colpi di buone e cattive azioni: Zofia – l’angelo inviato da Dio – è efficiente, generosa, ingenua, delicata, incantevole; Lucas – il demone mandato da Satana – è un cattivo ragazzo spaccone e affascinante, un campione della manipolazione. Ma a San Francisco, la sera del primo giorno, le loro strade si incrociano e nessuno dei due sa chi è l’altro…

Mentre Zofia tenta di redimere Lucas e lui – viceversa – di indurla in tentazione, tutto quello che era stato pianificato nei minimi dettagli si incrina: il destino è in agguato e il dubbio si insinua tra i loro reciproci sguardi.
Gli opporti si avvicinano, le differenze uniscono, entrambi – nati per essere l’uno il nemico naturale dell’altro – scoprono che esiste qualcosa oltre il Bene e il Male, qualcosa che li attrae l’uno all’altra in un precario equilibrio.

Una storia divertente, frizzante, intensa e romantica come solo le favole sanno essere; una sfida in cui l’amore – come ogni volta – cancella le strategie sulla scacchiera.

Là dove non esisti, non esisto neanche io. […] Ora ascolta: ovunque io sia, riconoscerò le tue risate, vedrò il sorriso nei tuoi occhi, sentirò la tua voce. Il semplice fatto di sapere che tu sei da qualche parte su questa terra sarà, nell’inferno, il mio angolo di paradiso. […]”

Là dove non esisti, non esisto neanche io. […] Ora ascolta: ovunque io sia, riconoscerò le tue risate, vedrò il sorriso nei tuoi occhi, sentirò la tua voce. Il semplice fatto di sapere che tu sei da qualche parte su questa terra sarà, nell’inferno, il mio angolo di paradiso. […]”.

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Recensione di “Red Carpet” sul blog Notting Hill Books

18 lunedì Gen 2016

Posted by Giorgia Penzo in Recensioni e dintorni

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book, books, ebook, leggere, libri, libro, recensione, urban fantasy, vampiri

Condivido con voi l’ultima, emozionante recensione al mio romanzo Red Carpet. :) Grazie mille al blog Notting Hill Books e a Serenella!

Notting Hill Books: Blog letterario

Ciao Notters,
quest’oggi parliamo di vampiri, di immortalità e bellezza :) Giorgia Penzo mi ha davvero stupita e rapita con il suo libro “Red Carpet”.  Questo è il primo volume, prossimamente vi parlerò anche del secondo #staytuned! Ora vediamo un pò cosa ho da dire! ;)

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TITOLO: Red Carpet
AUTORE: Giorgia Penzo
EDITORE: self Publishing
DATA PUBBLICAZIONE: 5 luglio 2013
FORMATO: Ebook
PREZZO: € 1,99

SINOSSI

In un presente alternativo il vampirismo non è più un morbo da debellare ma una risorsa sulla quale investire. Lo sa bene Elizabeth “Lise” Scott, giovane e arrivista responsabile delle negoziazioni alla Immortality Awaits Corporation, l’unica società al mondo in grado di rendere reale il più grande sogno dell’uomo: vivere per sempre. Elizabeth è un brillante avvocato specializzato nella difesa dei vampiri e il legale personale del presidente dell’Immortality Awaits, Ryan J. Constant, uno dei pochissimi pluricentenari in grado di trasmettere il virus dell’immortalità…

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❝ In ogni falso si nasconde sempre qualcosa di autentico ❞

01 giovedì Ott 2015

Posted by Giorgia Penzo in Recensioni e dintorni

≈ 25 commenti

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arte, cinema, falso, film, film da vedere, la migliore offerta, recensione, Tornatore

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La migliore offerta ha vinto il David di Donatello come Miglior Film nel 2013 e se lo è meritato tutto.

È la storia Virgil Oldman (Geoffrey Rush), un distinto e richiestissimo banditore d’asta: esperto d’arte e di falsi d’autore, raffinato, solitario, un po’ snob e ossessionato dall’igiene tanto da non separarsi mai dai suoi guanti.
Mosso da un innato timore reverenziale verso il gentil sesso che ammira quanto teme, colleziona ritratti femminili di ogni epoca: dai più rari e costosi a quelli di promettenti artisti emergenti, facendosi aiutare dal vecchio amico e complice Billy Whistler (Donald Sutherland) che rilancia per lui la migliore offerta durante le aste.

The-Best-Offer-La-migliore-offerta-The-Best-Offer__65Le sue doti di stimatore d’antiquariato vengono richieste da una misteriosa ragazza, Claire Ibbetson (Sylvia Hoeks), erede di un’altrettanto misteriosa famiglia ormai estinta che le ha lasciato in eredità maniero e mobilio da inventariare.
La giovane pare soffrire di agorafobia e per questo non abbandona mai la casa, né permette che anima viva la incontri. I due comunicano soltanto al telefono o attraverso una parete affrescata della villa che nasconde la camera dove lei si nasconde da quando è ragazzina. Lei vede lui, lui non vede lei. Claire è sfuggente, delicata, “pallida come un’incisione del Duhrer“, impaurita, bisognosa d’aiuto e orgogliosa. the-best-offerQuesto rapporto impari accende il signor Oldman d’interesse e curiosità verso la sua cliente. La condizione di Claire comincia a stargli a cuore tanto da volerla aiutare a superarla, e per questo arriva a trascurare la sua professione.
Facendosi consigliare sul da farsi da Robert (Jim Sturgess) – un giovane restauratore di antichi marchingegni col quale collabora – il signor Oldman impara piano piano a conoscerla. O almeno crede.
I personaggi secondari di questo racconto prendono vita negli ultimi venti minuti di film dove ogni tassello viene rivelato. Nessuno di loro è di contorno. E lì che Virgil, il compagno di viaggio di Claire in un inferno di cose non dette, si ritroverà a ripercorrere a ritroso tutti i dettagli con una nuova consapevolezza.

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La migliore offerta parla d’amore ma non è un film sull’amore.
Bellissimo, prezioso, triste, vero e spietato. Con una punta di speranza. I personaggi si scoprono in tutta la loro fragilità, anche quelli che all’apparenza si spacciavano inattaccabili. È impossibile andare oltre senza rivelare particolari della trama o del finale.
Questo capolavoro di Tornatore è consigliato ai sognatori ma non ai romantici. Il cuore ne esce inevitabilmente dolorante.

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Non abbiate paura della tristezza

17 giovedì Set 2015

Posted by Giorgia Penzo in Recensioni e dintorni

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cinema, disney, emozioni, film, film da vedere, gioia, inside out, Pensieri, pixar, recensione, tristezza

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❝ Dedicato ai nostri bambini. Non crescete, mai.❞

Crescere è come essere un vulcano in eruzione.
Significa mescolare le emozioni e imparare a vedere le varie sfumature nelle esperienze della vita. Allora non è più tutto o bianco o nero, o mi piace o non mi piace, come quando eravamo piccoli. Certi momenti diventano dolci-amari, incatalogabili, un mix di lacrime e sorrisi.

Diventare grandi è un cambiamento inevitabile, e quando comincia non finisce più.
Alcuni pezzi di noi rimangono indietro, sbiadiscono, si perdono, si dimenticano. È una cosa normale, così come lo è non farci caso. Ma che magone quando qualcuno ce lo fa notare, magari tirando fuori una vecchia fotografia e il fatidico: “Ti ricordi?”.

Non facciamo altro che cercare di essere felici in tutti modi, illudendoci, talvolta mentendo a noi stessi, facendo finta che sia tutto ok. Fuggire dai problemi è quello che ci viene naturale. Eppure quello che ci serve davvero è fermaci un istante e riflettere.
Accettare la tristezza non è ammettere la sconfitta. Piangere non vuol dire mostrarsi deboli, anzi. Significa essere pronti a ricominciare. Perché se non esistesse la Tristezza non riusciremmo ad assaporare la Gioia, né a darle valore.

Tutto questo (e molto di più) è Inside Out. Tutto questo è la storia di Riley – 11 anni – delle emozioni che abitano la sua mente e della strada tortuosa verso il divenire adulti.
Insomma, tutto questo è la storia di ognuno di noi.

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❝ Il profumo è fratello del respiro. Con esso penetrava gli uomini, a esso non potevano resistere, se volevano vivere. ❞

02 giovedì Lug 2015

Posted by Giorgia Penzo in Recensioni e dintorni

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book, leggere, letteratura, libri, parigi, profumo, recensione, romanzo, storia

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Titolo: Il profumo (Das parfum)
Autore: Patrick Süskind
Pagine: 260
Genere: romanzo storico/thriller
Editore: Longanesi
Dove trovarlo: Amazon
Versione cinematografica: Profumo – Storia di un assassino
Il mio giudizio: narrazione ricca di dettagli e descrizioni, surreale, a volte lenta ma mai pensante.
Come un profumo, le emozioni che regala questo romanzo non arrivano tutte insieme. Si fanno largo poco a poco e spesso confliggono tra loro. Quindi può capitare che appena finito un capitolo ci si senta incredibilmente soddisfatti di come sia andata e poi, dopo qualche ora, orfani di qualcosa a cui non sappiamo dare un nome.
Da maneggiare con cautela. ★★★★✩

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Jean-Baptiste Grenouille nasce sotto la bancarella di una pescivendola nella Parigi maleodorante del Diciottesimo secolo. La sua esistenza comincia nel basso, tra i topi e le interiora di pesce dove sarebbe dovuto morire, e nel basso prosegue. Grenouille è brutto, zoppo, gobbo, rachitico, insignificante, attaccato alla vita come una zecca. Odia gli uomini e il puzzo che emanano; li evita, si esilia dal loro mondo e poi li usa per indagare con meticolosità il segreto dei profumi che lo circondano. Fino a che, un giorno, i fiori non gli bastano più.

Guidato dal cinismo e dall’olfatto sovrannaturale di cui è dotato, insiste nel catturare le essenze delle cose inanimate. Con perseveranza ottiene qualche flebile risultato che lo sprona a continuare. Quando – tramite un macchinoso procedimento imparato nel suo peregrinare tra botteghe profumiere – riesce a impadronirsi dell’anima odorosa di un cucciolo di cane, uccidendolo per ingabbiare intatto il suo aroma, il destino di Grenouille è segnato. Sa bene quale sarà il prossimo passo. Niente e nessuno potrà fermarlo, se non se stesso.

Note di testa, note di cuore, nota di fondo. Venticinque bellissime vergini di Grasse. Una boccetta contenente un liquido capace del potere invincibile di suscitare l’amore negli uomini…
Il profumo è tutto questo. Racconta la vita di un bambino nato senza amore, cresciuto senza amore, e che senza l’amore a fargli da scudo diventa un assassino. Un uomo senza un odore proprio, quindi senz’anima, insensibile alla pietà e pericoloso quanto il diavolo. Un antieroe, alla stregua del Caino di Saramago, che il lettore non riesce a disprezzare. Grenouille è l’efferato dio dei profumi, nel cui regno non esiste redenzione; quasi si prova pietà per la pochezza del suo spirito, e ammirazione per le sue doti inarrivabili.

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Eppure lui non è un essere umano come tutti gli altri. Non usa il suo dono per arricchirsi come invece farebbe un artista qualunque. Grenouille cerca la perfezione, l’apice, l’assoluto. Non importa a che prezzo. E quando finalmente la trova, alla stregua di un artista logorato dal proprio genio, non riesce a compiacersene. È l’insoddisfazione a guidargli la mano dell’ultimo gesto della sua miserabile esistenza.
Così Jean-Baptiste Grenouille scompare dalla storia, dai ricordi di tutti; il suo passaggio sulla terra lascia una scia di lacrime ed estasi che presto viene assorbita nella routine quotidiana. Tutto ritorna alla normalità. Le sue malefatte si diradano nella nebbia degli anni e non ne rimane traccia, nemmeno un sentore. Nemmeno il profumo.

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«E se poi non lo amassi?» «Lo amerai» – I luoghi incantati de “Il Racconto Dei Racconti”

23 martedì Giu 2015

Posted by Giorgia Penzo in Recensioni e dintorni

≈ 36 commenti

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favola, film, il racconto dei racconti, italia, magia, recensione, turismo, viaggi, viaggiare

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Dimenticatevi il cinema italiano che conoscete.
Scordate la satira politica, le volgarità, i doppi sensi che non fanno ridere, i temi triti e ritriti, i trentenni che non vogliono crescere. Scoprite un film italiano nuovo, che italiano non sembra ma che dell’Italia ha tutto, a partire dai luoghi in cui è stato girato.

Il Racconto dei Racconti di Matteo Garrone è un fantasy ispirato a tre fiabe del 1600 che fanno parte della raccolta Lu cunto de li cunti dello scrittore napoletano Gianbattista Basile: La regina, La pulce e Le due vecchie.
Le location e i paesaggi che si vedono nei film non sono set ricostruiti in teatri di posa. Esistono davvero e sono meraviglie del nostro Paese di cui spesso non ci accorgiamo.
Nel caso foste ancora indecisi su dove passare le vacanze quest’estate, sappiate che a un passo da voi si nascondono posti da favola… letteralmente. ;)

Il Castello di Donnafugata si trova in Sicilia, a pochi chilometri da Ragusa. Questa splendida dimora nobiliare del tardo Ottocento è stata scelta come palazzo della regina di Selvascura, interpretata da Salma Hayek nel capitolo La regina.

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Castello di Donnafugata. Al contrario di quello che possa sembrare, non si tratta di un castello medievale ma di una sontuosa villa in stile neogotico.

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Labirinto del castello di Donnafugata dove nel film la regina gioca col figlio Elias. La pianta a trapezio è simile a quella del labirinto di Hampton Court, situato vicino Londra.

Labirinto del castello di Donnafugata dove, nel film, la regina gioca col figlio Elias. La pianta a trapezio è simile a quella del labirinto di Hampton Court, situato vicino Londra.

Parte degli interni, invece, appartengono al Castello di Sammezzano. Di architettura moresca (1605 circa), è situato in Toscana in provincia di Firenze. La stanza che salta più all’occhio è sicuramente La sala degli Amori (nel film ritoccata con del gesso per sembrare ancora più candida) dove la regina divora il cuore di drago marino.

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Sala degli Amori

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La regina mangia il cuore di drago cotto da una vergine. La speranza è quella di riuscire finalmente a rimanere gravida.

La tana del drago marino non è altro che una valle delle Gole dell’Alcantara, sempre in Sicilia.

Le Gole dell'Alcantara, in Sicilia, sono delle gole alte fino a 25 metri e larghe nei punti più stretti 2 metri e nei punti più larghi 4-5 metri © Wikimedia

Gole dell’Alcantara. Le pareti non sono state scavate dall’erosione dell’acqua ma create da una colata di lava basaltica.

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Il re, innamorato della propria regina, farebbe di tutto pur di renderla felice. Anche cacciare per lei un micidiale mostro dei fondali…

Il Castello di Roccascalegna, costruito dai longobardi nel XII secolo a difesa degli attacchi bizantini, si trova in Abruzzo in provincia di Chieti. Nel film è la dimora del re di Roccaforte, interpretato da Vincent Cassel nel capitolo Le due vecchie.

Castello di Roccascalegna. Fu costruito dai longobardi a difesa degli attacchi bizantini. La leggenda vuole che il barone Corvo de Corvis impose lo ius primae noctis che obbligava le donne del paese a passare la prima notte di nozze con lui. Una di loro, però, non fu d'accordo: accoltellò il barone che, prima di morire, impresse col sangue l'impronta della mano su una roccia, venuta alla luce dopo i recenti restauri. Si dice che l'impronta di sangue, anche se lavata via, ricompaia ogni volta.

La leggenda vuole che il barone Corvo de Corvis impose lo ius primae noctis, obbligando le donne del paese a passare la prima notte di nozze con lui. Una di loro, però, non fu d’accordo: accoltellò il barone che, prima di morire, impresse col sangue l’impronta della mano su una roccia rinvenuta dopo i recenti restauri. Si dice che l’impronta di sangue, anche se lavata via, ricompaia ogni volta.

All’inizio del capitolo, il re di Roccaforte e due cortigiane attraversano in carrozza un ponte surreale. Si tratta del Ponte della Maddalena in provincia di Lucca (Toscana).

Il Ponte della Maddalena (altrimenti noto come il Ponte del Diavolo) è una bizzarra costruzione asimmetrica. Si trova in Garfagnana dove attraversa il fiume Serchio.

Il Ponte della Maddalena (altrimenti noto come il Ponte del Diavolo) è una bizzarra costruzione asimmetrica. Si trova in Garfagnana e attraversa il fiume Serchio.

É in Lazio, nel suggestivo Bosco del Sasseto (Acquapendente, Viterbo) che si compie la magia su Dora, una delle due vecchie protagoniste dell’episodio.

Bosco del Sasseto. Si trova ai piedi del castello di Torre Alfina.

Bosco del Sasseto: muschi, licheni e alberi secolari. Si trova ai piedi del castello di Torre Alfina.

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Per il palazzo del re di Altomonte del capitolo La pulce, interpretato da Toby Jones, è stato scelto Castel del Monte (Adria, Puglia). Dal 1996 è patrimonio dell’umanità dell’UNESCO.

Castel del Monte (1294 circa). L'inconfondibile pianta ottagonale.

Castel del Monte (1294 circa). D’inconfondibile pianta ottagonale, è un luogo assai misterioso: è carico di rimandi simbolici ed esoterici.

Padre e figlia sul terrazzo del castello.

Il re e sua figlia Viola sul terrazzo del castello. “Non posso ritirare la parola data”, dice lui alla principessa.

Ed è nel Villaggio Petruscio in provincia di Taranto (Puglia) che si trova la grotta dell’Orco dove viene portata la principessa Viola di Altomonte.

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Un rifugio naturale in pietra scavato nella roccia e circondato dalla macchia mediterranea.

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L’inseguimento della figlia del re di Altomonte ad opera del suo promesso sposo avviene nelle Vie Cave tra Sovana e Pitigliano, nel grossetano (Toscana).

Vie Cave etrusche scavate nel tufo. Si pensa fossero delle necropoli.

Vie Cave etrusche scavate nel tufo. L’unico dato certo a riguardo è che fungessero da necropoli.

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Non lasciatevi ingannare dalle immagini oniriche: questa non è una pellicola per bambini; non sono 125 minuti di spensieratezza e incantesimi a lieto fine. Qui c’è sempre un prezzo da pagare. Il Racconto dei Racconti fa pensare, e molto. C’è tanta bellezza, poesia e verità in questo film, che sembra quasi dipinto invece che filmato.
Le tre fiabe, narrate e intrecciate tra loro, sono come la vita – crude e magiche – e portano con sé lo stesso insegnamento: dividere il non divisibile e violare il corso delle cose corrisponde a un’altra violenza che dovrà essere espiata.

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