Nelle ombre

asylum100

  • Titolo: Nelle ombre
  • AutoreGiorgia Penzo
  • Editore: ST-Books
  • Antologia: Asylum100 (AA.VV.) – 100 racconti horror per un’antologia
    creata dai lettori. Asylum100 vi farà provare il terrore vero, vi impedirà di dormire la notte, ma non potrete fare a meno di leggerlo…
  • Genere: horror
  • Data di uscita: 2014
  • Formato: ebook
  • Prezzo: € 1.49
  • Pagine antologia: 783
  • ISBN9788898071081
  • Scheda libro su Goodreads
  • Booktrailer
  • Dove acquistare il librol’antologia ebook è disponibile nei migliori
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TRAMA

Con la morte finisce tutto, dicono. Non si sente più niente, non si prova più niente. Invece no. Una ragazza defunta da settantadue ore, inspiegabilmente, non riesce ad andarsene. Presto si renderà conto la morte non è il sonno eterno e pacifico che tutti si aspettano.

 

ESTRATTO

Non mi sono mai definita una brava persona.
Già nella pancia di mia madre strangolai la mia gemella col cordone ombelicale, all’ottavo mese di gravidanza. Ovviamente, come si premurarono di spiegare i medici, tutto fu assolutamente involontario. Una disgrazia, la prima di una lunga serie.
Ho ucciso centodiciannove persone nella mia vita. Centoventi, se calcoliamo quella sorella mai nata. Centoventuno, se includiamo quell’aborto da ragazzina. Centoventidue, se contiamo me stessa.
Amavo i drink. Più degli uomini, più delle donne, più di uccidere. E come io, puntualmente, andavo a dare la morte, un giorno la morte venne da me. Puntualmente anche lei, dopo il mio ennesimo cognac.
Quando il carcinoma epatocellulare iniziò a corteggiarmi, non ebbi il coraggio di respingerlo. Una storia col ragazzo sbagliato, insomma.
Riflessioni come queste di solito ti prendono mentre stai per morire. Agonizzante, sul letto di un ospedale o sul ciglio della strada mentre ti tieni le budella in mano invocando la mamma. Ma io ero sul tavolo dell’obitorio, già morta, e se avessi avuto la voce per invocare qualcuno lo avrei fatto per avere una sigaretta.
Com’è morire? Nel mio caso, veloce e molto doloroso. Com’è essere morta? Razionalmente a questa domanda non avrei mai dovuto rispondere.

Ricevetti un funerale religioso, sotto la copertura di un nome falso probabilmente selezionato a caso da un libro per bambini: Polly McNolly. Polly. Un nome da troietta adolescente.
Potevo sentire le litanie stonate del coro di campagna di Southampton dalla mia bara in noce e i finti pianti delle comparse in prima fila. Davvero un bel teatrino. Nel mio vestito nero di taffetà, vaporoso come una nuvola carica di tempesta, aspettavo il fatidico suono che ogni salma si meriterebbe: terra, terra a palate sulla propria cassa. E così avvenne, con una decina di fragorose badilate.
Chiesi al destino quando sarebbe finito lo scherzo. Ero morta da settantadue ore e non ero ancora precipitata tra le fiamme dell’inferno.
Qualcosa era andato storto.

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