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Firma copie alla Mondadori Bookstore di Bologna – Via D’Azeglio

13 mercoledì Mar 2019

Posted by Giorgia Penzo in Romanzi

≈ 1 Commento

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bologna, book, books, editrice nord, firmacopie, libri, libro, mondadori, mondadori bookstore, narrativa, ogni giorno come il primo giorno, romanzo

Lettori e lettrici di Bologna e dintorni! Vi aspetto sabato 16 marzo, dalle ore 16.00 alle 18.00, alla Mondadori Bookstore di Bologna – Via D’Azeglio per il firma copie di Ogni giorno come il primo giorno (Editrice Nord) ✨
Sarà una bella occasione per conoscerci, chiacchierare e – se vorrete – farvi firmare le vostre copie del romanzo.

Non mancate ♡

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#condividiunlibro: vinci un buono spesa Mondadori Store del valore di € 100

11 martedì Dic 2018

Posted by Giorgia Penzo in Arte ~ Cultura

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Tag

book, books, concorso, contest, foto, fotografia, libri, libro, mondadori, mondadori store, selfie

C’è vita, in un libro. La tua.

#condividiunlibro è il contest artistico patrocinato da Mondadori Store che promuove l’esperienza della lettura attraverso la voce ed i volti dei lettori
Partecipare è semplicissimo:
– Realizzate una foto che vi ritragga con il vostro libro preferito facendo in modo che sia voi che la copertina siate ben visibili.
– Pubblicate lo scatto sulla vostra pagina Instagram e/o Twitter, accompagnato da una breve frase che esprima le emozioni che questo libro ha suscitato in voi, seguita da #condividiunlibro
– L’artista Mr. SaveTheWall selezionerà i 5 contributi più adatti a promuovere la lettura, i cui autori riceveranno un buono spesa Mondadori Store del valore di € 100 come riconoscimento del merito personale.

Avete tempo fino al 14 gennaio 2019! E se la vostra scelta dovesse ricadere su Ogni giorno come il primo giorno o Ritratto di dama, oltre a ringraziarvi di cuore vi invito a taggarmi!
– Twitter: @_redcarpet
– Instagram: @giorgiapenzo

Condividerò con grande piacere il vostro scatto ♡
Buone letture e in bocca al lupo a tutti! 📚

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Dalle cornici floreali di Mucha ai Fiori del Male di Baudelaire: la Belle Époque in scena a Milano

16 martedì Feb 2016

Posted by Giorgia Penzo in Arte ~ Cultura

≈ 24 commenti

Tag

art nouveau, arte, baudelaire, belle epoque, boldini, book, fiori, i fiori del male, libri, Milano, mondadori, mucha, pittura, poesia, simbolismo

Appena posso, adoro tornare nella Belle Époque.
Che sia attraverso un libro, un film o un evento – se si presenta l’occasione – non mi tiro mai indietro. Questa volta Milano mi ha regalato un tripudio di mostre in tema, ed io non mi sono fatta pregare. :)

Dopo l’immancabile tour nella libreria Feltrinelli in Piazza Duomo (ho acquistato Paris di Edward Rutherfurd, e ancora non mi capacito di come mai abbia aspettato tanto per leggerlo), ho inaugurato il weekend con Alfons Mucha e le atmosfere Art Nouveau, il vero motivo della mia visita (in attesa di andare, un giorno, al museo a lui dedicato a Praga).

tumblr_o2mwpfVjan1uc96o1o1_1280Lo stile di Mucha è inconfondibile e sublime, la sua arte ha una potenza suggestiva senza pari: sceglie le donne per simboleggiare le stagioni, le ore, le stelle, le arti, le pietre preziose. Le incorona con fiori e aureole di mosaico, le incornicia in selve di foglie e boccioli, dal verde acqua a tutte le sfumature del rosso.
Le acconciature sono morbide, i vestiti impalpabili come petali; in un turbinio di riccioli e spirali, i capelli lunghissimi danzano in un vento lontano che si può solo immaginare. Alcune sembrano fate, altre dee di un tempo ormai perduto.
Le sue muse sono sensuali, pericolose ed eteree come la Natura stessa. E bellissime.

A. Mucha - Le Arti (1898). Da sinistra: Musica, Poesia, Pittura, Danza.

Alfons Mucha – Le Arti (1898). Da sinistra: Musica, Poesia, Pittura, Danza.

A. Mucha - Le Stagioni (1896) Da sinistra: Primavera, Estate, Autunno, Inverno.

Alfons Mucha – Le Stagioni (1896)
Da sinistra: Primavera, Estate, Autunno, Inverno.

Il nucleo principale della mostra al Palazzo Reale è costituito da oltre 100 opere tra affiches, pannelli decorativi, manifesti teatrali e pubblicitari provenienti dalla Richard Fuxa Foundation. A queste si aggiungono una serie di ceramiche, mobili, ferri battuti, vetri, sculture e disegni di artisti e manifatture europei affini alla sensibilità di Mucha, in bilico tra l’esotico e il misterioso.

La mostra – davvero imperdibile – resterà a Milano fino al 20 Marzo 2016, dopodiché si sposterà al Palazzo Ducale di Genova dal 30 aprile al 18 settembre 2016.

A. Mucha - La Luna e Le Stelle (1902). Da sinistra: La Stella della Sera, La Luna, La Stella del Mattino, La Stella Polare

Alfons Mucha – La Luna e Le Stelle (1902). Da sinistra: La Stella della Sera, La Luna, La Stella del Mattino, La Stella Polare.

A. Mucha - Le pietre preziose (1900). Da sinistra: Topazio, Rubino, Ametista, Smeraldo.

Alfons Mucha – Le pietre preziose (1900). Da sinistra: Topazio, Rubino, Ametista, Smeraldo.

Di ben altro respiro (anche perchè lo spazio espositivo è maggiore) è la mostra dedicata al Simbolismo che esplora l’arte in Europa dalla Belle Époque alla Grande Guerra.
Il percorso si sviluppa tra più di 130 opere tra dipinti, sculture, grafiche e installazioni accompagnate dai versi delle poesie di Baudelaire e immerse in un’atmosfera onirica, a tratti cupa e cullata dalla musica, dominata dai fiori di papavero: demoni, angeli, sirene, unicorni, sfingi, donne fatali…
Avere una copia in borsetta de I Fiori del Male, da sfogliare sui divanetti davanti ai quadri, ha reso il “viaggio” ancora più profondo.

La mostra resterà al Palazzo Reale di Milano fino al 5 giugno 2016. Nel caso foste interessati sia a questa che a quella di Mucha, conservate il biglietto della prima che intendete visitare: se lo presentate alla cassa avrete diritto a un ingresso ridotto per la seconda mostra.

Giulio Aristide Sartorio - La Sirena (1893)

Giulio Aristide Sartorio – La Sirena (1893) “Uomo libero, sempre tu amerai il mare! Il mare è il tuo specchio; tu miri, nello svolgersi infinito delle sue onde, la tua anima. Il tuo spirito non è abisso meno amaro”. (C. Baudelaire)

Franz von Stuck - Lucifero (!890)

Franz von Stuck – Lucifero (1890)

Attilio Mussino - Il sonno, i sogni (1905)

Attilio Mussino – Il sonno, i sogni (1905) “Ero morto deluso, e la paurosa aurora già m’avvolgeva. Tò, è dunque tutto qua? La tela era già alzata e io aspettavo ancora”. (C. Baudelaire)

Infine, una chicca: la Belle Époque – La Parigi di Boldini, De Nittis e Zandomeneghi raccontata al GAMManzoni fino al 21 febbraio 2016 è un piccolo scrigno che racchiude 35 opere dei tre principali protagonisti della pittura italiana nella Parigi di fine Ottocento/inizio Novecento. Tra tutti spiccano le meravigliose signore di Boldini.
E sono ancora i fiori – per una volta metaforici – ad accompagnare lo spettatore in questa passeggiata nell’arte davvero indimenticabile.

L’artista esalta il loro ego ritraendole spesso soltanto un attimo prima che, sopraggiungendo l’autunno della vita, la loro bellezza appassisca per sempre, che le loro foglie di rose profumate comincino a cadere. A volte, come uno stregone, raccoglie i fragili petali e con un gesto d’amore ricompone quei fiori appassiti restituendogli un attimo di eterna primavera. – Panconi, 2008

07 – Giovanni Boldini

Giovanni Boldini – Testa bruna (1890-1892)

Giovanni Boldini - La Contessa de Rasty in piedi (1878)

Giovanni Boldini – La Contessa de Rasty in piedi (1878)

Mademoiselle-Laure-1910-olio-su-tela-collezione-privata

Giovanni Boldini – Mademoiselle Laure (1910)

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Maria Antonietta e Enrico VIII: due sovrani, una biografa

03 martedì Mar 2015

Posted by Giorgia Penzo in Recensioni e dintorni

≈ 28 commenti

Tag

Antonia fraser, biografia, enrico XVIII, Maria Antonietta, marie antoinette, mondadori, recensione, saggistica, storia

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fraser

TITOLO: Maria Antonietta – La solitudine di una regina
AUTORE: Antonia Fraser
GENERE: saggistica storica
PAGINE: 554
EDITORE: Mondadori
COLLANA: Oscar Storia
DATA DI USCITA: 2004
DOVE TROVARLO: nelle migliori librerie o su Amazon

Un libro che conquista da subito. La puntigliosa ricerca della Fraser per ogni dettaglio si fa sentire già dai primi capitoli, in cui introduce la vita della famiglia d’origine di Madame Antoine.
Ben presto ci rendiamo conto che all’epoca essere donne nobili e di altro rango era tutt’altro che una favola, anzi. I lieto fine erano una pallida speranza delle principesse che – spesso ancora bambine – dovevano accontentarsi di essere solo preziose pedine di un gioco più grande di loro.

Antonia Fraser mescola verità storiche a uno stile romanzato e scorrevole, facendo rivivere in modo nitido nella mente del lettore le atmosfere delle case reali d’Austria e Francia. La vita dell’arciduchessa prima e della delfina/regina poi viene sviscerata sin nel suo più intimo particolare, come anche i costumi e i rituali della corte di Versailles.

La sfortunata Maria Antonietta che l’autrice racconta è l’emblema di una virtù che manterrà costante per tutta la sua vita, fino all’ultimo istante: la dignità, contro la barbarie e la crudeltà toccata a lei e al figlio Luigi Carlo.
L’interrogativo girata l’ultima pagina è lo stesso che attanaglia ogni grande personaggio della storia: vittima e martire oppure causa del suo stesso male? Da qualsiasi parte si schieri il lettore, l’unica cosa certa è che non può rimanervi indifferente.

Un libro ottimo, discusso, a tratti commovente. Su questa biografia si basa Marie Antoinette, film del 2006 diretto da Sofia Coppola con protagonista una superba Kirsten Dunst nel ruolo dell’ultima regina dell’Ancien Régime.

Pubblicazione1

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TITOLO: Le sei mogli di Enrico VIII
AUTORE: Antonia Fraser
GENERE: saggistica storica
PAGINE: 522
EDITORE: Mondadori
COLLANA: Oscar Storia
DATA DI USCITA: 1996
DOVE TROVARLO: nelle migliori librerie o su Amazon

Antonia Fraser non sbaglia mai un colpo, è una scrittrice nata per appassionare il lettore con il suo stile romanzato e scorrevole. Personalmente trovo che questa sia la sua biografia più avvincente, dopo quella di Maria Antonietta.
Quella che racconta è la storia di sei donne (una sola regina per diritto di nascita, le altre elevate al rango più ambito solo grazie al proprio carattere, alla propria avvenenza o alla propria sventura) e un uomo accecato dal bisogno a tutti i costi di un figlio maschio legittimo, un re assoluto che per trovare giustificazione ai suoi bisogni – diciamocelo – “se la raccontava”.

A un passo da diventare lo zimbello delle teste coronate d’Europa (si dice che la giovane duchessa Cristina di Milano, saputo che Sua Maestà era alla ricerca della quarta moglie, disse che se avesse avuto due teste volentieri una l’avrebbe regalata al re), Enrico VIII è ricordato comunque come un grande sovrano.

Non importa che abbia ripudiato o fatto giustiziare quattro mogli su sei e che uno dei più grandi monarchi che la storia inglese abbia mai avuto sia stata la figlia secondogenita, in barba alle sue speranze di un erede maschio.
In questo libro si parla anche di lui, ma le vere protagoniste sono le donne che hanno contribuito a renderlo una leggenda.

Antonia Fraser ne analizza una alla volta, minuziosamente, intrecciando le loro vite. Per sfortuna, destino o volere di Dio la (loro) storia si è compiuta: non possiamo cambiarla ma solo onorarci di conoscerla, lasciandoci ogni pregiudizio alle spalle. E come recitava il motto di Anna Bolena: “Ainsi sera, groigne qui groigne“. Così sarà, mormori chi vuole.

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