• Chi sono ❝ ❞
  • ❈ ROMANZI ❈
    • Duologia di Red Carpet
    • Ritratto di dama
    • Ogni giorno come il primo giorno
  • ❈ RACCONTI ❈
    • La Stella di Seshat
    • Nelle ombre
    • Colei che porta la vittoria
    • Breve memoriale di una principessa negromante
    • Il regno dell’Effimera
    • La ballerina d’argento
    • Il riflesso di Carola
  • ❈ SAGGISTICA ❈
    • I processi a Luigi XVI e Maria Antonietta – Dal trono al patibolo
  • Pensieri ☁
  • Arte ~ Cultura
  • Parigi è sempre una buona idea ☕
  • I miei viaggi ✈
  • Recensioni e dintorni ☘
  • Quel che oggi ormai è storia ∞
  • Contatti ✉
  • Cookie Policy ◍

Gio.✎

~ Avete presente quegli scomodi abiti vittoriani? Ecco. Io non vorrei indossare altro.

Gio.✎

Archivi tag: viaggi

Le cose belle di queste prime due settimane d’inverno

02 lunedì Gen 2017

Posted by Giorgia Penzo in Recensioni e dintorni

≈ 18 commenti

Tag

arte, cartacanta, cose belle, inverno, leggere, libro, parigi, reggio emilia, ritratto di dama, rizzoli, serena dandini, valle d'aosta, viaggi, viaggiare

1- IL NATALE IN VALLE D’AOSTA
Prendi un hotel meraviglioso sotto tutti i punti di vista, affacciato sulla prateria di Sant’Orso e sul ghiacciaio del Gran Paradiso; porta con te la persona giusta e una valigia riempita a metà. Mangia cibo squisito, torna a dormire dopo colazione, goditi una sauna mentre fuori si gela, passeggia al sole, gioca con la neve, vivi il bosco su una slitta trainata da una cavalla color caffellatte. Ecco il regalo perfetto. Le cose belle di queste prime due settimane d'inverno_1le-cose-belle-di-queste-prime-due-settimane-dinverno_22- LA MOSTRA “LIBERTY IN ITALIA”
Trascorrere l’ultimo giorno dell’anno in un’altra epoca non ha prezzo. Dopotutto, inseguire l’Art Nouveau è uno dei miei passatempi preferiti e dato che questa volta ha fatto tappa nella mia città non potevo farmi scappare l’occasione di catturarne un altro pezzo.
LIBERTY IN ITALIA. Artisti alla ricerca del moderno sarà a Palazzo Magnani (Reggio Emilia) fino al giorno di San Valentino e – vi assicuro – è da non perdere. Il pezzo più bello della mostra? Per me, La Sfinge di Leonardo Bistolfi. Sono sempre più convinta di essere nata con un centinaio di anni di ritardo.le-cose-belle-di-queste-prime-due-settimane-dinverno_3le-cose-belle-di-queste-prime-due-settimane-dinverno_4

3- IL LIBRO GIUSTO
Avremo sempre Parigi: passeggiate sentimentali in disordine alfabetico (di Serena Dandini, Rizzoli) è il libro giusto capitato al momento giusto; un ottimo rimedio per tamponare la mia nostalgia perpetua per Parigi.
Spunti, aneddoti, luoghi non canonici da scoprire e approfondire; ogni pagina rimarca un concetto chiave: Parigi è sempre una buona idea.
Un libro per tutti quelli che non conoscono la Ville Lumière; un libro per chi la ama alla follia e che ti salva se – a una cert’ora della notte, quando tutti dormono – hai un disperato bisogno di tornarci.
le-cose-belle-di-queste-prime-due-settimane-dinverno_54- UN NUOVO ANNO, UN NUOVO ROMANZO

«In realtà il colpo di fulmine è un ricordo. Un ricordo non della mente, ma del cuore, che ci sussurra: hai amato quella persona in un altro tempo, in un’altra vita». – Ritratto di dama

I primi giorni di gennaio cominciano così, con una bellissima notizia che mi riempie di gioia e che finalmente posso condividere con voi: il mio prossimo romanzo, Ritratto di dama, uscirà nei primi mesi del 2017 per la casa editrice CartaCanta.
Questi sono giorni di editing e ultime revisioni… presto ci saranno altri aggiornamenti!
Che l’anno appena iniziato possa essere per voi magico e pieno d’amore come questo nuovo libro ♡
le-cose-belle-di-queste-prime-due-settimane-dinverno_7

Condividi l'articolo su:

  • Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Clicca per condividere su Skype (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Reddit (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per inviare l'articolo via mail ad un amico (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

La strada addosso

15 giovedì Set 2016

Posted by Giorgia Penzo in Arte ~ Cultura

≈ 76 commenti

Tag

amsterdam, art, arte, atene, berlino, città, europa, lisbona, moda, parigi, Raubdruckerin, strada, street art, viaggi

❈ Translate ❈
Français | English | Español | Deutsch
* Articolo segnalato su La Stampa nella rassegna #adotta1blogger *

Per chi ama viaggiare, avere con sé un ricordo dei luoghi visitati è quasi vitale. Portarselo addosso, poi, è come non essere mai tornati. E non sto parlando dei classici articoli per turisti.
Forse nasce con questo presupposto il progetto creativo Street Serigraphy del collettivo tedesco Raubdruckerin: i tombini, le griglie e i segnali di cemento delle più iconiche capitali europee diventano timbri per borse, felpe e magliette “upcycling”. Un’idea davvero essenziale e accattivante, apparentemente banale, che non può non affascinare le anime più cosmopolite.
La stampa è espressa: una volta scandagliato l’ambiente e scelto il motivo da imprimere, ci si passa sopra un rullo imbevuto di vernice a base d’acqua senza solventi, plastificanti o metalli pesanti. Niente di più. Il collettivo è anche attento all’ecosostenibilità del suo progetto.

il_mondo_addosso_5

raubdruckerin

la_strada_addosso_3jpg

raubdruckerin-pirate-printers-designboom-081-818x614

il-mondo-addosso

la_strada_addosso_2jpg

la_strada_addosso

Al momento le capitali “catturate” sono cinque: Berlino (città natale del progetto con i disegni base delle aree Kreuzberg, Mitte, Neukölln e Friedrichshain), Parigi, Amsterdam, Atene e Lisbona.
Raubdruckerin reinventa la street art: la città si vive partendo dagli spazi urbani più improbabili e trascurati, ognuno dei quali racconta un pezzo di storia del luogo a cui appartiene. Si da loro un’importanza diversa, si condivide con loro un senso di appartenenza. Ciò che di solito viene calpestato diventa design.
La strada ritorna ad essere punto di partenza.

 

 

Condividi l'articolo su:

  • Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Clicca per condividere su Skype (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Reddit (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per inviare l'articolo via mail ad un amico (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

Quel che noi abbiamo di meraviglioso

29 lunedì Ago 2016

Posted by Giorgia Penzo in I miei viaggi

≈ 40 commenti

Tag

arte, bellezza, blog, Campania, Caserta, Ercolano, estate, Gubbio, italia, italy, meraviglioso, Napoli, passato, Pompei, storia, Umbria, vacanze, viaggi, viaggiare

❈ Translate ❈
Français | English | Español | Deutsch

Quel che noi abbiamo di meraviglioso, a volte, ce lo scordiamo.
È dietro l’angolo, comodo, spesso troppo snobbato. Cerchiamo altrove quel che può farci felici qui, e più lontano del necessario ciò che può riempirci gli occhi di stupore e condizionarci negli anni a venire.
È successo che ho fatto il pieno di meraviglia. E adesso ve lo racconto.

Quel che noi abbiamo di meraviglioso si trova agli Scavi Archeologici di Ercolano.

"È strano come a volte il ricordo della morte sopravviva molto più a lungo della vita che essa ha rubato". (A. Roy)

“È strano come a volte il ricordo della morte sopravviva molto più a lungo della vita che essa ha rubato”. (A. Roy)

Ercolano è una bolla immobile di passato congelata nella roccia vulcanica. È una fossa ferma a duemila anni fa contornata, più su, dal presente: case, strade, persone, vite frenetiche, funzioni religiose e civili che si susseguono tra gli impegni di tutti i giorni. Come sopra, così sotto. Sotto, però, si respira polvere e storia.
Ercolano_1Ercolano è intima, silenziosa. Una pace quasi irreale si muove tra le mura rimaste. Mentre si passeggia, ci si ascolta e non si può fare a meno di pensare. Si pensa tanto, laggiù tra le colonne.
Passo dopo passo ci si accorge, tra le macerie, dei giardini pieni di alberi da frutto e dell’arte ancora aggrappata alle pareti.Ercolano_3

Ercolano_4

Ercolano_7

Ercolano_5Ercolano_8Ercolano_11Ercolano_9

La morte è confinata là dove una volta sorgeva la spiaggia. Gli scheletri che lì riposano appartengono molto probabilmente agli ultimi: servi e schiavi che non hanno avuto la possibilità di seguire i loro padroni in fuga sulle navi. Furono circa trecento le vite cancellate 1937 anni fa nella sola Ercolano: nella notte del 24 agosto del 79 d.C., almeno secondo una lettera di Plinio il Giovane a Tacito, il soffio rovente del Vesuvio macinò in una manciata di minuti i chilometri che lo separavano dalla cittadina, cancellandola.

Ercolano_10

20160803_164508

Quel che noi abbiamo di meraviglioso si trova agli Scavi Archeologici di Pompei, la “sorella maggiore” di Ercolano.

13895386_10210261417962571_9138781417474154807_n

“Io sono madre della natura, la signora di tutti gli elementi, la regina dei morti, la prima dei celesti. Gli Egizi mi chiamano con il mio vero nome, Iside Regina”. da Lucio Apuleio, Le metamorfosi (libro XI, V) – Tempio di Iside (Pompei)

Più estesa, più imponente, più tragica. Sole a picco, caldo torrido, un deserto di rovine che non finisce mai, molto del quale giace ancora sotto la superficie. È un dedalo di terra, pietre e cenere diventata roccia. Si passeggia sulle strade dove centinaia di persone – duemila anni fa – hanno passeggiato in pace; le stesse dove poi sono scappate in preda al terrore. Non mancano i brividi quando la mente se ne rende conto.
L’archeologia ricostruttiva messa in atto a Pompei ha permesso al passato di tornare vivo: analizzando i resti delle radici impiantate all’interno della cinta muraria, la tipologia di vigneto scoperta è stata ricollocata lì dove una volta si trovavano gli antichi paletti. Oggi le vigne vengono coltivate secondo il metodo usato dalla popolazione vesuviana, senza pesticidi né l’ausilio di macchinari moderni.
Dall’uva si produce il rosso Villa dei Misteri, un’eccellenza e un patrimonio unico. 1500 bottiglie l’anno, l’annata 2007 è quella attualmente in commercio. Forse una delle cose più affascinanti in cui sia mai incappata.

Villa dei Misteri - Pompei

Villa dei Misteri – Pompei

20160804_100443Pompei_120160804_104534Pompei_2

Pompei_3

Si sente ancora strisciare l’ombra della morte, a Pompei: succede quando l’occhio incappa sui corpi pietrificati dei bambini, degli adulti protesi a proteggerli, dei cani, nella pagnotta di pane carbonizzata conservata dentro una teca insieme ad altri alimenti. È impossibile non immedesimarsi.

Avevamo appena fatto in tempo a sederci quando si fece notte, non però come quando non c’è luna o il cielo è ricoperto da nubi, ma come a luce spenta in un ambiente chiuso… molti innalzavano le mani agli Dei, nella maggioranza si formava però l’idea che ormai gli Dei non esistessero più e che quella notte sarebbe stata eterna e l’ultima al mondo. – dalla seconda lettera di Plinio il Giovane a Tacito.

Abitazioni anguste, pitture immense, templi, taverne, bordelli, teatri… Quando si entra nelle case per vedere cosa il vulcano ha risparmiato, viene quasi da chiedere permesso.
16 chilometri percorsi a piedi in quasi sette ore di visita, ma sarei rimasta lì il doppio. Troppi tesori in ogni angolo, troppo poco tempo. È stato uno degli arrivederci più sofferti.

Pompei_4Pompei_6Pompei_7

Quel che noi abbiamo di meraviglioso si trova alla Reggia di Caserta sulle tracce, come sempre, di Maria Antonietta di Francia (ma anche di Star Wars, perchè no?). Stanze sfarzose, giardini, fontane e ruscelletti strizzano l’occhio alla Versailles che adoro.

13935018_10210268958751086_5357157632222104003_n

Orologio nella Stanza da lavoro della Regina. Un dono di Maria Antonietta di Francia alla sorella Maria Carolina regina di Napoli. C’è un po’ di Parigi anche qui ♡

Ws1QRrFT

Quel che noi abbiamo di meraviglioso si trova a Gubbio.
La più bella città medievale, recita il cartello che da il benvenuto. Ed è vero. Abbarbicata, con le romantiche viuzze di sasso, il profumo di cibo che sale mentre il sole scende e gli odori umbri che si mescolano nel vento, la magia eterna di un castello arroccato.
13887123_10210287691939404_3327182505743245725_n20160806_185720

Una chicca: quel che noi abbiamo di meraviglioso si trova a Recanati.
Passeggiare tra le vie di questo paesino al tramonto o la sera, quando la luna è alta, è qualcosa di estremamente suggestivo. Ovunque si respira e si legge poesia, dai muri delle case alle insegne nelle piazze, sulle vetrine dei negozi, sulle porte delle scuole, nei giardini, sulle luminarie che addobbano i viali per le feste estive.
Si scorge davvero l’infinito sulla terrazza del Monte Tabor. Il mio consiglio è quello di visitare Recanati dopo aver visto il film Il giovane favoloso che ripercorre la vita di Leopardi: alla fine dei titoli di coda, ve lo assicuro, sarà semplicemente Giacomo.

13901493_10210296050308358_2565832085532188982_nNegli ultimi anni della sua vita, Leopardi si trasferì a Napoli e poi in una villa a Torre del Greco per sfuggire a un’epidemia di colera. Lì compose la sua penultima lirica, La ginestra, ispirata da un’eruzione del Vesuvio a cui il poeta assistette e in cui inserì una riflessione sulla desolazione dell’antica Pompei. E così, per me, è quasi come chiudere il cerchio di questo viaggio favoloso.

Torna al celeste raggio
Dopo l’antica obblivion l’estinta
Pompei, come sepolto
Scheletro, cui di terra
Avarizia o pietà rende all’aperto;
E dal deserto foro
Diritto infra le file
Dei mozzi colonnati il peregrino
Lunge contempla il bipartito giogo
E la cresta fumante,
Ch’alla sparsa ruina ancor minaccia.
E nell’orror della secreta notte
Per li vacui teatri, per li templi
Deformi e per le rotte
Case, ove i parti il pipistrello asconde,
Come sinistra face
Che per voti palagi atra s’aggiri,
Corre il baglior della funerea lava,
Che di lontan per l’ombre
Rosseggia e i lochi intorno intorno tinge.

Quel che noi abbiamo davvero di meraviglioso è la possibilità di viaggiare, fare esperienze, costruire ricordi e soprattutto condividere questi momenti insieme alla persona giusta. Non c’è ricchezza più grande, né soddisfazione maggiore.
Trovate la vostra persona, trovate i vostri luoghi. Forse non esiste augurio più bello. :)

Condividi l'articolo su:

  • Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Clicca per condividere su Skype (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Reddit (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per inviare l'articolo via mail ad un amico (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

The Floating Piers – Segui il sentiero dorato: come evitare le code e altri consigli

27 lunedì Giu 2016

Posted by Giorgia Penzo in I miei viaggi

≈ 46 commenti

Tag

arte, bellezza, blog, christo, consigli, lago di iseo, The Floating Piers, viaggi, viaggio

The Floating Piers è considerato uno degli appuntamenti imperdibili del 2016 a livello mondiale. Land art dell’artista Christo – pensata e sognata per anni insieme alla moglie scomparsa – reinterpreta il Lago di Iseo in una chiave completamente inedita.
Si cammina per 4,5 chilometri su 70.000 metri quadri di tessuto giallo dalia che all’alba – complice l’umidità – tende al rosso mentre al tramonto sembra una lamina d’oro. L’installazione si compone di 200.000 cubi in polietilene ad alta densità e si sviluppa a pelo d’acqua da Sulzano a Monte Isola fino a “circumnavigare” l’isoletta di San Paolo, di proprietà della famiglia Beretta: le passerelle seguono il movimento delle onde, cullano chi le attraversa, ballano docili al ritmo della corrente.

L’esperienza è mozzafiato. Come Dorothy ne Il Mago di Oz, il primo passo sul sentiero dorato è onirico; mentre si cammina, quasi non si riesce a pensare. La bellezza e il panorama prendono il sopravvento. Il passo a volte è incerto a causa dei lievi sobbalzi: rientra nel gioco a cui si è scelto di giocare. Ci si ferma, ci si guarda intorno. Si ha la netta sensazione di far parte di qualcosa di unico. Di qualcosa che, una volta vissuto, non si dimenticherà mai più.

floating_pierce_sentiero_dorato (4)

floating_pierce_sentiero_dorato (7)

Come tutte le cose belle, The Floating Piers è un’opera destinata a sparire. Sarà visitabile solo fino a domenica 3 luglio. L’artista ha già confermato che non vi saranno proroghe e che il progetto non verrà mai più replicato in nessuna parte del mondo.

Nonostante il grande afflusso di turisti previsto per il weekend e il meteo incerto (per ragioni di sicurezza le passerelle possono essere chiuse senza preavviso nel caso di maltempo o vento forte), non mi sono fatta scoraggiare.
Nel pomeriggio di sabato 25 giugno sono partita alla volta del Lago di Iseo: l’obbiettivo era arrivare tra il tramonto e il crepuscolo per visitare The Floating Piers sia con gli ultimi raggi di sole sia con le luci artificiali (e sotto le stelle). Missione compiuta! :)

floating_pierce_sentiero_dorato (9)

floating_pierce_sentiero_dorato (5)

floating_pierce_sentiero_dorato (8) Con qualche piccolo accorgimento sono riuscita a evitare le interminabili code da cui i media ci hanno messo in guardia.
Spero che questi consigli, basati sulla mia personale esperienza, possano esservi d’aiuto. Non fatevi scappare l’occasione di far parte di un’opera d’arte e camminare sulle acque in uno dei luoghi più suggestivi del nostro paese.

 

✥ Come arrivare e come tornare

  • La maggioranza delle persone parte da Sulzano, “punto d’inizio” della passerella. Non tutti sanno che l’opera è percorribile anche al contrario; il percorso per arrivarci è un po’ più lungo e tortuoso ma in compenso c’è la possibilità di una notevole diminuzione delle code e dei tempi d’attesa sotto il sole. Il luogo strategico dal quale cominciare l’avventura sembra essere appunto Sarnico.
  • Per cominciare, prenotate su NAVISEO un battello di andata e ritorno da Sarnico a Sensole (Monte Isola) almeno tre giorni prima del giorno in cui intendete visitare The Floating Piers. Se possibile scegliete come partenza le prime ore del mattino o le più tarde; evitate quelle centrali della giornata.
  • Una volta giunti a Paratico, seguite le indicazioni stradali verso il parcheggio specifico realizzato per The Floating Piers. Vi costerà 10 Euro per tutta la giornata, o 5 Euro se arriverete nel pomeriggio.
    Dopo aver depositato l’auto attraversate a piedi il ponticello che collega Paratico a Sarnico, andate a destra verso l’imbarcadero e prendete il battello. Salvo imprevisti, ne passa all’incirca uno ogni ora; esiste la possibilità che vi siano buchi nel servizio durante la giornata per facilitare il deflusso dei turisti. La traversata dura circa quaranta minuti e, credetemi, fa parte dello spettacolo.
  • Se non riuscite, non potete o non volete prenotare il battello – oppure se i biglietti prenotabili sono terminati – armatevi di pazienza e incrociate le dita: al pontile ci sarà una coda apposita per chi – come vi ho anticipato – non ha effettuato la prenotazione da casa almeno tre giorni prima della data di visita.
    Ad ogni attracco del battello lo staff farà imbarcare prima chi ha prenotato (70%) poi, seguendo l’ordine di arrivo nella fila, il restante 30% dei posti disponibili. Io non avevo prenotato e ho aspettato un’oretta fisiologica per l’arrivo del battello. Sono salita su quello delle 19.30 e ho acquistato il biglietto direttamente a bordo.
  • Nel caso lo staff vi informi che è possibile acquistare il biglietto di andata ma non quello di ritorno, non fatevi prendere dal panico: a causa delle molte prenotazioni non è possibile garantire a tutti coloro che ne sono sprovvisti un posto su uno dei battelli che da Monte Isola tornano indietro. Ma i modi alternativi per ritornare a Sarnico dopo la visita ci sono.
    Se vi capitasse di trovarvi in questa situazione (così come è successo a me), il mio consiglio è di acquistare comunque la sola andata.
    Dopo essere sbarcati su Monte Isola godetevi l’intera passerella gialla fino a Sulzano (l’accesso è sempre gratuito ma potrebbe essere limitato, soprattutto di notte). Da lì raggiungete la stazione ferroviaria e prendete il treno per Iseo (1,80 Euro). Una volta arrivati non vi resta che seguire le indicazioni verso la fermata del bus navetta che vi riaccompagnerà a Sarnico (5 Euro). L’ultima corsa dello shuttle è alle 00.20 e riapre alle 5.30.
  • Piano B: se, per qualsiasi ragione, perdete l’ultima corsa dello shuttle, affidatevi a un taxi (+393381704964 – info@iseotaxi.it) oppure preparatevi a una passeggiata di 10 chilometri (circa due ore).
  • Per ogni altra informazione (news in tempo reale, mappe, web cam in diretta, dove mangiare, dove dormire, eventi collaterali sul territorio) potete visitare il portale ufficiale del tursimo del Lago di Iseo.

 

✥ Cosa portare con voi

  • Acqua e cibo al sacco: i prezzi di bibite e panini sono abbastanza onesti ma è meglio avere con sé una piccola scorta di emergenza, soprattutto di liquidi.
  • Antizanzare: estate + acqua dolce + tante persone tutte insieme…
  • Crema solare e cappello/ombrellino: indispensabili soprattutto se visitate l’opera nelle ore più calde.
  • Scarpe comode: l’artista consiglia di passeggiare a piedi nudi ma il telo che ricopre The Floating Piers – in particolar modo alla fine della giornata sotto il calpestio di migliaia di persone – è ragionevole che non sia sempre il massimo a livello di igiene. A voi la scelta.
    Ricordate: l’accesso è consentito a passeggini e carrozzine per disabili ma non ad altri mezzi con ruote come biciclette, skate o rollerblade.
  • Museruola: no, non per voi. :D Ma se volete portare il vostro cane sulle passerelle, per lui è obbligatoria (insieme ovviamente al guinzaglio). Se la dimenticate o non l’avete è possibile acquistarla anche in loco.
  • Macchina fotografica: immortalate il momento unico che state vivendo. Dopo il 3 luglio tutti i materiali utilizzati per The Floating Piers saranno riciclati attraverso un processo industriale. Secondo il volere dell’artista, dell’opera rimarranno soltanto le fotografie, i filmati e il ricordo dei visitatori.

 

Condividi l'articolo su:

  • Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Clicca per condividere su Skype (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Reddit (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per inviare l'articolo via mail ad un amico (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

Una città che profuma di pane, regge incantate, zucchero filato e altre magie

07 giovedì Gen 2016

Posted by Giorgia Penzo in Parigi è sempre una buona idea

≈ 56 commenti

Tag

arte, blog, francia, Maria Antonietta, natale, parigi, paris, ricordi, Versailles, viaggi, viaggiare

❈ Translate ❈
Français | English | Español | Deutsch

Parigi è così.
In mezzo all’odore di pioggia e caldarroste che pervade l’aria s’intrufola quello di pane caldo. Comincia all’alba, esplode alla mattina, perdura fino alla sera, poi ricomincia. Cercare riparo sottoterra è inutile dal momento che le boulangeries abbondano pure nelle metro. È una delle cose più confortanti al mondo.

Le Feste ormai sono finite in soffitta, negli scatoloni, insieme agli ultimi balocchi sopravvissuti fino alla Befana. Da oggi la maggior parte di noi è tornata definitivamente alla sua vita “normale”, almeno fino alla prossima carica di numeretti rossi sul calendario. Io, guardandomi indietro, mi sento di tirare qualche somma: Natale 2015 è stato strano rispetto a quello dell’anno scorso.
Parigi sembrava intrappolata in un limbo: niente albero di Natale a Notre-Dame, nessun fuoco d’artificio, decorazioni ridotte al minimo, atmosfera lieve e il sentore che vigilare fosse meglio che festeggiare. Ma è stata solo un’impressione: la città è viva, amata e piena di speranza, ora più che mai.
Niente mi ha impedito di apprezzarla al meglio, visitare angoli nuovi oltre che vivere esperienze inedite.
Per quante volte una persona possa tornarci, Parigi non finisce mai.

chamos

Per prima cosa mi sono recata in uno dei miei luoghi preferiti: Versailles.
La prima ragione è stata la mostra Le Roi est mort in occasione del 300° anniversario della morte di Luigi XIV.
Divisa in 10 sale (la perdita del Re; Luigi è morto; autopsia e imbalsamazione; esibizione ed effigi; la corte in lutto; il corteo funebre; preparazione del funerale; a Saint-Denis; tombe e mausolei; dai funerali monarchici a quelli nazionali) ripercorre i momenti successivi alla dipartita di Luigi il Grande.
Un’esposizione pomposa, lugubre, macabra e solenne. Da non perdere (fino al 21 febbraio 2016).

20151226_161602

La seconda ragione è stata ancora più entusiasmante: mentre quest’estate ero riuscita a vedere gli Appartamenti Privati della Regina, questa volta ho conquistato un posto per la visita guidata alla scoperta dei Lieux Cachés, i luoghi nascosti della Reggia che non sono aperti alla visita ordinaria.

versailles

Il conferencier ci ha guidati attraverso una miriade di sale di rappresentanza, passaggi segreti, stanze private e nidi intimi utilizzati da sovrani e regine dall’epoca del Re Sole…

Appartamenti Privati del Re

Appartamenti Privati del Re

Passaggio che unisce gli Appartamenti Privati del Re agli Appartamenti privati della Regina

2

Biblioteca privata di Luigi XVI

Biblioteca privata di Luigi XVI

Libreria del cabinet des Dépêches (Appartamenti Privati del Re) dove Luigi XV e Luigi XVI aprivano la loro corrispondenza segreta.

Libreria del cabinet des Dépêches (Appartamenti Privati del Re) dove Luigi XV e Luigi XVI aprivano la loro corrispondenza segreta.

… fino agli Appartamenti di Madame de Pompadour, favorita di Luigi XV prima di Madame du Barry.

Madame de Pompadour rappresentata come Diana cacciatrice. Dipinto di Jean-Marc Nattier (1746)

Jeanne Antoinette Poisson, marchesa di Pompadour rappresentata come Diana cacciatrice. Dipinto di Jean-Marc Nattier (1746)

20151226_152404

20151226_152207

20151226_152215

Dopo troppe volte che rimandavo ho finalmente preso un treno alla Gare de Lyon alla volta di un’altra reggia meno conosciuta e frequentata di Versailles.
Il Castello di Fontainebleau, dimora in stile rinascimentale dei sovrani francesi da Francesco I fino a Napoleone III, si trova a una sessantina di chilometri a sud-est di Parigi ed è una meta che spero di approfondire meglio in futuro. Purtroppo per mancanza di tempo ho potuto visitare soltanto le stanze principali e ho dovuto rimandare una passeggiata nei favolosi giardini.
Un motivo in più per tornare. :)

6

Anche Maria Antonietta e Luigi XVI vi soggiornarono durante gli spostamenti autunnali della corte: feste, balli, stagioni teatrali, battute di caccia nell’immenso parco, giochi d’azzardo: fu proprio in questo castello che l’ultima regina di Francia rimase accanto al tavolo da gioco per trenta ore di fila.

7

9

Questo viaggio mi ha regalato attimi unici.
C’è stato il momento della contemplazione davanti alle Ninfee di Monet al Musée de l’Orangerie, che non avevo mai visto.

Così come di fronte alle vetrate perfette della Sainte-Chapelle, tanto leggere alla vista da sembrare di pizzo.

schapelle

E quello dinnanzi agli sfavillanti decori delle Galeries Lafayette per il periodo delle Feste.

lafayette

C’è stato anche il tempo per iniziare l’anno con (abbondante) dolcezza sugli Champs-Élysées.

12400958_10208461555367131_3456573310693290306_n

Ma il momento più bello, il più atteso, l’ho lasciato per ultimo. Per la prima volta nella storia, al Grand Palais, è stata organizzata una mostra personale di Elisabeth Vigée Lebrun, straordinaria artista e ritrattista di Maria Antonietta.

Vi racconterò di lei e dell’esposizione in un post interamente dedicato. Vi do quindi appuntamento alla prossima settimana per condividere con voi una delle giornate più indimenticabili che abbia mai vissuto. :)

20151228_144712

 

Condividi l'articolo su:

  • Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Clicca per condividere su Skype (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Reddit (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per inviare l'articolo via mail ad un amico (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

Una città, mille cicatrici.

11 martedì Ago 2015

Posted by Giorgia Penzo in I miei viaggi

≈ 50 commenti

Tag

berlin, berlino, città, germania, vacanze, viaggi, viaggiare

❈ Translate ❈
Français | English | Español | Deutsch

Su Berlino avevo molte aspettative.
Sarà che chi c’era già stato me ne aveva parlato in modo entusiasta, sarà che il suo passato travagliato mi attraeva. Si sa, più le aspettative sono alte e più le delusioni bruciano. Ed è un peccato.

Purtroppo questa città non mi ha entusiasmato, non è scattata la scintilla. L’ho vissuta ma non mi è entrata sottopelle. Non mi ha fatto spalancare gli occhi dalla meraviglia. Non mi ha fatto dire nemmeno una volta: “Stupendo!” come invece mi è successo a Parigi, Madrid, Saragozza, Praga, Roma. Ho provato rispetto ma non emozione. Elettrocardiogramma piatto.

Lo skyline di Berlino è un panorama di gru e cantieri a cielo aperto. La storia se la sono portata via le bombe della Seconda Guerra Mondiale così come l’arte antica. Tutto è nuovo, ricostruito, austero, techno. Forse troppo.
I locali notturni esclusivi e selettivi non valgono – da soli – la pena del viaggio. E quando finalmente si riesce a superare i buttafuori, ci si accorge che non è stata una grande idea: una volta dentro, tutti fumano sigarette e quant’altro in assoluta libertà, ovunque. Fastidioso.
Non è raro che strade, piazze e aiuole siano preda di rifiuti abbandonati al loro destino e i ratti – più spesso di quanto non ammetta il caso fortuito – girano indisturbati tra le distese all’aperto dei ristoranti.
La vita di un turista non è impossibile ma è un po’ faticosa: orari sbagliati di chiusura dei musei sui siti ufficiali, personale di vigilanza maleducato che sbuffa se gli si chiede gentilmente una spiegazione, zero flessibilità.
Berlino è stata fredda con me, ed io con lei. Succede.

Lati positivi? I mezzi di trasporto sono di una puntualità e di un’efficienza disarmante. In alcuni musei si celano veri e propri tesori, ma vanno cercati. E poi c’è la Spezi, una rivelazione assoluta che non conoscevo, ovvero una bibita nata dal mix tra Coca Cola e Fanta. A una prima idea sembra un brodo disgustoso, eppure è tutto l’opposto, giuro. Ma c’è di più.
Berlino nasconde degli angoli di bellezza che ho tentato d’immortalare nei miei scatti, dettagli che ti fanno sospirare: “dai, forse ne è valsa la pena”. Sì, alla fine è valsa. Ma no, non ci tornerò. Non è una città che fa per me.

Ovviamente questo è il mio pensiero e si basa sulla mia esperienza personale di quasi 10 giorni nella capitale tedesca. Per quanto riguarda certe situazioni, mi auguro di essere stata solo molto sfortunata. Per altre, beh, de gustibus. :)
Questo viaggio non è stato totalmente negativo, soltanto un po’ amarognolo. Il mio consiglio? Se Berlino vi ispira, visitatela. Le sue cicatrici la ammantano di un fascino particolare che non parla a tutti. Magari voi sarete tra i fortunati. :)

Il duomo di Belino è stato gravemente danneggiato durante la Seconda Guerra Mondiale. Venne restaurato e la cupola ricostruita fra il 1975 e il 1981. Riaprì al pubblico solo nel 1993.

Il duomo di Belino è stato gravemente danneggiato durante la Seconda Guerra Mondiale. Venne restaurato e la cupola ricostruita fra il 1975 e il 1981. Riaprì al pubblico solo nel 1993.

IMG_20150810_231245

Particolare della cupola.

P1000956

Interno.

IMG_20150803_173029

Sarcofago di Federico I e della moglie Sophie Charlotte al Duomo, opera di Andreas Schlüter. Dettaglio.

IMG_20150810_231216

Cripta della famiglia reale prussiana Hohenzollern al Duomo.

Cripta della famiglia reale prussiana Hohenzollern al Duomo.

Cripta della famiglia reale prussiana Hohenzollern al Duomo.

Museo di Storia Naturale. Al centro della mostra "Evolution in Aktion" si trova lo scheletro di dinosauro più grande del mondo, che è appartenuto alla specie Brachiosaurus brancai, con un altezza di 13,27 metri.

Museo di Storia Naturale. Al centro della mostra “Evolution in Aktion” si trova lo scheletro di dinosauro più grande del mondo appartenuto alla specie Brachiosaurus brancai, con un’altezza di 13,27 metri.

Memoriale per gli ebrei assassinati d'Europa.  Si trova nel quartiere Mitte ed è stato progettato dall'architetto Peter Eisenman, assieme all'ingegnere Buro Happold per commemorare le vittime della Shoah. Il Memoriale è composto da un campo di 2.711 stele in calcestruzzo colorate di grigio scuro, organizzate secondo una griglia ortogonale, totalmente percorribile al suo interno dai visitatori. Le stele sono tutte larghe 2,375 m e lunghe 95 cm, mentre l'altezza varia da 0,2 a 4 m. Dalla vista esterna appaiono tutte di altezze simili ma, poggiando su di un fondo variamente inclinato, le più basse lungo il perimetro esterno, "fagocitano" gradualmente il visitatore che si addentra fra esse. In base al testo di progetto di Eisenman, infatti, le stele sono realizzate per disorientare e l'intero complesso intende rappresentare un sistema teoricamente ordinato, che fa perdere il contatto con la ragione umana in un'angosciante solitudine.

Memoriale per gli ebrei assassinati d’Europa. Si trova nel quartiere Mitte ed è stato progettato dall’architetto Peter Eisenman, assieme all’ingegnere Buro Happold per commemorare le vittime della Shoah. Il Memoriale è composto da un campo di 2.711 stele in calcestruzzo colorate di grigio scuro, organizzate secondo una griglia ortogonale, totalmente percorribile al suo interno dai visitatori. Le stele sono tutte larghe 2,375 m e lunghe 95 cm, mentre l’altezza varia da 0,2 a 4 m. Dalla vista esterna appaiono tutte di altezze simili ma, poggiando su di un fondo variamente inclinato, le più basse lungo il perimetro esterno, “fagocitano” gradualmente il visitatore che si addentra fra esse. In base al testo di progetto di Eisenman, infatti, le stele sono realizzate per disorientare e l’intero complesso intende rappresentare un sistema teoricamente ordinato, che fa perdere il contatto con la ragione umana in un’angosciante solitudine.

Quartiere Mitte

Quartiere Mitte

Stazione della metropolitana riaddattata a lounge bar

Stazione della metropolitana riadattata a lounge bar

Porta di Brandeburgo

Porta di Brandeburgo

Memoriale e centro di documentazione Muro di Berlino. Alcuni resti del Muro.

Memoriale e centro di documentazione Muro di Berlino. Alcuni resti del Muro.

Chiesa di Gedächtniskirche. Gravemente danneggiata dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, non è stata più ricostruita e le sue rovine offrono una viva testimonianza degli orrori della guerra.

Chiesa di Gedächtniskirche. Gravemente danneggiata dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, non è stata più ricostruita e le sue rovine offrono una viva testimonianza degli orrori della guerra.

Lo Schloss Charlottenburg è il più grande palazzo storico rimasto a Berlino dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Lo Schloss Charlottenburg è il più grande palazzo storico rimasto a Berlino dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Castello di Charlottenburg. Dettaglio.

Castello di Charlottenburg. Dettaglio.

IMG_20150806_154319

Castello di Charlottenburg. Dettaglio.

IMG_20150806_162712

Castello di Charlottenburg. Dettaglio.

IMG_20150806_162830

Castello di Charlottenburg. Dettaglio.

Castello di Charlottenburg. Dettaglio.

Castello di Charlottenburg. Dettaglio.

Condividi l'articolo su:

  • Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Clicca per condividere su Skype (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Reddit (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per inviare l'articolo via mail ad un amico (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

La Versailles nascosta – Gli Appartamenti Privati della Regina

24 venerdì Lug 2015

Posted by Giorgia Penzo in Parigi è sempre una buona idea

≈ 40 commenti

Tag

arte, Maria Antonietta, marie antoinette, parigi, paris, storia, Versailles, viaggi, viaggiare

❈ Translate ❈
Français | English | Español | Deutsch

Trascendendo dal suo tragico destino, Maria Antonia Giuseppa Giovanna d’Asburgo-Lorena – quindicesima figlia dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria divenuta poi Maria Antonietta di Francia – è diventata gradualmente un’eroina moderna.
Dopo aver lasciato Vienna, il Castello di Versailles fu la sua dimora dal 16 maggio 1770 al 6 ottobre 1789; lì si sposò, divenne regina, partorì i suoi figli e fu la protagonista degli innumerevoli dipinti di corte (moltissimi ad opera di Élisabeth Vigée-Le Brun, la sua ritrattista) che ancora oggi, come un diario, la raccontano.

Maria Antonietta posa con i figli davanti a Élisabeth Vigée-Le Brun in una clip del film

Maria Antonietta posa con i figli davanti a Élisabeth Vigée-Le Brun in una clip del film “Marie Antoinette” (2006)

Successivamente – in piena Rivoluzione – venne trasferita insieme alla famiglia reale al Palazzo delle Tuileries, poi imprigionata alla Tour du Temple e infine – da sola e lontano dai figli – alla Conciergerie, la sua ultima dimora terrena.
Non rimise mai più piede a Versailles. Dopo un processo sommario ad opera dei suoi detrattori, Robespierre in primis, venne condannata alla pena capitale e ghigliottinata il 16 ottobre 1793 nell’attuale Place de la Concorde. Ma Marie Antoniette non morì quel giorno. Non morì mai.

Il suo stile, il suo ricordo e la sua impronta rivivono nelle stanze in cui ha vissuto e che il suo gusto ha plasmato. Gli Appartamenti Privati della Regina ne sono l’esempio più lampante: furono restaurati dopo il ritorno della monarchia alle condizioni in cui vennero lasciate da Maria Antonietta dopo il suo abbandono del palazzo, e insieme al Petit Trianon rappresentano il suo rifugio più intimo.

Il percorso ufficiale alla Reggia di Versailles offre la possibilità di esplorare la parte più famosa del castello, gli splendidi giardini e Le domaine de Marie-Antoinette che comprende il Petit Trianon e l’Hameau. Ma per una vera appassionata della reine tutto questo non basta. :)
Dopo una visita al Musée Carnavalet, che raccoglie molti cimeli dell’ultima monarchia dell’Ancien Régime e della Rivoluzione, i Piccoli Appartamenti della Regina sono una tappa irrinunciabile.

P1000900

Medaglione in cristallo e argento contenete dei capelli di Maria Antonietta. Museo Carnavalet, sale della Rivoluzione.

Come vi avevo anticipato, riuscire a conquistare l’accesso alle stanze private di Maria Antonietta non è stato semplice: numero limitato di partecipanti, visite guidate razionate, difficoltà a far combaciare il proprio soggiorno con una delle date disponibili, biglietti che evaporano nel giro di pochissime ore dalla pubblicazione sul sito dello Château.

Una serie di coincidenze e una buona dose (per una volta!) di fortuna hanno fatto sì che riuscissi ad avere accesso a una delle visite in lingua francese il giorno prima del mio rientro a casa. Così il mio sogno si è realizzato il 15 luglio quando ormai, dopo due anni di tentativi, avevo quasi perso le speranze. :)

IMG_20150715_172232

Gli Appartamenti Privati della Regina si snodano dietro il Grand Appartement de la Reine. Nel 1779 Maria Antonietta ordinò al suo architetto favorito, Richard Mique, di coprire tutti i muri con un satin bianco decorato con arabesche floreali in oro, di modo da dare coesione decorativa a tutte le stanze dei suoi appartamenti privati.

Pianta del petit appartement de la reine nel 1789: 1 escalier; 2 service de la reine; 3 escalier à l’appartement de la reine au rez-de-chaussée; 4 passage; 5 cabinet de la chaise; 6 cabinet de la Méridienne; 7 bibliothèque; 8 supplément de la bibliothèque; 9 grand cabinet intérieur; 10 arrière cabinet; 11 pièce des bains; 12 chambre des bains; 13 antichambres; 14 escalier de la reine.

Al piano terra si trova la Stanza dei Ritratti. Qui sono conservati quadri meravigliosi della famiglia reale, della regina e delle sue migliori amiche.

IMG_20150717_130832

Marie-Antoinette, reine de France (1788) – Elisabeth Vigée Lebrun. Si tratta dell’ultimo ritratto ufficiale di corte.

IMG_20150717_130549

La regina abbigliata in stile rococò, con una pettinatura piramidale. (1775)

IMG_20150717_130524

La famiglia Imperiale d’Austria – Martin van Meythens

IMG_20150717_130714

Marie-Thérèse Charlotte de France, dite Madame Royale et son frère, le dauphin Louis-Joseph Xavier François de France (1784) – Elisabeth Vigée Lebrun

Yolande de Polastron, duchessa de Polignac - Elisabeth Vigée-Lebrun

Yolande de Polastron, duchessa de Polignac – Elisabeth Vigée-Lebrun

Maria Teresa di Savoia-Carignano, Principessa di Lamballe - Antoine Francois Callet

Maria Teresa di Savoia-Carignano, Principessa di Lamballe – Antoine Francois Callet

Al piano nobile si trovano alcune delle sale più famose, come il sontuoso Cabinet Doré. Qui la regina si intratteneva con i suoi cortigiani più fidati per ascoltare musica e suonare; era in questa stanza che spendeva ore e ore con la sua stilista Rose Bertin e la sua ritrattista Élisabeth Vigée-Le Brun, con la quale negli anni sviluppò un rapporto di stima e amicizia.

Attualmente la stanza ci viene presentata nella sua versione “notturna” con tende tirate e luce soffusa per evocare al meglio l’atmosfera delle serate a corte.

P1000904

IMG_20150717_132642

IMG_20150717_132502

Nella Grande Biblioteca sono conservati alcuni dei libri che Maria Antonietta lesse (o meglio, si fece leggere) durante il suo soggiorno a Versailles. I suoi preferiti erano tascabili, rilegati con una copertina semplice che riportava il suo stemma. Religione e storia erano tra gli argomenti di lettura più consigliati per una regina.

IMG_20150717_131935

Accesso alla Piccola Biblioteca affacciata sul Cabinet Doré.

IMG_20150717_132049

Grande Biblioteca

IMG_20150717_132336

Grande Biblioteca

IMG_20150717_132307

Grande Biblioteca

Abbiamo avuto la fortuna di dare una sbirciata al prezioso Cabinet de la Meridienne, restaurato ma non ancora arredato. Questo salottino ottagonale era utilizzato da Maria Antonietta come luogo di ristoro e nicchia in cui passare del tempo con i figli e le amiche più fidate.

P1000909

Tutte le mattine la regina sceglieva qui la mise da indossare attraverso una catalogo chiamato Gazette des atours de la Reine, con cui appuntava con degli spilli campioni di stoffa appartenenti agli abiti al suo guardaroba.
Uno degli spilli venne rinvenuto durante i lavori di restauro degli anni ’80. Per secoli era rimasto incastrato tra i legni del parquet.

tissus

Pagina de Gazette des atours de la Reine

P1000921

Bauli originali appartenuti a Maria Antonietta

Proseguendo la visita siamo giunti alla Sala da Bagno al primo piano. Questa stanza non era particolarmente amata da Maria Antonietta dal momento che, per i suoi gusti, non tutelava in modo adeguato la sua privacy.

IMG_20150717_132011

La regina chiese espressamente di spostare la vasca nella Sala da Bagno al piano terra, più riparata e discreta: boiseries celesti realizzate dai fratelli scultori Rousseau, letto alla Polonaise, dettagli floreali alle pareti… un angolo di pace di cielo e nuvole nella frenesia di palazzo.

IMG_20150717_131221

IMG_20150717_131101

P1000937

P1000929

In questa stanza l’artista Isabelle Borchgrave ha composto una mise en scène davvero d’impatto: tre figure evocano la regina Maria Antoinetta nel momento della toletta insieme alla sua Prima Cameriera Madame Campan e un’altra dama al suo servizio.
Per questa installazione non sono state usate stoffe o oggetti d’arredo: i manichini e i vestiti che essi indossano, gli accessori, i decori del tavolo da toletta e delle finestre sono tutti realizzati in carta tinta a pennello, fil di ferro e cartone.

IMG_20150717_130907

IMG_20150717_131021

La Sala da Biliardo si trova nel mezzanino situato al secondo piano, proprio sopra il Cabinet de la Meridienne. Maria Antonietta adorava il bigliardo e ancora di più amava giocarci con i suoi amici più stretti. Questa stanza è tenuta costantemente in penombra per evitare che la luce del sole possa rovinare le tappezzerie bianche e oro ricamate a mano.

IMG_20150717_131633

IMG_20150717_131801

IMG_20150717_131856

In fondo, sulla sinistra: baule dei gioielli di Maria Antonietta decorato con porcellane di Sevres.

Nella miriade di cunicoli, stanze secondarie, rampe di scale e corridoi che abbiamo attraversato, uno più di tutti mi ha fatto trattenere il respiro: si tratta del corridoietto utilizzato da Maria Antonietta nella notte del 5 – 6 ottobre 1789 durante l’assalto a Versailles per fuggire dalla sua camera da letto.

IMG_20150721_155332

Il pertugio si affaccia proprio sulla porta seminascosta che si apre sulla Chambre della Reine.

P1000925

Una volta terminato il giro e imboccata la strada verso l’uscita che ci ha riportato nel cortile della reggia, il primo desiderio è stato quello di ritornare il prima possibile per ripetere l’esperienza. Magari per assaporare i dettagli che l’eccitazione del momento non mi ha permesso di cogliere. :)
Una visita unica e piena di emozioni, tante. Così intense che ci ho messo qualche giorno per realizzare di essere stata realmente nei luoghi che per tanto tempo avevo potuto vedere soltanto in foto.

IMG_20150715_172421

Per avere un assaggio di questi luoghi e degli altri toccati da Maria Antonietta, vi consiglio la guida illustrata di Cécile Berly Le Versailles de Marie Antoinette e il libro di Alice Mortali Guida alla Parigi di Maria Antonietta.

Nessuna fotografia o descrizione, per quanto bella o accurata, potrà mai rendere l’idea della suggestione e della storia che si respira in quelle stanze. Di sicuro però potranno ispirarvi, farvi sognare. E forse convincervi a passare un pomeriggio dove la reine e le sue dame, anche se invisibili, sono più presenti che mai.

Condividi l'articolo su:

  • Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Clicca per condividere su Skype (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Reddit (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per inviare l'articolo via mail ad un amico (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

La Parigi che non ti aspetti

17 venerdì Lug 2015

Posted by Giorgia Penzo in Parigi è sempre una buona idea

≈ 51 commenti

Tag

arte, cultura, musei, parigi, paris, storia, viaggi, viaggiare

❈ Translate ❈
Français | English | Español | Deutsch

Parigi è una sorpresa continua.
Ogni volta cerco di centellinare le cose da vedere, in modo da avere un pretesto per tornarci il prima possibile. Di solito organizzo i miei viaggi nei dettagli con mesi di anticipo. La partenza della settimana scorsa, infatti, non era in programma.
Dopo la trasferta invernale credevo che avrei dovuto aspettare ancora un bel po’ prima di rivederla. Invece è successa e basta, all’improvviso, e a un: “Andiamo?” della persona giusta non ho saputo tirarmi indietro.
Quando Parigi capita è ancora più bella.

Anche in questa occasione non sono mancate le visite obbligate.
Il saluto a Notre-Dame appena arrivata in centro ormai è una tradizione. Lì, sul Pont Saint-Michel, a pochi passi dalla piazza della cattedrale, l’emozione e la felicità prendono il sopravvento come se fosse sempre la prima volta.

IMG_20150709_233917

Poi la puntatina al Musée d’Orsay, la culla dell’Impressionismo e dell’Art Nouveau. Purtroppo solo là ho scoperto che il quadro di Van Gogh che preferisco – La notte stellata – si trova in prestito a Oslo fino a settembre per l’esposizione Van Gogh + Munch.
Sarà per la prossima volta. :D

IMG_20150710_131429

IMG_20150717_121430

IMG_20150717_121400

Infine un tuffo al Louvre soltanto per lei: la meravigliosa Nike di Samotracia, fresca di restauro. Abbagliante.

IMG_20150716_133326

Ma la Parigi che non mi aspettavo non è stato solo il viaggio in sé. Mi sono imbattuta in tre avventure non convenzionali che mi hanno mostrato un altro lato della Ville Lumière, quello che forse esula un po’ dalle mete turistiche standard.

La prima è stata la visita alle Fogne di Parigi, la città sotto la città.

P1000948

P1000866

Un luogo insolito, direte voi. Avete ragione, lo è. Così com’è anche interessante, suggestivo, atipico, reale. Parigi è anche questo.
Si tratta di chilometri di cunicoli nelle viscere della città, attraversati dalle acque chiare e non (odore pesante compreso ma sopportabilissimo).
Dentro questo labirinto si dirama un museo che racconta la storia delle fogne dagli albori fino ai giorni nostri, i principi di alimentazione dell’acqua potabile, le tecniche di pulitura e la lotta combattuta nei secoli per preservare l’equilibrio ecologico della città.
Il museo è ospitato nella Galleria Belgrand, colui che nel 1850 concepì la rete fognaria di cui Parigi è attualmente dotata.

P1000897

Ed è proprio in questi canali che Victor Hugo ambientò la fuga di Jean Valjean e Marius nel suo romanzo capolavoro I Miserabili.

IMG_20150711_120634

P1000949

La seconda è stata la scoperta dei Passages Couverts grazie al consiglio di un’amica. :)
I Passages fanno la loro apparizione nella capitale francese verso la fine del 18° secolo. Costruiti prevalentemente in ghisa e vetro – che diffonde tutt’intorno una luce particolarissima – permettevano alla clientela agiata che li utilizzavano di passare da una via all’altra, curiosare tra le vetrine e nelle librerie, fare compere o ristorarsi in un café protetti dalle intemperie, dalla circolazione stradale, dal rumore e dall’inquinamento.

La maggior parte furono costruiti sulla rive droite della Senna, soprattutto nel quartiere dei Grands Boulevards. Ma con l’avvento dei grandi magazzini e della rivoluzione architettonica, queste oasi di Belle Époque isolate dalla frenesia cittadina persero via via d’importanza.
Oggi di significativi se ne contano appena una decina, tra cui la raffinata Galerie Vivienne.

IMG_20150717_121057

Inglobata al piano terra di un grande palazzo (come la maggior parte dei passages) e lunga 176 metri, naque nel 1826 come galleria per negozi e boutique di lusso. Tuttora ne conserva le caratteristiche e l’aspetto ancora molto elegante.
I mosaici al suolo, le decorazioni fatte di archi, gli ornamenti e la tettoia in vetro si sono conservate in ottimo stato fino ai giorni nostri.
Mentre si cammina sotto la volta trasparente è impossibile non immaginare d’indossare un lungo abito di fine Ottocento. Passeggiare in questa galleria è davvero un tuffo indietro nel tempo.

IMG_20150717_120949

IMG_20150717_121034

IMG_20150717_121122

IMG_20150717_121149

IMG_20150717_121211

IMG_20150717_121235

La terza avventura – la più indimenticabile – è stata quella del pomeriggio del 15 luglio.
Dopo due anni passati invano a monitorare il sito dello Château de Versailles nel tentativo di rientrare nel numero limitatissimo di accessi consentiti, sono riuscita a prenotare una visita guidata agli Appartamenti privati della Regina.
Ma questa esperienza merita un articolo tutto suo. :)

Vi do appuntamento alla prossima settimana per condividere con voi fotografie e sensazioni di una giornata che mi rimarrà nel cuore per sempre.

IMG_20150715_130902

Condividi l'articolo su:

  • Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Clicca per condividere su Skype (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Reddit (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per inviare l'articolo via mail ad un amico (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

«E se poi non lo amassi?» «Lo amerai» – I luoghi incantati de “Il Racconto Dei Racconti”

23 martedì Giu 2015

Posted by Giorgia Penzo in Recensioni e dintorni

≈ 36 commenti

Tag

favola, film, il racconto dei racconti, italia, magia, recensione, turismo, viaggi, viaggiare

❈ Translate ❈
Français | English | Español | Deutsch

Dimenticatevi il cinema italiano che conoscete.
Scordate la satira politica, le volgarità, i doppi sensi che non fanno ridere, i temi triti e ritriti, i trentenni che non vogliono crescere. Scoprite un film italiano nuovo, che italiano non sembra ma che dell’Italia ha tutto, a partire dai luoghi in cui è stato girato.

Il Racconto dei Racconti di Matteo Garrone è un fantasy ispirato a tre fiabe del 1600 che fanno parte della raccolta Lu cunto de li cunti dello scrittore napoletano Gianbattista Basile: La regina, La pulce e Le due vecchie.
Le location e i paesaggi che si vedono nei film non sono set ricostruiti in teatri di posa. Esistono davvero e sono meraviglie del nostro Paese di cui spesso non ci accorgiamo.
Nel caso foste ancora indecisi su dove passare le vacanze quest’estate, sappiate che a un passo da voi si nascondono posti da favola… letteralmente. ;)

Il Castello di Donnafugata si trova in Sicilia, a pochi chilometri da Ragusa. Questa splendida dimora nobiliare del tardo Ottocento è stata scelta come palazzo della regina di Selvascura, interpretata da Salma Hayek nel capitolo La regina.

Castello-Donnafugata

Castello di Donnafugata. Al contrario di quello che possa sembrare, non si tratta di un castello medievale ma di una sontuosa villa in stile neogotico.

13be40a0ee1fd0fee3bd7538399fa9ec

Labirinto del castello di Donnafugata dove nel film la regina gioca col figlio Elias. La pianta a trapezio è simile a quella del labirinto di Hampton Court, situato vicino Londra.

Labirinto del castello di Donnafugata dove, nel film, la regina gioca col figlio Elias. La pianta a trapezio è simile a quella del labirinto di Hampton Court, situato vicino Londra.

Parte degli interni, invece, appartengono al Castello di Sammezzano. Di architettura moresca (1605 circa), è situato in Toscana in provincia di Firenze. La stanza che salta più all’occhio è sicuramente La sala degli Amori (nel film ritoccata con del gesso per sembrare ancora più candida) dove la regina divora il cuore di drago marino.

saladegliamanti_555320eed5262

Sala degli Amori

_1-salma_9426.jpg

La regina mangia il cuore di drago cotto da una vergine. La speranza è quella di riuscire finalmente a rimanere gravida.

La tana del drago marino non è altro che una valle delle Gole dell’Alcantara, sempre in Sicilia.

Le Gole dell'Alcantara, in Sicilia, sono delle gole alte fino a 25 metri e larghe nei punti più stretti 2 metri e nei punti più larghi 4-5 metri © Wikimedia

Gole dell’Alcantara. Le pareti non sono state scavate dall’erosione dell’acqua ma create da una colata di lava basaltica.

carnagenews_racconto_dei_racconti

Il re, innamorato della propria regina, farebbe di tutto pur di renderla felice. Anche cacciare per lei un micidiale mostro dei fondali…

Il Castello di Roccascalegna, costruito dai longobardi nel XII secolo a difesa degli attacchi bizantini, si trova in Abruzzo in provincia di Chieti. Nel film è la dimora del re di Roccaforte, interpretato da Vincent Cassel nel capitolo Le due vecchie.

Castello di Roccascalegna. Fu costruito dai longobardi a difesa degli attacchi bizantini. La leggenda vuole che il barone Corvo de Corvis impose lo ius primae noctis che obbligava le donne del paese a passare la prima notte di nozze con lui. Una di loro, però, non fu d'accordo: accoltellò il barone che, prima di morire, impresse col sangue l'impronta della mano su una roccia, venuta alla luce dopo i recenti restauri. Si dice che l'impronta di sangue, anche se lavata via, ricompaia ogni volta.

La leggenda vuole che il barone Corvo de Corvis impose lo ius primae noctis, obbligando le donne del paese a passare la prima notte di nozze con lui. Una di loro, però, non fu d’accordo: accoltellò il barone che, prima di morire, impresse col sangue l’impronta della mano su una roccia rinvenuta dopo i recenti restauri. Si dice che l’impronta di sangue, anche se lavata via, ricompaia ogni volta.

All’inizio del capitolo, il re di Roccaforte e due cortigiane attraversano in carrozza un ponte surreale. Si tratta del Ponte della Maddalena in provincia di Lucca (Toscana).

Il Ponte della Maddalena (altrimenti noto come il Ponte del Diavolo) è una bizzarra costruzione asimmetrica. Si trova in Garfagnana dove attraversa il fiume Serchio.

Il Ponte della Maddalena (altrimenti noto come il Ponte del Diavolo) è una bizzarra costruzione asimmetrica. Si trova in Garfagnana e attraversa il fiume Serchio.

É in Lazio, nel suggestivo Bosco del Sasseto (Acquapendente, Viterbo) che si compie la magia su Dora, una delle due vecchie protagoniste dell’episodio.

Bosco del Sasseto. Si trova ai piedi del castello di Torre Alfina.

Bosco del Sasseto: muschi, licheni e alberi secolari. Si trova ai piedi del castello di Torre Alfina.

_2-stacymartin_8688.jpg

Per il palazzo del re di Altomonte del capitolo La pulce, interpretato da Toby Jones, è stato scelto Castel del Monte (Adria, Puglia). Dal 1996 è patrimonio dell’umanità dell’UNESCO.

Castel del Monte (1294 circa). L'inconfondibile pianta ottagonale.

Castel del Monte (1294 circa). D’inconfondibile pianta ottagonale, è un luogo assai misterioso: è carico di rimandi simbolici ed esoterici.

Padre e figlia sul terrazzo del castello.

Il re e sua figlia Viola sul terrazzo del castello. “Non posso ritirare la parola data”, dice lui alla principessa.

Ed è nel Villaggio Petruscio in provincia di Taranto (Puglia) che si trova la grotta dell’Orco dove viene portata la principessa Viola di Altomonte.

0130 villaggio ipogeo di petruscio

Un rifugio naturale in pietra scavato nella roccia e circondato dalla macchia mediterranea.

_3-bebe_ogre_0756.jpg

L’inseguimento della figlia del re di Altomonte ad opera del suo promesso sposo avviene nelle Vie Cave tra Sovana e Pitigliano, nel grossetano (Toscana).

Vie Cave etrusche scavate nel tufo. Si pensa fossero delle necropoli.

Vie Cave etrusche scavate nel tufo. L’unico dato certo a riguardo è che fungessero da necropoli.

?????????????

Non lasciatevi ingannare dalle immagini oniriche: questa non è una pellicola per bambini; non sono 125 minuti di spensieratezza e incantesimi a lieto fine. Qui c’è sempre un prezzo da pagare. Il Racconto dei Racconti fa pensare, e molto. C’è tanta bellezza, poesia e verità in questo film, che sembra quasi dipinto invece che filmato.
Le tre fiabe, narrate e intrecciate tra loro, sono come la vita – crude e magiche – e portano con sé lo stesso insegnamento: dividere il non divisibile e violare il corso delle cose corrisponde a un’altra violenza che dovrà essere espiata.

Condividi l'articolo su:

  • Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Clicca per condividere su Skype (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Reddit (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per inviare l'articolo via mail ad un amico (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

Un passo avanti nella notte, un passo indietro nella storia

03 mercoledì Giu 2015

Posted by Giorgia Penzo in I miei viaggi, Quel che oggi ormai è storia

≈ 20 commenti

Tag

antica roma, cesare, fori imperiali, notte, piero angela, Roma, storia, viaggi

❈ Translate ❈
Français | English | Español | Deutsch

Ci sono viaggi che si possono fare soltanto nel cuore della notte. Uno di questi è l’archeoshow curato da Piero Angela e Paco Lanciano, un tour che ci porta a riscoprire in modo inedito alcuni luoghi di quella che fu la capitale del mondo conosciuto.

Viaggi nell’Antica Roma propone due percorsi e narra due storie. Nel mio ultimo soggiorno nella capitale ho avuto la fortuna di partecipare a quello nel Foro di Cesare, nei pressi dell’imponente Colonna Traiana. L’orologio segnava le ore 23.20. :)

20150601_225150

f

In questo allestimento rievocativo, si attraversa il Foro di Traiano su una passerella appositamente realizzata e si percorre la galleria sotterranea dei Fori Imperiali, aperta per la prima volta dalla fine degli scavi del secolo scorso, raggiungendo il Foro di Cesare.
Si cammina direttamente all’interno del Foro, tra i marmi rimasti mentre sistemi audio con cuffie, luci, ricostruzioni grafiche e filmati fanno rivivere quei luoghi come erano 2000 anni fa. A dir poco suggestivo.

20150601_225534

20150601_232427

All’inizio della visita si attraversa un tunnel sotto il viale dei Fori Imperiali e si vedono proiettati i filmati originali dei lavori di demolizione e restauro avvenuti negli anni ’30, quando fu deciso di riportare alla luce l’intera area dei fori.

20150601_232529

221103826-552c4bd2-8f34-4fde-b6b0-db4472dc0185

Usciti dalla galleria sotterranea, la voce di Piero Angela ci accompagna in una passeggiata dell’enorme Piazza del Foro che all’epoca era circondata da grandiosi colonnati e dominata dal maestoso tempio di Venere Genitrice.
Tra i colonnati rimasti, riappaiono le taberne del tempo e i graffiti di una scuola romana, con i primi versi dell’Eneide.

foto-di-claudia-pajewski

La visita rievoca il ruolo del foro nella vita dei romani ma anche la figura di Giulio Cesare. Per realizzare questa grande opera, Cesare dovette espropriare e demolire un intero quartiere con un costo complessivo di 100 milioni di aurei (l’equivalente di circa 300 milioni di Euro). E volle anche che, proprio accanto al suo Foro, fosse costruita la nuova sede del Senato romano, la Curia. Un edificio che ancora esiste e che, attraverso una ricostruzione virtuale, si può rivedere come appariva all’epoca.

campidoglio_un_nuovo_viaggio_nella_storia_dell_antica_roma_ct3_foto_ct3_20805

Foro di Cesare

Il buio morbido e la bellezza delle rovine ci danno un ultimo abbraccio sulla passerella che ci riporta nel mondo moderno. I gatti di casa nei Fori miagolano mentre dalla notte di alza un venticello frizzante.
La voce di Piero Angela fa calare il sipario su questa magica passeggiata e ci lascia con un ultimo pensiero: una congiura di senatori uccise Giulio Cesare nelle Idi di Marzo del 44 a.C. Era un uomo intelligente e ambizioso, idolatrato da alcuni, odiato e temuto da altri. La storia ce l’ha consegnato come un grande personaggio del suo tempo e i Fori da lui tanto voluti ne testimoniano la grandezza. Non avrebbe mai potuto immaginarne le evoluzioni, né che sarebbero arrivati fino a noi con un carico inestimabile di arte e sapere.

Il suo corpo venne innalzato su una pira funeraria che bruciò per due giorni; le sue ceneri si dispersero nei Fori e lì tuttora riposano. Ma nonostante siano passati millenni, Cesare non è stato dimenticato. E così molto spesso accade che, nel luogo dove venne cremato, qualcuno – ancora oggi – vi deponga un fiore.

Condividi l'articolo su:

  • Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Clicca per condividere su Skype (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Reddit (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per inviare l'articolo via mail ad un amico (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

A caccia di istanti nella Città Eterna

21 martedì Apr 2015

Posted by Giorgia Penzo in I miei viaggi

≈ 31 commenti

Tag

capitale, città eterna, colosseo, compleanno, fori imperiali, fotografia, Laduree, macarons, Natale di Roma, Roma, san pietro, viaggi

❈ Translate ❈
Français | English | Español | Deutsch

Oggi Roma compie gli anni (la fondazione risale al 21 aprile 753 a.C) e – nonostante tutto – non sembra ancora stanca d’incantare il mondo.
Lo scorso weekend ho avuto la fortuna di tornaci dopo qualche anno di lontananza. Ho potuto camminare di nuovo tra le sue meraviglie e, ben volentieri, perdermici.

Il mio viaggio è iniziato di notte, piano piano, quasi a non voler disturbare questa città che – nonostante tutto – è sempre sveglia. Ho fatto lo zig-zag tra i fiori della scalinata di Piazza di Spagna e la prima cosa che sono andata a trovare è stata lei, la Barcaccia del Bernini. M’immaginavo di trovarla ancora offesa, transennata, protetta. Invece no. Roma cura le sue ferite senza nascondersi, in mezzo alla gente che la ama.

IMG_20150421_171232

IMG_20150421_171349

Roma è anche Piazza San Pietro deserta all’una di notte. Pace e silenzio, nient’altro, mentre il freddo della sera dondola sopra i lampioni che la ingioiellano. Se scappa un brivido, non si sa mai se è per l’aria pungente o per lo spettacolo che ti si para davanti.

IMG_20150421_171148

Poi più in là, un altro colosso buca il cuore: l’Anfiteatro Flavio. Nella mia mente si fanno largo le note di Now We Are Free di Hans Zimmer e Lisa Gerrard, ed io potrei stare tutta la notte seduta su uno dei cordoli di marmo col naso all’insù a immaginare quei tempi maestosi.

IMG_20150421_170647

Roma, più di qualsiasi altra cosa, è Via dei Fori Imperiali. I resti delle colonne e dei templi giacciono come ossa su un prato grasso d’erba. Sono a un passo dalle automobili, dalla frenesia quotidiana, dal melting pot di culture che hanno contribuito a plasmare. Basta scendere qualche gradino per passeggiare nel passato. E a volte, tra quei ruderi immortali, sembra davvero vicino.

IMG_20150421_170457

IMG_20150421_170311

IMG_20150421_170340

Roma è la fiamma sempre viva davanti alla tomba del misterioso Milite Ignoto. Ci sono statue, allegorie, centinaia di occhi di marmo che ti osservano e sembrano dirti a loro volta: “Osserva“. Si respira un’atmosfera quasi sacra sui suoi scalini di un bianco accecante.

IMG_20150421_170219

Roma sono anche le cose che non ti aspetti e in cui ti imbatti per caso mentre pensi di aver perso la strada di casa. Come una cascata d’edera e glicine nel cuore della città, o una libreria che sembra uscita fuori da Pomi d’ottone e manici di scopa.

IMG_20150421_171027

IMG_20150421_170904

IMG_20150421_170934

Roma, però, è anche un po’ Parigi. Dopo una scorpacciata di paste al sugo, focacce bianche col sale grosso e tipiche pizze basse romane, una come me – innamorata della capitale francese oltre che di quella italiana – non poteva farsi sfuggire i macarons della pasticceria Ladurée in Via Borgognona.
Oltre ai miei due gusti preferiti alla Vaniglia (bianco) e al Caramello al Burro Salato (marrone), questa volta ne ho provati due che in Francia non avevo trovato: la varietà Marie Antoinette (celeste) e quella Fragola Marshmallow (rosa). Deliziosi.
Per non parlare della squisita rivisitazione del classico croissant, questa volta fritto, della Pasticceria de Bellis.

IMG_20150421_170807

E questo è solo un assaggio.
Allora buon compleanno, Roma. Mille, diecimila di questi giorni. Perché anche se sarai sempre bellissima e immortale, come una dea, è giusto non dimenticarlo mai.

Condividi l'articolo su:

  • Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Clicca per condividere su Skype (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Reddit (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per inviare l'articolo via mail ad un amico (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

L’hiver à Paris

06 martedì Gen 2015

Posted by Giorgia Penzo in Parigi è sempre una buona idea

≈ 63 commenti

Tag

arte, Capodanno, città, foto, fotografia, Laduree, Maria Antonietta, marie antoinette, musical, natale, Notre Dame, parigi, paris, storia, Tour Eiffel, vampiri, Versailles, viaggi, viaggiare

❈ Translate ❈
Français | English | Español | Deutsch

Ho appena finito di svuotare la valigia e ho già voglia di riempirla di nuovo, ci credete? :)
Prima d’iniziare a contare sul calendario i giorni che mi separano dal prossimo viaggio, vi racconto della mia esperienza invernale nella capitale francese. Tantissimi blog trattano di Parigi in maniera molto approfondita, ma io desidero parlarvene nel modo che preferisco, ovvero in pillole attraverso i miei scatti :)

La cattedrale di Notre-Dame la Vigilia di Natale. C’era freddo, ma sarei rimasta a osservarla per ore. Serve aggiungere altro davanti a tanta bellezza?

IMG_20141224_221034

Il cimitero di Père Lachaise sotto la luce del tramonto nel giorno di Natale. Quieto, poetico, fuori dal tempo.

P1000722

 

L’Avenue des Champs-Élysées addobbata a festa. Ai lati, decine di casette di legno ospitavano un mercatino natalizio zeppo di artigiani e prodotti tipici. Cibo da strada sublime.

P1000772

Da appassionata di Maria Antonietta, questa è ormai una tappa fissa. :D Il 26 dicembre gita fuori porta a Versailles: il Petit Trianon e le domaine de Marie Antoinette.

P1000794

P1000802

20141226_162247

P1000787

P1000791

P1000790

Il palazzo della Conciergerie. L’ultima dimora terrena di Marie Antoinette e della maggior parte dei 2780 condannati a morte durante la Rivoluzione.
[Se vi interessa approfondire la vicenda dei processi a Luigi XVI e Maria Antonietta potete cliccare QUI].

P1000809

P1000811

Brocca dalla quale Maria Antonietta bevve prima di essere condotta al patibolo il 16 ottobre 1793

Brocca dalla quale Maria Antonietta bevve prima di essere condotta al patibolo il 16 ottobre 1793

Dettaglio della finestra della cappella espiatoria col monogramma di Marie Antoinette. Affaccia direttamente sul Cortile delle Donne.

Dettaglio della finestra della Cappella Espiatoria col monogramma di Marie Antoinette. Affaccia direttamente sul Cortile delle Donne, dove le detenute potevano prendere aria. A lei non fu mai concesso andarci.

Montmarte, la culla dell’arte.

Le mur des Je T’Aime, è un’originale opera artistica di 10 metri per 4 progettata dall’artista Frédéric Baron con la collaborazione di Claire Kito. Sulle piastrelle blu sono scritti più di 300

Le mur des Je T’Aime, è un’originale opera artistica di 10 metri per 4 progettata dall’artista Frédéric Baron con la collaborazione di Claire Kito. Sulle piastrelle blu sono scritti più di 300 “Ti Amo” in tutte le lingue del mondo.

P1000830

Place du Tertre

Cioccolata in tazza e macarons da Ladurée. Buonissimi. I miei gusti preferiti: caramello al burro salato e vaniglia.

IMG_20141227_232111

Vicino a Place Vendôme ho scovato NINA’S, raffinato negozietto di tè e piccola pasticceria.
La maison è nata nel 1672, quando Pierre Diaz ha creato “La Distillerie Frères”. E’ stata la prima azienda a distillare oli essenziali di lavanda in Francia e divenne famosa per la l’arte di creare profumi. Il proprietario era conosciuto anche come “il Mago di aromi” ed è diventato il fornitore di profumi della Corte di Versailles, dove la loro lavanda e le essenze alla rosa erano particolarmente apprezzati.
Una delle famose miscele di NINA’S è il tè Marie Antoinette, delicatamente aromatizzato con mele – provenienti dal Potager du Roi di Versailles – e rose.

P1000840

P1000858

Ultimo giorno dell’anno: un giro sulla ruota panoramica in Place De La Concorde e lo spettacolare panorama fino all’Arco di Trionfo. A mezzanotte, fuochi d’artificio e la Tour Eiffel che sberluccica. :D

P1000870

IMG_20150101_010742

Un tè all’Hotel Le Bristol per ammirare dal vivo il quadro di F. H. Drouais, Marie Antoinette au livre (1781).

IMG_20141230_185440

Il pomeriggio del primo giorno del 2015 l’ho trascorso al Théatre Mogador per il musical Le Bal des Vampires. Scenografie mozzafiato, ballerini e attori bravissimi, canzoni coinvolgenti. Da non perdere se vi capita l’occasione! :)

IMG_20150101_131238

Il mio bottino: il tè Marie Antoinette di NINA’S nella romantica confezione in latta rosa confetto e Marie-Antoinette: Carnet secret d’une reine: un albo illustrato da Benjamin Lacombe che contiene buona parte della corrispondenza dell’ultima regina dell’Ancien Régime raccolta dalla storica Cecile Berly.
A questo libro dedicherò prossimamente un post con la mia recensione. :)

IMG_20150102_174431

Durante i dieci giorni in cui sono stata via non è caduto un solo fiocco di neve! Ma pazienza, sarà per la prossima volta. :)
Cosa mi rimane di questo bellissimo viaggio? Tantissime cose ancora da visitare; la gioia della mia amica quando ha ricevuto la cartolina che le ho spedito; gli occhi pieni della mia città preferita (che un giorno vorrei chiamare casa), e il desiderio di tornarci al più presto.

Foto di Elena Serboli

Foto di Elena Serboli

Condividi l'articolo su:

  • Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Clicca per condividere su Skype (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Reddit (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per inviare l'articolo via mail ad un amico (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

Cronaca di un’estate tra capitali e città d’Europa

18 lunedì Ago 2014

Posted by Giorgia Penzo in I miei viaggi

≈ 29 commenti

Tag

città, europa, lubiana, madrid, postumia, saragozza, tour, trieste, vacanze, viaggi, zagabria

❈ Translate ❈
Français | English | Español | Deutsch

Dopo 15 giorni passati a zonzo tra 3 capitali europee (e a quello che ci sta in mezzo!), eccomi qui a tracciare il resoconto delle cose  in cui sono incappata e che mi hanno colpita di più: pillole e immagini scattate dalla sottoscritta, che spero riescano a darvi un’idea di quello che ho avuto la fortuna di visitare :)

PRIMA TAPPA: MADRID 

Ero già stata in Spagna, ma mai nella sua capitale.
La prima cosa che ho notato è che Madrid non dorme mai. Anche alle 4 o alle 5 del mattino, vicino a Puerta del Sol, Piazza di Spagna o nelle stradine che portano alla Gran Via, c’è un continuo via vai di gente, come se fosse l’ora dell’aperitivo.
Nonostante nel cuore della notte gli operatori ecologici irrorino le strade d’acqua per pulirle, nessuno sembra intenzionato a rinunciare al proprio vagabondare. E pace se i sandali si bagnano o se il passaggio per un locale è ostruito da uno dei camion della nettezza urbana. Si trova sempre una via alternativa.
Lo sciame di PR e “buttadentro” cercano di convincerti a seguirli sventolando omaggi e riduzioni, mentre le prostitute, in zelante attesa sotto gli alberi o in qualunque angolo baciato dall’ombra, risultano molto più discrete (la maggior parte delle volte).

Foto di Giorgia Penzo.

10471436_10204572683707770_4813680647799048459_n
Per me Madrid è la discoteca Joy Eslava, aperta tutte le notti e ricavata da un ex teatro. Scenografie personalizzate per ogni serata, musica che varia in base all’occasione e buttafuori che sembrano usciti da un film d’azione americano.
Madrid è la sangria consumata a ogni ora (la migliore l’ho bevuta a La Cueva de 1900), il pranzo alle quattro del pomeriggio, e la colazione con i churros e la cioccolata calda (rigorosamente al San Ginés).

10590575_10204572686867849_1216442376395015658_n

Madrid è la cucina fusion che non ti aspetti, soprattutto se il posto in questione ha un’insegna color carta da zucchero e si chiama La Camarilla.
Se avete giocato almeno una volta al gioco di ruolo Vampire: The Masquerade non potrete rimanere indifferenti al nome del locale. In caso contrario incapperete comunque in un ottimo ristorante. :)

10600532_10204572670147431_1295959808545481497_n

Madrid è l’arte del Prado, del Palazzo Reale e delle cattedrali, ma più di tutti è un quadro. È il Ritratto di Millicent, Duchessa del Sutherland.
Un pezzo del mio cuore è ancora davanti all’enorme cornice 254 x 146 cm esposta al museo Thyssen, e credo che rimarrà lì per sempre.

10603734_10204556990555451_615902718216716531_n

10580029_10204564411940981_8080664688627031678_n

John Singer Sargent – Portrait of Millicent, Duchess of Sutherland (Dettaglio), 1904. Museo Thyssen-Bornemisza

Madrid è anche la stazione Antocha. È un treno per Saragozza e un biglietto di andata e ritorno per una giornata in Aragona. Arrivati alla grigia stazione di Delicias si esce, si prende un taxi e tutto d’un tratto ci si accorge di avere poggiato il piede in un mondo arabeggiante.

10584061_10204572673307510_2506400738000361495_n

Veduta di Saragozza dal Puente de Piedra

Palazzo dell'Aljaferia

Palazzo dell’Aljaferia

Infine Madrid è il verso di una poesia scritto sull’asfalto bruciato dal sole, calpestato e poi letto di sfuggita il giorno prima di tornare a casa.

10599184_10204572685827823_6122090952081363165_n

SECONDA TAPPA: TRIESTE 

Il tempo di riorganizzare le valigie dopo 8 giorni in España, caricare la macchina e via, da Ovest a Est.
Trieste è stata una toccata e fuga. Mi ha accolto con l’immancabile brezza di mare e un’afa che nemmeno a Madrid avevo patito. Ma possiede la piazza più bella che abbia mai visto, affacciata sul molo. Di notte si fa fatica ad abbandonarla.

Piazza Unità d'Italia

Piazza Unità d’Italia

10460325_10204629597650583_3281074170616572420_n

Veduta dal molo

TERZA TAPPA: POSTUMIA 

Le famosissime grotte, con i protei, le stalagmiti e le stalattiti. Ma più di ogni cosa il Castello di Predjama, incastonato al riparo di una grotta carsica su una parete di roccia alta 123 metri. Unico.

10568801_10204629604010742_4440572747243622324_n

10592648_10204629600730660_7253352648258560987_n

12228_10204629601970691_8076490943061925490_n

10599436_10204602775060035_4579758305221871539_n

Castel Lueghi. Inizio della costruzione: XIII secolo.

QUARTA TAPPA: ZAGABRIA 

Della Croazia conoscevo la costa, ma non l’entroterra. La capitale, a un passo dal confine con la Slovenia, mi ha lasciato un po’ l’amaro in bocca.
Bella ma timida, quasi restia ad abituarsi ai visitatori stranieri. Non tutti parlano l’inglese di base, ed escludendo i locali per turisti è stata una faticaccia trovare un menu scritto in un idioma comprensibile. Gran parte degli esercizi commerciali poi non accetta Bancomat o carte di credito come pagamento. Idem per i musei cittadini: nessuno è dotato di POS e gli Euro vengono presi raramente (e solo sottobanco).
Ciò nonostante, questa città nasconde scorci e dettagli introvabili altrove.

10403143_10204629614571006_5391276916046794173_n

Ex voto. Cattedrale dell’Assunzione.

10580038_10204629612650958_4751722634322227340_n

10574333_10204629617291074_8762029357190115416_n

10580269_10204629619771136_4718237414506486603_n

QUINTA TAPPA: LUBIANA

Ultima fermata prima di ripiegare verso casa, con la promessa di tornarci con più calma, perché un pomeriggio non è sufficiente per visitare questa città affascinante. La capitale della Slovenia è un gioiello di barocco e Art Nouveau protetto dai draghi. Profuma di cibo delizioso e le sue viuzze somigliano a quelle di una piccola Vienna.
La mia Lubiana è stato un sussurro romantico: il sole appannato dalle nuvole, la musica di un artista di strada che canta Imagine di John Lennon, il naso all’insù per scorgere il castello nascosto dietro le fronde degli alberi, e una passeggiata lungo il fiume Ljubljanica durata troppo, troppo poco.

10606198_10204622913123474_2169028903460717970_n

Ponte dei Draghi. Dettaglio.

Ponte dei Draghi

Ponte dei Draghi e il Ljubljanica.

10514617_10204629626251298_7579737376817792334_n

La torre del Castello di Lubiana.

Condividi l'articolo su:

  • Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Clicca per condividere su Skype (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Reddit (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per inviare l'articolo via mail ad un amico (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

Translate

in libreria

Facebook

Facebook

Twitter

I miei Cinguettii

TOP 10 – Gli articoli più apprezzati

  • Chi sono
    Chi sono
  • 10 motivi per cui l'estate non fa per me
    10 motivi per cui l'estate non fa per me
  • La strada addosso
    La strada addosso
  • Un blog è un rifugio, i lettori sono ospiti: breve manuale per una perfetta padrona di casa (ovvero consigli pratici per scrivere un articolo)
    Un blog è un rifugio, i lettori sono ospiti: breve manuale per una perfetta padrona di casa (ovvero consigli pratici per scrivere un articolo)
  • L'irresistibile fascino di un appuntamento al buio... con un libro
    L'irresistibile fascino di un appuntamento al buio... con un libro
  • Je Suis Parisienne
    Je Suis Parisienne
  • La morte e l'amore
    La morte e l'amore
  • Quel che noi abbiamo di meraviglioso
    Quel che noi abbiamo di meraviglioso
  • La primavera è alle porte e qualche fiore, da quest'anno, sarà petaloso
    La primavera è alle porte e qualche fiore, da quest'anno, sarà petaloso
  • Una città che profuma di pane, regge incantate, zucchero filato e altre magie
    Una città che profuma di pane, regge incantate, zucchero filato e altre magie

Articoli recenti

  • Giorgia Penzo, Ogni giorno come il primo giorno
  • Sotto l’albero di Natale 🎄📚
  • Libri gratuiti? Acciobooks: il primo sito italiano di book sharing
  • I libri rendono libero chi gli vuol bene (V. Espinel)
  • Sconti lampo: ebook a 1,99 €
  • Chiacchiere con i Topi di biblioteca
  • Quasi estate
  • Secondo la teoria del multiverso
  • Colei che porta la vittoria
  • Tra 1,1 miliardi di anni

Leggi gli articoli che parlano di…

amore arte blog book books ebook editrice nord leggere lettura libri libro narrativa ogni giorno come il primo giorno ognigiornocomeilprimogiorno parigi Pensieri petra recensione romanzo storia

Archivi

Ricevi gli aggiornamenti

RSS Feed RSS - Articoli

RSS Feed RSS - Commenti

DISCLAIMER – TERMINI E CONDIZIONI

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7/03/01.

Le opinioni espresse nei post sono del tutto personali e rispecchiano i gusti e le idee soggettive dell’autrice del blog.
Alcune delle immagini utilizzate negli articoli sono state liberamente attinte dal web e considerate, in buona fede, di pubblico dominio. Chi ne possiede i diritti esclusivi può contattarmi per richiederne l’eliminazione immediata.
Le fotografie presenti nei reportage di viaggio sono di proprietà dell’autrice di questo blog.

I commenti ai post sono liberi e possono non rispecchiare le opinioni dell’autrice del blog. Gli autori degli stessi sono tenuti a prendersi la responsabilità delle proprie opinioni espresse qui pubblicamente. I commenti offensivi saranno comunque eliminati a insindacabile giudizio dell’autrice del blog. Quest’ultima, inoltre, non è responsabile dei siti collegati tramite link né del loro contenuto che può essere soggetto a variazioni nel tempo. Anche per questo motivo l’autrice si riserva il diritto di modificare, aggiornare o cancellare i contenuti del blog senza preavviso.

 

Gli articoli sono redatti dall’autrice del blog e – fatto salvo comunicati stampa o dove esplicitamente specificato – rientrano nella sua esclusiva proprietà intellettuale.

Licenza Creative Commons
Il contenuto di questo blog è protetto da una Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Condividi allo stesso modo 3.0 Italia.

INFORMATIVA COOKIE

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per migliorare la tua esperienza e offrire servizi in linea con le tue preferenze. Clicca sul banner per saperne di più.

Follow Gio.✎ on WordPress.com

Chi sono

Giorgia Penzo, emiliana, ha l'anima un po' incastrata nel passato. Avete presente quegli scomodi abiti vittoriani? Ecco. Lei non vorrebbe indossare altro.
Ama il cinema, la mitologia, l’Art Nouveau, divorare biografie di personaggi storici femminili e scappare a Parigi alla prima occasione.

Lettori del blog

  • 139.255 lettori sono passati di qui

Vuoi seguire il blog ma non sei iscritto a Wordpress? Inserisci il tuo indirizzo email per ricevere le notifiche dei nuovi post. Non riceverai né spam né email pubblicitarie.

Unisciti ad altri 29.777 follower

  • Facebook
  • Twitter
  • Goodreads
  • Tumblr
  • Instagram

WordPress.com.

Privacy e cookie: Questo sito utilizza cookie. Continuando a utilizzare questo sito web, si accetta l’utilizzo dei cookie.
Per ulteriori informazioni, anche sul controllo dei cookie, leggi qui: Informativa sui cookie
  • Segui Siti che segui
    • Gio.✎
    • Segui assieme ad altri 29.777 follower
    • Hai già un account WordPress.com? Accedi ora.
    • Gio.✎
    • Personalizza
    • Segui Siti che segui
    • Registrati
    • Accedi
    • Segnala questo contenuto
    • Visualizza il sito nel Reader
    • Gestisci gli abbonamenti
    • Riduci la barra
 

Caricamento commenti...
 

    loading Annulla
    L'articolo non è stato pubblicato, controlla gli indirizzi e-mail!
    Verifica dell'e-mail non riuscita. Riprova.
    Ci dispiace, il tuo blog non consente di condividere articoli tramite e-mail.
    %d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: